Senza voler fare il professorino accusando quelli
che si trovavano nel canyon nel momento dell’onda di piena di essere sprovveduti e considerando che
probabilmente ognuno di noi nel corso della vita si è preso qualche rischio di troppo
(in auto, in moto, a piedi, in bici, ...) vorrei affrontare l'argomento più generale delle
carenze nel modo di gestire aree naturali e Parchi (nazionali, regionali
e siti protetti). In particolare adesso che tutti pretendono di fare
tutto e andare dovunque senza avere né preparazione fisica e/o tecnica, né attrezzature
adeguate ed esperienza del settore quasi nulla, sarebbe necessario fornire molte più informazioni preventive ed effettuare maggiori
controlli con eventuali conseguenti sanzioni.
Negli spesso deprecati USA, a prescindere dalle
amministrazioni che si sono susseguite, i parchi naturali (dai vastissimi
National Parks alle aree naturali urbane) sono ben tenuti e sorvegliati per
quanto possibile. Ci sono cartelli informativi, divieti (che per lo più vengono
fatti rispettare), servizi ove consentito e molto altro finalizzato alla
fruizione dei luoghi in modo civile.
Appresa la notizia del Raganello, un mio conoscente
italoamericano (collega orientista ed escursionista) mi ha opportunamente
fornito un breve resoconto di come funzionino le cose oltreoceano in situazioni
per certi versi simili.
Proprio poche settimane fa, recatosi nel Zion National Park (Utah) è riuscito ad ottenere un permesso per percorrere The Subway, una gola (quasi un tunnel, da cui il nome - prime due foto) alla quale sono ammessi un numero limitato di escursionisti per giorno e solo dopo essere stati debitamente istruiti e informati. Questo sopra è il permesso individuale, stampato il giorno stesso, nel quale viene riportato il bollettino meteo nell’area della gola e a monte, si certifica che A. Z. è a conoscenza del rischio flash flood (onda di piena improvvisa causata da temporali in loco o a monte), è avvisato della difficoltà del percorso ecc. ecc., per di più gli hanno fatto un breve esamino chiedendogli come si sarebbe comportato nei vari casi di emergenza.
Proprio poche settimane fa, recatosi nel Zion National Park (Utah) è riuscito ad ottenere un permesso per percorrere The Subway, una gola (quasi un tunnel, da cui il nome - prime due foto) alla quale sono ammessi un numero limitato di escursionisti per giorno e solo dopo essere stati debitamente istruiti e informati. Questo sopra è il permesso individuale, stampato il giorno stesso, nel quale viene riportato il bollettino meteo nell’area della gola e a monte, si certifica che A. Z. è a conoscenza del rischio flash flood (onda di piena improvvisa causata da temporali in loco o a monte), è avvisato della difficoltà del percorso ecc. ecc., per di più gli hanno fatto un breve esamino chiedendogli come si sarebbe comportato nei vari casi di emergenza.
Pur non essendo situazioni identiche, sia le gole del Raganello (foto sopra) che The
Subway non offrono facili vie di fuga ed in vari tratti non ce ne sono affatto.
Di conseguenza, gli accessi sono potenzialmente facilmente sorvegliabili e fra
avvisi opportunamente posizionati e controlli si potrebbero evitare buona parte
degli “incidenti” come quello di pochi giorni fa.
Come se non bastasse, molte (pseudo)guide non fanno la loro parte, accettando tutti (i paganti) in qualunque modo siano abbigliati e attrezzati e a prescindere dalle loro evidenti (in)capacità fisiche e calzature più o meno adeguate (elemento fondamentale per l'escursionismo), chiudendo un occhio (o anche tutti e due) fingendo di non vedere comportamenti scorretti o irresponsabili e per di più - fatto ancor più grave - accompagnano personalmente i loro clienti in zone vietate e/o pericolose come avvenuto per molti mesi sul Sentiero degli Dei, interdetto da novembre scorso e riaperto solo una decina di giorni fa.
Passando ad un tema molto più terra terra e
tornando a quanto scritto in apertura, c’è la piaga degli “escursionisti della
domenica” (nell’accezione comune, quindi non quelli che semplicemente vanno a camminare
"di domenica") che creano ogni tipo di problema non solo agli altri ma anche a loro stessi, poiché:
- credono di essere i padroni dei sentieri e delle (poche) strutture;
- lasciano rifiuti e "altro" dovunque (rendendo necessari avvisi come quello in basso);
- devono essere recuperati per emergenze derivanti dal percorrere sentieri spesso non facili con infradito, tacchi o sandali con suola liscia;
- o per salire ad alta quota senza un adeguato abbigliamento;
- o affrontare lunghi itinerari in giorni di gran caldo senza avere un goccio d’acqua;
- pensano di poter seguire itinerari non segnalati senza carte e neanche un gps (che comunque da solo non è sufficiente) e quindi si perdono;
- vanno a farsi selfie nei posti più impensati (e talvolta cadono);
- lanciano pietre nel "vuoto" senza rendersi conto che a valle ci possano essere persone (escursionisti o meno che siano);
- procedono su terreni instabili senza curarsi di quanto smuovono o fanno franare con conseguente pericolo per chi li segue.
Come se non bastasse, molte (pseudo)guide non fanno la loro parte, accettando tutti (i paganti) in qualunque modo siano abbigliati e attrezzati e a prescindere dalle loro evidenti (in)capacità fisiche e calzature più o meno adeguate (elemento fondamentale per l'escursionismo), chiudendo un occhio (o anche tutti e due) fingendo di non vedere comportamenti scorretti o irresponsabili e per di più - fatto ancor più grave - accompagnano personalmente i loro clienti in zone vietate e/o pericolose come avvenuto per molti mesi sul Sentiero degli Dei, interdetto da novembre scorso e riaperto solo una decina di giorni fa.