Gruppo molto omogeneo, relativi a due soli registi, ognuno con il suo direttore della fotografia preferito (due maestri del b/n Gabriel Figueroa per Fernández e Alex Phillips per Gout), film drammatici girati intorno al 1950 che spaziano dai noir con forti connotazioni musicali (cabareteras / rumberas / ficheras), al revenge, all’ideologico-politico. Film poco conosciuti ma che vale senz’altro la pena guardare, non a caso sono fra i più apprezzati della Epoca de Oro del Cine Mexicano durante la quale si distinsero grandi registi, ottimi direttori della fotografia e tanti buoni attori, caratteristi e cantanti. Non a caso tutt'oggi vengono analizzati con attenzione in ricorrenti mostre, conferenze e vari corsi ad essi specificamente dedicati nell'ambito della cinematografia messicana.
I tre generi musicali sopra citati sono spesso accomunati, ma racchiudono sottili differenze:
- Cabareteras si riferisce chiaramente alle artiste che si esibivano nei cabaret di livello medio-alto, di facciata signorile (attorno ai quale si sviluppa la trama). In tali film si ritrovano anche famosissimi musicisti come Pérez Prado (El Rey del Mambo) che interpretò sé stesso in una mezza dozzina di film, insieme con la sua orchestra;
- Rumberas richiama specificamente il tipo di danza proposta da ballerine
soprattutto di origine cubana, le più famose furono María Antonieta Pons,
Ninón Sevilla, Rosa Carmina, Amalia Aguilar e Meche Barba (l’unica
messicana), mentre le star del precedente genere che si esibivano nello stesso
tipo di locali raffinati potevano essere anche solo cantanti famose (come Toña
La Negra o María Luisa Landín);
- Ficheras erano letaxi dancers, donne che ballavano balli di coppia con i
clienti ricevendo una ficha (valida per una singola canzone) che il
cliente comprava in precedenza e sul prezzo della quale la fichera riceveva
una commissione (questo avveniva perlopiù in locali di livello inferiore e il dopoballo
era facoltativo ed in alcuni casi sottinteso anche se ufficialmente proibito.
Musica e danza sono sempre state attività molto amate dai messicani e a metà del secolo scorso i locali da ballo era numerosissimi variando dai cabaret e night di lusso con tanto di orchestra in costume e palco con ricche scenografie, alle cantine equivoche con pochi musicisti, talvolta una/un cantante e tante ficheras. In dette sale (di qualunque tipo) giravano quindi soldi, spesso tanti e molte volte di provenienza illecita, c’erano persone che spendevano i loro pochi soldi per bere e ballare con una ragazza, veri criminali e delinquenti di bassa lega, protettori e chi più ne ha più ne metta. Su queste basi gli sceneggiatori potevano quindi costruire tante trame diverse, raramente ripetitive e l’azione veniva intervallata con vari pezzi musicali, danze spesso caraibiche e, budget permettendo, canzoni interpretate da guest star che quindi interpretavano sé stessi. Per esempio, restando ai film di questo gruppo, Pedro Vargas (uno dei più famosi cantanti di boleros dell’epoca) in Aventurera canta un paio di volte alcune strofe della canzone omonima, mentre in Víctimas del pecado si esibisce con Pecadora, entrambe composte dal mitico Agustin Lara, che conta anche molte partecipazioni come attore e non solo come cantautore. Vari ottimi interpreti principali si ritrovano in più film (Ninón Sevilla, Tito Junco, Rodolfo Acosta, Miguel Inclán) e gli altri non sono da meno come María Félix, i fratelli Domingo e Fernando Soler, il villano per antonomasia Carlos López Moctezuma, Marga López e Columba Domínguez.
Considerata la lunga introduzione (che è valida per 4 dei 5 film), cercherò di essere conciso in quanto ai commenti delle singole pellicole. Comincio con le 2 dirette da Alberto Gout, come detto entrambe con la fotografia di Alex Phillips
- Aventurera (Alberto
Gout, Mex, 1950)
- Sensualidad (Alberto Gout, Mex, 1951)
Il primo è generalmente considerato il miglior film dei generi in questione, senza dubbio di livello molto superiore agli altri sia per l'ottima sceneggiatura, che per la fotografia e le interpretazioni. La storia originale di Álvaro Custodio è particolarmente intrigante ed è adattata (da lui stesso insieme con Alberto Gout e Carlos Sampelayo) in un capolavoro di intrecci, sorprese, twist, incontri casuali e ritorni, conditi con ricatti, vendette, tratta di ragazze, sparatorie e accoltellamenti, rapine, incarcerazioni, in un vero vortice di avvenimenti che nella seconda parte includono anche molta “vendetta psicologica”.
Il secondo segue invece una vera e propria
trama revenge con una ballerina (Ninón Sevilla) che, dopo aver
scontato 2 anni di carcere, circuisce (non si tratta di semplice seduzione) l’attempato
giudice (l’ottimo Fernando Soler) che l’aveva condannata. La mangiatrice
di uomini, con la collaborazione del suo compare, minerà moralità della sua inizialmente
integerrima vittima, ma lungo il percorso non tutto andrà come previsto.
- Rio Escondido (Emilio
Fernández, Mex, 1946)
- Salón México (Emilio
Fernández, Mex, 1949)
- Víctimas del pecado (Emilio
Fernández, Mex, 1950)
Fra i tre film di Emilio El Indio Fernández inseriti in questa cinquina, il primo niente ha a che vedere con i
locali cittadini o con la musica, ma è un vero e proprio manifesto politico e
ideologico, pro alfabetizzazione e cultura indigena, concetto reso ancor più
evidente, se mai ce ne fosse stato bisogno, dai discorsi (quasi proclami)
inseriti sui titoli di testa e di coda, dalla lettera del Presidente e dalla
viva voce della maestra rurale Rosaura Salazar (María Félix). In breve,
il Presidente della Repubblica Messicana, decide di inviare un gran numero di
maestri nei pueblos più lontani e isolati nell’ambito di una grande operazione
di alfabetizzazione. Si dovrà scontrare (anche fisicamente) con lo spietato Regino
Sandoval (Carlos López Moctezuma, perfetto per il ruolo) che domina
incontrastato a Rio Escondido. Definirlo drammatico sarebbe riduttivo, potendolo
senz’altro definire tragico ma è proprio quest’aspetto che lo rese più famoso in
quanto è dichiaratamente dalla parte degli oppressi, siano essi mestizos
o indigenas. Particolarmente apprezzabile la fotografia curata da Gabriel
Figueroa favorita dal fatto che il film è girato in gran parte in esterni.
Passando ai due musicali, si deve
notare che Salón México (che si svolge per lo più in locali di
basso livello) fu il primo ottimo approccio di Fernández con il genere nel
quale confermò la sua maestria e di conseguenza il suo successo. In Víctimas
del pecado la parte noir viene sminuita dall’inserimento nella trama di un bambino
(fin dalla sua nascita) che gioca un ruolo fondamentale negli sviluppi
successivi, rendendolo un po’ troppo melodrammatico -strappalacrime. In
entrambe i film il cattivo senza scrupoli è interpretato da Rodolfo Acosta,
nel campo dei villanos dell’epoca secondo solo Carlos López Moctezuma,
ma in questi ruoli avvantaggiato dall’essere più atletico e di oltre 10 anni
più giovane.
Cinquina consigliata in blocco …