Pochi giorni fa, nel corso di una
delle mie solite ricerche in rete mi è capitato di leggere ancora una volta: Holbox.
Si tratta di un toponimo unico, riferito ad una isola piccola, ma non piccolissima,
a pochi km dalla costa settentrionale della penisola dello Yucatán, Messico. Oggi ci sono resort con piscina come questo, ma qualche decennio fa era molto differente.
Ebbi la fortuna di sentirne parlare
nel 1983 da altri backpackers nel corso del mio primo viaggio in Centro
America e, essendo un luogo ancora “vergine”, decisi di andarci e, ovviamente,
ci andai. Trentatré anni fa l’isola non era stata ancora scoperta dal turismo
di massa, ci si arrivava con molta difficoltà, non c’era nessuna struttura
ricettiva degna di tal nome. Si andava prima a Valladolid (Yucatán) poi 150 km
di bus per il piccolo porto di Chiquilà (Quintana Roo) e di lì ci si imbarcava
su un vecchio mezzo da sbarco militare americano adattato a traghetto ... un
veicolo per volta e persone e merci nel poco spazio che restava. Situazione simile alla foto di sx, dimensioni come il mezzo di dx, molto più piccolo.
Nelle successive immagini oltre a
cambiare forma e distanza dalla costa (errori plausibili per le mappe più
antiche) a volte è rappresentata come una sola lingua di terra, altre divisa in
due. In alcune mappe (come oggi da satellite) sembra quasi che sia prossima ad collegarsi con Cabo Catoche ad
ovest creando una grande laguna.
Causa di tutto ciò potrebbero essere i tanti uragani che si abbattono su quelle coste con conseguenti mareggiate e spostamenti di sabbia. Quello del 2005 (Wilma) fu particolarmente devastante.
Ricordo perfettamente le poche notizie che circolavano all'epoca della mia visita dell'83 che descrivevano Holbox come una striscia di terra bassa, per lo più sabbia, lunga una quindicina di chilometri e larga fra 500 e 1.500 metri.
Sbarcati sull'isola ci si trovava sulla "strada" principale, larga sì ma sabbiosa, che in meno di 1 km arrivava sulla costa nord.
Come già detto, per dormire bisognava arrangiarsi, chi era a conoscenza della situazione arrivava con la sua amaca e cercava una "stanza", vale a dire un posto con 4 pareti e ganci per appendere l'amaca ... bagno in comune fuori e acqua solo fredda (ma anche sulla terraferma l'acqua calda era una eccezione). In queste zone è tuttora normale trovare i ganci per le amache anche nelle stanze con letti normali ... come ho constatato solo pochi mesi fa a Mahahual e Bacalar (Quintana Roo).
Il problema più grosso era mangiare, poiché la maggior parte delle poche centinaia di abitanti mangiavano a casa e c'erano solo un paio di posti che servivano birre e qualcosa da mangiare e per di più chiudevano alle 19. C'era però la possibilità di farsi cucinare un bel pesce intero dalla padrona di casa a costi irrisori (meno di un dollaro), accompagnato da tortillas e qualche vegetale.
L'economia dell'isola si basava sulla pesca e c'erano solo due grandi edifici in muratura: la "fabrica de hielo" (ghiaccio) e la "empacadora" dove si confezionava il pescato con il ghiaccio e si spediva nelle località turistiche come Cancun, Tulum e Isla Mujeres, all'epoca già famose e affollate.
Passai 5 giorni molto piacevoli sull'isola, fra nuotate e lunghe passeggiate sulla spiaggia di giorno, interminabili partite di pallacanestro serali nel piccolo parco in piazza (l'unico posto con fondo duro) e ovviamente pesce fresco a volontà.
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