Tra le cose che abbiamo perduto con la rivoluzione digitale, una delle più importanti, secondo me, è la dimestichezza con le mappe, ovvero la capacità di guardare e capire una mappa di carta. Lo dico meglio: il senso dell’orientamento. È un senso fondamentale, …
Senso
di orientamento, due parole che possono essere interpretate in vari modi (anche
se si tratta di sottigliezze) ma una cosa sulla quale non sono assolutamente
d'accordo è proprio l'esistenza di esso, almeno nell'accezione più comune, cioè quella dell’articolo in questione. Il
vocabolario Treccani, al lemma “senso” riporta:
a. La facoltà di ricevere impressioni da stimoli esterni o interni (affine quindi a sensibilità):b. Più comunemente, ciascuna delle distinte funzioni per cui l’organismo vivente raccoglie gli stimoli provenienti dal mondo esterno e dai suoi stessi organi …
In
sostanza i sensi percepiscono, ma l’elaborazione dei dati e le conseguenti scelte
dipendono esclusivamente da noi. Nella fattispecie la vista (senso) ci permette di
leggere una carta, ma saranno le nostre capacità quelle che ci faranno (forse)
scegliere il percorso giusto da seguire. Per lo più, chi dice “Non ho il senso
dell’orientamento” è semplicemente un pigro mentale, ma assolutamente
non significa che sia un incapace. Qualunque persona, apprendendo e applicando alcune
tecniche, è capace di interpretare una cartina! … come si dice? “Ci riescono
anche i bambini!”
Introducendo
qualunque degli innumerevoli corsi di Orientamento (e interpretazione
cartografica) che ho condotto, per alunni delle elementari, medie e superiori,
per universitari, maestri e docenti, per escursionisti esperti e principianti,
ho sempre tenuto a chiarire questo concetto:
l'orientamento si basa su varie tecniche, apprendibili e migliorabili, alla portata di tutti e non è assolutamente un dono divino o, al contrario, una maledizione per chi si lamenta di non averlo.
Memorizzazione,
scomposizione del percorso, scelta dei punti di riferimento, valutazione delle distanze,
considerazione dei punti cardinali e della morfologia del terreno sono alcuni
aspetti dell’orientamento, semplici tecniche ma niente di "magico"
come molti intendono il senso di orientamento, assimilandolo quasi alla
veggenza.
Procedendo
velocemente nel testo, si legge:
… sanno sempre dove stanno andando non perché abbiano capito dove sono, ma perché Google o Apple glielo stanno dicendo.
Googlemaps e TomTom vanno
bene per statali, autostrade e città ma non sono per niente accurati in zone
non urbane. Non temo di essere smentito da chicchessia in quanto in Penisola Sorrentina e Costiera Amalfitana, dove vivo, non si contano le lamentele per
stradine strette o addirittura scalinate consigliate come percorso migliore. In
più casi i residenti, stanchi di rimanere bloccati a causa di macchine
noleggiate che rimangono incastrate non permettendo più il passaggio neanche ai
pedoni, hanno affisso cartelli specifici che tuttavia non vengono presi in
alcuna considerazione e, ancora una volta, non si usa il buonsenso e ci si
affida solo alle app (gps inclusi) e se ne pagano le conseguenze).
Quasi
in fondo all’articolo, un altro punto chiave:
Gli effetti sulla nostra mente non sono affatto banali: ci sono diverse ricerche che dimostrano come esista una parte del cervello che si sviluppa quando cerchiamo di capire dove siamo, memorizziamo una strada, quando prendiamo un palazzo come riferimento.
In conclusione, l’autore dell’articolo va quindi al nocciolo del problema e chiarisce
che è il cervello a memorizzare e a scegliere punti di riferimento per poi
prendere le conseguenti decisioni.
Imparate
a leggere le carte e dimenticatevi del senso di orientamento, che non esiste!
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