lunedì 13 settembre 2021

Micro-recensioni 246-250: 10 noir USA classici (1: ’41-’49)

Prima parte di una selezione di 10 noir dell’epoca d’oro del genere, scelti fra i più quotati e che non guardavo da vari anni. L’eccezionale lista dei registi è composta da nomi che hanno fatto la storia del cinema americano e non solo: Huston (2), Wilder (2), Curtiz, Hawks, Walsh, Lang, Laughton e Welles. Non è da meno l’elenco delle star che comprende Humphrey BogartEdward G. Robinson, James Cagney, Kirk Douglas, Glenn Ford, Robert MitchumCharlton HestonOrson Welles. I loro rating medi sono 8,1 su IMDb e 96% su RT che quindi suggeriscono di guardarli tutti (qui proposti in ordine cronologico) a prescindere dai miei consigli, comunque tutti positivi.

The Maltese Falcon (John Huston, 1941, USA) aka Il mistero del falco

Un vero classico sempre inserito ai primi posti nelle classifiche dei film del genere e dell’epoca che però, pur parlando di ottimi film, non è fra i miei preferiti. Praticamente tutti i personaggi principali sono esagerati, in un senso o nell’altro: Bogart uomo irresistibile (?) dal pugno fulminante, la sua cliente per niente credibile, il grassone troppo caricaturale per quanto divertente (soprattutto nei dialoghi), il guardaspalle assolutamente incapace e Peter Lorre nel solito stereotipo di subdolo viscido. Eppure grazie alla regia di Huston e nonostante la trama a dir poco fantasiosa si lascia guardare con interesse fino alla fine. Nomination Oscar miglior film, sceneggiatura Sydney Greenstreet (il grassone) non protagonista.

Double Indemnity (Billy Wilder, 1944, USA) aka La fiamma del peccato

Altro film citato sempre fra i migliori (veri) noir, distribuito in Italia con un titolo assurdo, considerato che l’originale si riferisce invece al nocciolo della questione, il pagamento di un doppio indennizzo da parte dell’assicurazione. Al contrario di The Maltese Falcon, qui ci sono tanti personaggi comuni e credibili che quindi non obbligati ad essere supereroi o furbissimi. Grazie alla loro presenza e alle casualità ben congegnate si creano varie situazioni quasi da thriller. La buona regia, la bella fotografia b/n e le interpretazioni hanno contribuito ulteriormente a farne un cult. Al 113° posto fra i migliori film di tutti i tempi, ottenne 7 Nomination Oscar: miglior film, regia, sceneggiatura, fotografia, Barbara Stanwyck protagonista, commento musicale e sonoro)

  
Mildred Pierce (Michael Curtiz, 1945, USA) aka Il romanzo di Mildred

Questo è forse il meno conosciuto di questo gruppo ma certo non sfigura in confronto agli altri, a differenza dei quali ha una maggior componente romantica e la vera protagonista è la donna del titolo, interpretata da Joan Crawford. Inizia con un omicidio a sangue freddo e la storia che potrebbe sembrare semplice in un primo momento si complica sempre di più nel racconto dei precedenti di Mildred, narrati in flashback. Vi compaiono tanti personaggi di vario genere, che spariscono per un certo tempo per poi ricomparire. Ad ulteriore differenza degli altri ci sono anche due co-protagoniste, la figlia di Mildred, croce e delizia della madre, causa scatenante di mille problemi e la sua assistente. Oscar a Joan Crawford protagonista e 5 Nomination (miglior film, sceneggiatura, fotografia e a Eve Arden e Ann Blyth non protagoniste)

The Big Sleep (Howard Hawks, 1946, USA) aka Il grande sonno

Tratto dall’omonimo romanzo di Chandler in cui per la prima volta appare il detective Philip Marlowe, che successivamente sarà protagonista di altri romanzi e film. Non riuscendo a giustificare il titolo ho effettuato una breve ricerca scoprendo che il protagonista si riferisce alla morte come grande sonno in una sua considerazione al termine del romanzo … ora lo sapete anche voi. Storia molto articolata e intricata, piena di doppiogiochisti, tradimenti e minacce che garantisce di non annoiarsi assolutamente durante la visione. Certamente più violento dei precedenti, ma questa è una caratteristica delle storie in cui appare Marlowe il quale, ad un certo punto, viene regolarmente pestato … ma non mancano i morti. Gossip: su questo set nacque la passione fra Bogart e Lauren Bacall che convolarono a nozze pochi mesi dopo.

White Heat (Raoul Walsh, 1949, USA) aka La furia umana

Qui il protagonista è James Cagney in uno dei suoi tanti ruoli di cattivo, spietato e psicopatico, con un rapporto quasi morboso con l’anziana madre. Mettendo in atto un piano teoricamente ben congegnato, finisce in galera dove, però, viene controllato da un agente sotto copertura. Snella e veloce la prima parte con il colpo al treno, piena di tensione quella centrale in prigione, da thriller l’ultima audace rapina, con finale letteralmente esplosivo. Bravi tutti gli attori della gang (anche se i loro nomi non sono molto noti) nonché le sole due attrici: Margaret Wycherly (già quasi 70enne, nel ruolo della madre) e Virgina Mayo (l’avvenente bionda di turno). Nomination Oscar per la sceneggiatura.

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