martedì 6 gennaio 2015

Sentiero CAI 300 Torca-Nerano: incendio e incidente

Essendo “devoto di San Tommaso”, ieri sono andato a verificare di persona gli effettivi danni causati da quello che è stato presentato come “Incendio devastante a Crapolla” (PositanoNews/WWF), verificatosi a inizio anno.
Come già ebbi modo di scrivere in merito al ben più serio incendio del 5 novembre u.s. che interessò la quasi totalità dei pendii occidentali del Monte San Costanzo, da via Campanella fino alle recinzioni del “radar”, le cose che dispiacciono veramente sono la perdita di pochi (per fortuna) arbusti, la morte di insetti, chiocciole e simili troppo lenti per sfuggire alle fiamme e la stupidità e l’inutilità del gesto (senz’altro volontario) che ci rammenta con che razza di gente conviviamo. Nelle area di gariga, macchia bassa, il fuoco si propaga velocemente - come il classico fuoco di paglia - e molto raramente danneggia l’impianto radicale e quindi la maggior parte delle piante rigettano in brevissimo tempo, più forti e verdi di prima. Lo anticipai, essendo facilmente prevedibile, subito dopo l’evento sul San Costanzo e le recenti foto pubblicate dopo meno di due mesi lo dimostrano ampiamente.  

Tornando all’incendio di qualche giorno fa, questo molto probabilmente si è sviluppato (leggi: è stato appiccato) a partire dall’area alle spalle della chiesetta di San Pietro per poi salire fino al sentiero CAI 300 fra Guardia e Cuparo. La fascia che ha avuto danni maggiori è quella più vicina alla scalinata che però ha funzionato da tagliafuoco e quindi ha impedito la propagazione verso est. Solo nelle vicinanze della panchina della Guardia il fuoco si è spinto monte del sentiero in modo consistente. Le fiamme sono rimaste ben distanti dal vallone sottostante al Cuparo e il sentiero resta percorribile con la sola differenza che fin quando non pioverà seriamente ci si potrà annerire un po’.
I danni effettivi sono limitati in quanto l’area non è neanche lontanamente vasta come quella andata a fuoco a San Costanzo e, come è evidente dalle foto, parte del verde è sopravvissuto e, ciò che è più importante, quasi tutti gia arbusti sono rimasti quasi intatti facendo presupporre che lì incendio in più parti si è propagato lentamente e al livello del suolo senza fiamme alte (altrimenti sarebbero diventati tutti scheletri fuligginosi come a San Costanzo). In primavera sarà tutto come prima. (altre foto su Google+)
   

E veniamo all’incidente di ieri 5 gennaio … questo ve lo anticipo solamente avendo avuto notizia (da fonti certe), ma ancora non conosco i dettagli. In un prossimo post fornirò ulteriori e più precise notizie e mi riservo di approfondire il discorso in merito all’opportunità di continuare a lasciare quella parte di percorso così com’è, in particolare la discesa (perché quasi tutti la percorrono in direzione ovest) fra la pineta del Monte di Monticchio e Recommone. Il soccorritore che mi ha comunicato la notizia dell’incidente di ieri mi ha anche fatto notare che si tratta “del quinto incidente in dieci mesi” … Sembra poco, ma se si considera che altri eventi di minore rilevanza non sono stati neanche segnalati e che il numero di escursionisti che percorrono quel tratto sono circa un centesimo di quelli che completano il Sentiero degli Dei (che qualcuno vorrebbe far passare per pericoloso) il rapporto incidenti/escursionisti è altissimo rispetto alla media (bassa) di tutti i sentieri dei Monti Lattari.
Approfondirò l’argomento sostenendo la validità di alcune mie proposte (già avanzate verbalmente) in uno o più dettagliati prossimi post.

2 commenti:

  1. il percorso a me piace tantissimo e mi piacerebbe tanto proporlo ai turisti che accompagno ma andrebbe sistemato: ripulito dalla vegetazione in eccesso e sistemando qualche gradino, per coloro che lo affrontano da soli andrebbe segnalato meglio soprattutto segnalando che nelle condizioni attuali è un percorso fruibili ad escursionisti esperti

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  2. "con che razza di gente conviviamo"...

    In Costiera (ma non solo) abbiamo un tesoro sotto i piedi e siamo incapaci, non solo di valorizzarlo come si dovrebbe, ma perfino di proteggerlo adeguatamente...

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