Riguardando con
maggiore attenzione lo schema delle caste ho notato una significativa differenza
che fa supporre che gli spagnoli non considerassero negros e indios allo stesso
livello, ma “preferissero” questi ultimi. Infatti i nipoti di un mestizo
potevano tornare ad essere españoles purificandosi in due sole generazioni.
Osservate le due sequenze iniziali e comparate la discendenza di una india
1. Español con
india: mestizo
2. Mestizo con
española: castizo
3. Castizo con
española: español
con quella di una
negra
4. Español con
negra: mulato
5. Mulato con
española: morisca
6. Morisco con
española: chino
Pur aggiungendo
“sangue castigliano”, da una negra non poteva discendere un español … almeno in
due sole generazioni. Non sono riuscito a scoprire quante ne sarebbero state
necessarie, ammesso che fosse possibile.
Oltre alle caste
già citate nel post precedente il cui nome era in effetti una brevissima frase
con tanto di verbo, penso sia significativo quest’altro caso elencato al numero
7: Chino con india:
salta atrás (salta indietro). Oltre a sembrare una
disposizione del Gioco dell’oca o di Monopoli è molto simile al 16 (torna atras
= torna indietro) ed in entrambe i casi è evidente che da quell’incrocio
derivava una perdita di rango.
In altre aree erano però indicati anche con altri nomi come garifuna nel Caribe e lobo in Messico anche se lì lo stesso termine era attribuito anche ai figli di un Salta atrás con mulata. A dimostrazione del doppio significato di lobo vi propongo, in contrapposizione con quella inserita nell'altro disegno, una ulteriore e specifica “pintura de castas”. Questa mi sembra particolarmente notevole, oltre che per lo stile pulito e naif (ricorda un certo tipo di ex-voto), anche per la dovizia di particolari come i ceppi con le catene, il mulino, il trasporto del legname, il corral, il bambino trasportato dalla madre nel modo tradizionale (tutt'oggi molto utilizzato) che le consentiva di avere le mani libere per poter lavorare.
Al principio del
XVIII secolo lo stile pittorico della Pintura de castas riscosse un certo successo
e si dice che perfino Carlo III (re di Spagna dal 1759 al 1788, già Re di
Napoli 1734-1759) si interessò molto a questa tendenza. Le composizioni rappresentanti
in genere una famiglia composte da genitori di razza (o casta) diversa con uno
o più figli secondo la classificazione razziale venivano spesso integrate con un
breve testo che specificava le origini dei genitori e la casta del figlio. Ma
un ulteriore grande interesse (per i posteri) è rappresentato dal fatto che
molte pinturas descrivevano dettagliatamente la vita familiare e le attività
più comuni e si possono quindi osservare vari tipi di abbigliamento, utensili, cibi,
mobilia, abitazioni. In effetti i disegni, singoli o raccolti in pannelli,
avevano proprio questo obiettivo: far conoscere in Europa gli abitanti della Nueva
España del ‘700 e i loro costumi.
Come già accennato,
i nomi delle caste, la discendenza e la sequenza non sono sempre uguali e delle
tante liste nessuna è definitiva. Solo le prime 5 (nel classico schema di 16)
coincidono.
Concludo con qualche link che spero troverete interessante
- breve video (2’03”) prodotto dal Museo Nacional de Historia (Mexico D.F.)
- Google/immagini di “Cuadros de mestizaje” (sinonimo di Pinturas de castas)
- interessante (e più serio) post sulla "pintura de castas" trovato cercando immagini
- tre diverse classificazioni delle 16 caste (es.wikipedia)
- interessante studio di Efraìn Castro Morales (15 pagg. in spagnolo)
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