Qualcuno le interpreta facilmente, molti non sanno
esattamente cosa siano, altri le conoscono ma non sanno come trarne vantaggio.
Sono convinto che sapendo interpretare le curve di livello (sinonimo di isoipse) di una cartina appena decente si può capire molto di più in merito al dove ci si trovi e cosa ci aspetta per
giungere alla meta. Quindi, senza andare troppo
nel tecnico e scendere nei dettagli cercherò di fornire alcune informazioni
basilari, di facile comprensione e applicazione, che possano facilitare la
navigazione.
Comunque è bene
definirle in particolare a vantaggio di chi è assolutamente a digiuno della
materia: “Le isoipse sono linee che unisono tutti i punti che si trovano ad una
stessa quota.”
Le quote
rappresentate hanno un dislivello costante fra di loro che viene chiamato (in
modo fuorviante) equidistanza (sarebbe più logico chiamarlo equidislivello).
Ed ecco le prime
due regole, logiche, di facile apprendimento:
1 - in una carta,
indipendentemente dalla scala e dall'equidistanza, le aree con isoipse ravvicinate
sono più ripide di quelle nelle quali sono rade (chiaramente nel primo caso si
passa da una quota all'altra percorrendo una breve distanza, nel secondo si camminerà
di più ma con minor pendenza)
2 - i sentieri che
si sviluppano lungo una isoipsa, o rimangono fra due di esse, sono pressoché
pianeggianti in quanto non hanno sostanziali cambi di quota. Al contrario, quelli
che attraversano le isoipse quasi perpendicolarmente si sviluppano lungo linee
di massima pendenza (le famose “salite di petto” o “appettate”)
In questo estratto
della cartina della Campanella ho evidenziato aree e sentieri che mi sembrano
abbastanza esemplificativi.
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