Dopo aver guardato gli ultimi due dei sette neo noir selezionati una decina di giorni, ho completato la cinquina con tre comedie in classico stile inglese di metà secolo scorso, tutte con protagonista Alec Guinnes e tutte prodotte dagli storici Ealing Studios, fondati nel 1902 ed ancora in attività. Fra il 1947 e il 1957 sfornarono una serie di dark comedies molto apprezzate che sono tuttora conosciute, nel loro insieme, come Ealing comedies. Queste tre sono fra le più famose e apprezzate, insieme con il cult The Ladykillers (1955, La signora omicidi), oltre che con Alec Guinness anche con un’altra icona del cinema inglese: Peter Sellers. I due neo noir, pur avendo dei meriti, non mi hanno convinto del tutto.
The Lavender Hill Mob (Charles Crichton, UK, 1951)
Un integerrimo
impiegato modello di una banca ha il compito di controllare le spedizioni di lingotti
d’oro, dall’inizio alla fine, perfino viaggiando all’interno del furgone che li
trasporta. Dopo 20 anni di onorata carriera progetta un piano per far sparire
una buona quantità di lingotti, ma ha bisogno di soci. A partire da questo
punto, dalla ricerca dei complici all’attuazione del piano, dovrà superare un incredibile
numero di imprevisti. Come concetto può essere assimilato al famosissimo (in
Italia) La banda degli onesti (1956, con Totò e Peppino
De Filippo). La storia è narrata in flashback, ovviamente con sorpresa
finale.
The Man in the White Suit (Alexander Mackendrick,
UK, 1951)
Qui Alec
Guinness lavora in una fabbrica tessile e, più o meno di nascosto, porta avanti
un suo progetto di realizzazione di una fibra praticamente indistruttibile, resistente
a tutto, perfino a qualunque tipo di sporco. Quello che non immagina è la sua
idea sarà contrastata praticamente da tutti. Film che fa buona satira sugli industriali
sia quando si fanno concorrenza, sia quando si riuniscono in cartello, e anche sui
suoi colleghi di lavoro e sui sindacati. Anche in questo caso sorprese e
intoppi si susseguono a ritmo quasi frenetico, ma la vera star della storia è
una imperturbabile ragazzina che spunta dal nulla nei momenti critici. Anche
questo da non perdere, a patto che apprezziate l’umorismo inglese.
Questo è il più
quotato dei tre, ma è quello che, pur piacendomi, ho gradito di meno per essere
troppo esagerato e più lento degli altri, anche un po’ scontato e con un
eccessivo uso di voce fuori campo. In questo caso, tecnicamente, il
protagonista è Dennis Price ma Alec Guinness interpreta ben 8
personaggi, tutti appartenenti alla sua famiglia, che lo aveva ripudiato per un
matrimonio al di fuori del loro ambiente nobiliare. Magistrali come sempre le
interpretazioni dei personaggi che variano per età e sesso.
The Chaser (Na Hong-jin,
Kor, 2008)
Neo noir
abbastanza violento, come molti coreani del genere, che vede protagonista un
ex-poliziotto convertitosi in gestore di un giro di prostitute. Per sua
sfortuna varie ragazze scompaiono senza lasciare traccia e lui si mette alla
ricerca dell’ultima che non è più tornata dall’appuntamento, ma non sa neanche
dove sia andata esattamente. Il protagonista si scontrerà più volte con i suoi
ex-colleghi che non credono ad una sola parola di ciò che dice, mentre il
sadico serial killer sembra godere di maggior credibilità. Ci sono vari buoni
twist, ma le continue liti e i tanti inseguimenti in una città incredibilmente quasi
vuota sono poco credibili, e la tendenza allo splatter è proposta troppo spesso
… inutilmente.
Nocturnal Animals (Tom Ford,
USA, 2016)
Senz’altro il
più noto di questo gruppo, quindi molti sapranno che si sviluppa su tre livelli
diversi, due reali ma distanti una ventina d’anni e il terzo fittizio, ma con
gli stessi ipotetici protagonisti. Questo è il segmento senza dubbio più interessante
in quanto è un vero noir che si svolge lungo le strade deserte del sud-ovest
americano, che mi hanno fatto pensare a Hell or High Water, dello
stesso anno. Inoltre in questa storia, e solo qui, è presente l’unico bravo
attore del film Michael Shannon (Nomination Oscar non protagonista), ammesso e non concesso che Jake
Gyllenhaal e Armie Hammer possano essere definiti attori. La
proiezione dura quasi due ore … eliminando le parti pseudo romantiche e i
litigi fra Amy Adams (che si difende) con i suoi partner ed sviluppando un
po’ quella del libro che dà il titolo al film, Tom Ford (che è anche
sceneggiatore) avrebbe potuto realizzare un miglior prodotto.
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