Fra i candidati Oscar a miglior film non in lingua inglese finora se contano 32 di idioma ispanico (non contando gli 8 che poi l’Oscar l’hanno ottenuto) e sono per la maggior parte spagnoli, argentini e, più recentemente, messicani. Tuttavia, alcuni sono rimasti quasi del tutto sconosciuti al di fuori della penisola iberica e America latina e fra essi ne ho recuperati 4, tre dei quali mai guardati in precedenza. Per la precisione ecco gli 8 vincitori:
- Spagna: Volver a empezar (1982), Belle Époque (1993), Todo sobre mi madre (1999) e Mar adentro (2004)
- Argentina: La historia oficial (1985) e El secreto de sus ojos (2009)
- Chile: Una mujer fantástica (2017)
- México: Roma (2018)
Ho completato la
cinquina con una produzione indipendente inglese, una dark dramedy che
ha ricevuto commenti molto contrastanti ma, per me, merita una visione,
specialmente se tollerate il buon humor nero anglosassone.
La tregua (Sergio Renán, Arg, 1974)
Prima
candidatura Oscar per un film argentino, con sceneggiatura adattata dal romanzo
omonimo (1960) dell’uruguayo Mario Benedetti, un classico della
letteratura sudamericana. Il protagonista è un capoufficio vedovo da 20 anni, con
tre figli, interpretato da Héctor Alterio. La sua vita triste, apatica e
routinaria viene scossa dall’arrivo di una nuova giovane dipendente della quale
ben presto si innamora, nonostante la differenza di età. Ben descritto lo
svilupparsi del rapporto fra i due, entrambi timidi e molto rispettosi dell’altro,
e fra loro, i colleghi di lavoro e i familiari. I meriti del film sono da
dividere soprattutto fra la sceneggiatura e l’interpretazione di Alterio,
successivamente protagonista anche di altri 2 film candidati Oscar, El
nido (microrecensione di seguito) e l'ottimo El hijo de la novia
(1997, Juan José Campanella), interpretato al fianco di altri due grandi
attori argentini, Ricardo Darín e Norma Aleandro … evidentemente
merita e porta bene.
El nido (Jaime de
Armiñán, Spa/Arg, 1980)
Alterio è stato protagonista anche di un altro film candidato Oscar per l'Argentina: In quanto alla giovane protagonista di El nido, si tratta di quella Ana Torrent che divenne improvvisamente famosa a 7 anni quale protagonista di El espíritu de la colmena (1973, Victor Erice). La sceneggiatura, opera dello stesso regista, mette insieme un vedovo strafalario (leggi post dedicato se non conosci il termine) che quasi in isolamento, in un mondo tutto suo, ed una tredicenne estremamente smaliziata e intraprendente che subdolamente lo circuisce e riesce a manipolarlo, pur rimanendo al di fuori della sfera sessuale. Tanti bravi caratteristi interpretano gli interessanti personaggi di contorno che includono il parroco (amico e confidente del vedovo), il sergente della Guardia civil, la numerosa famiglia della ragazzina che vive nella stessa caserma essendo il padre guardia, la maestra, la coppia tuttofare che assiste il vedovo nella casa e nel campo. Situazioni al limite del reale non solo per un paesino spagnolo di provincia, ma queste erano evidentemente le precise intenzioni di Jaime de Armiñán che riesce a creare le giuste crescenti tensioni fino all'epilogo, prevedibile, ma non troppo scontato nei modi.
La venganza (Juan Antonio Bardem, Spa/Ita, 1958)
Prima
candidatura Oscar per un film in lingua spagnola. Produzione italo spagnola con
un cast internazionale di rilievo; fra i protagonisti Raf Vallone, Carmen
Sevilla e Jorge Mistral, ma in piccole parti ci sono anche Fernando
Rey ed Arnoldo Foà. I due precedenti film del regista Juan
Antonio Bardem (famiglia di cineasti, zio di Javier) restano però i
suoi due indiscussi migliori prodotti: Calle Mayor (1956) e Muerte
de un ciclista (1955). Questo, come molti lavori dei migliori cineasti
spagnoli dell’epoca, fu molto condizionato dalla censura franchista; fu cambiata
l’epoca (dal franchismo ai primi anni ’30) e il titolo che è equivoco rispetto
al vero messaggio di riconciliazione nazionale e per non suscitare le proteste
dei catalani, inoltre pare che siano state tagliate scene per circa un’ora.
Los Tarantos (Francisco
Rovira Beleta, Spa, 1963)
Terza candidatura
Oscar fra i film spagnoli, fra questo e La venganza ci fu la
comedia negra Placido (1961, Luis García Berlanga). In
comune con il film di Juan Antonio Bardem appena trattato, c’è una faida e un
amore scoppiato fra appartenenti a fazioni opposte, ma in questo caso, invece
di uno sparuto gruppo di mietitori itineranti, si affrontano famiglie di
gitani, sempre pronti alle provocazioni, alle risse e agli accoltellamenti,
anche mortali. A tutto ciò si aggiungono danze e canti, ovviamente dei generi
del flamenco. Ciò ha anche giustificato l’inserimento nel cast di Carmen
Amaya, indiscussa migliore a bailaora e cantante dell’epoca; morì poco
dopo questa sua ultima interpretazione, a soli 50 anni.
Burn Burn Burn (Chanya Button, UK, 2015)
Originale dramedy in stile humor inglese, di tema necrofilo e rapporti interpersonali, fra familiari, amici e perfetti sconosciuti. Il filo conduttore non è certo originale (dispersioni delle ceneri di un amico secondo sue precise volontà) ma la ricca serie di incontri, personaggi e situazioni è senza dubbio fuori dal comune e molto anglosassone. Le due giovani amiche del defunto, molto legate fra loro ma di carattere quasi opposto, dovranno portare le ceneri in 4 specifiche località dell'UK seguendo le istruzioni registrate in un video che mostra anche il progredire della malattia di Dan. Ci sarà modo di toccare tanti temi fra i quali omosessualità, sesso facile, alcolismo, abbandono, rimorsi, tradimenti, sette, elaborazione del lutto, e chi più ne ha più ne metta.
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