Interessantissimo documentario, collage di spezzoni estrapolati
da decine e decine di altri documentari e da filmati dell’Istituto Luce,
alcuni di oltre un secolo fa. Il tema principale, ovviamente, è la religiosità
popolare, con un misto di processioni, feste patronali, riti propiziatori di
derivazione pagana, balli e canti di accompagnamento, attività tradizionali
relative all’agricoltura e alla pesca. Ma i punti di interesse non finiscono
qui … sono affascinanti le riprese effettuate nelle case, con una marea di
bambini che dividono un misero pasto con i genitori, un matrimonio, una mattanza della
tonnara di Favignana, la tammurriata alla Madonna
dell’Avvocata, i balli e la musica. La colonna sonora comprende non solo molte
registrazioni originali ma anche altri pezzi scelti e/o composti da Ambrogio
Sparagna. La fotografia è apprezzabile nel suo complesso (lavoro di
tanti differenti cineasti) in quanto riesce a mettere in risalto i volti di
bambini paffuti e sorridenti, così come quelli rugosissimi di anziane e
anziani, giovani madri e lavoratori; ogni primo piano racconta una storia, o
almeno ce la fa immaginare. Il documentario è arricchito dalla lettura di testi di Pasolini, Silone, Soldati, Gramsci, De
Seta e altri autori da parte di Sonia Bergamasco e Fabrizio
Gifuni.
Poche sono le riprese a colori, spesso alternate a quelle di decenni prima in bianco e nero, come nel caso della processione dei serpari a Cocullo (AQ), in occasione della festa di San Domenico, classico esempio di antico rito pagano adattato alle ragioni della Chiesa. Qui come in molte altre manifestazioni pseudoreligiose, è evidente la sottilissima linea divisoria fra fede e superstizione e la frequente prevalenza della devozione verso i Santi, più che a Madonne, Gesù e Dio stesso.
I lunghi titoli di coda comprendono l'elenco di tutti i video dai quali sono stati tratti gli spezzoni (indispensabile per chi volesse tentare di recuperarne qualcuno al quale è particolarmente interessato) e ciò dà l’idea dell’enorme quantità di materiale che è stato visionato e selezionato. Allo stesso tempo mette in evidenza quella che si potrebbe considerare una pecca di Pannone, l’essere stato forse frettoloso (o mancarono tempo e/o soldi?) nel chiudere il suo lavoro ad appena un’ora e un quarto; alcune scene durano veramente pochissimi secondi. Gran parte dei filmati visionati dal regista (anche quelli che non ha ritenuto opportuno prendere in considerazione) meriterebbero probabilmente un'accurata visione integrale. Per ora accontentiamoci di questo bel montaggio, considerandolo un trailer delle ore e ore di pellicola esistenti.
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