Anche se apprezzate
una buona tazza di cioccolata, forse non sapete abbastanza delle sue origini.
Nel 2013 a Quito (Ecuador)
una equipe di archeologi dimostrarono che il cacao si coltivava e consumava già
5.500 anni fa nell’Amazonia ecuadoriana. Nello stesso studio si trovarono anche
numerose prove di scambi commerciali. Parallelamente l’Instituto Nacional de
Antropología e Historia de México appurò la presenza di vasellame contenente
cacao risalente al 1750 a. C. (3.770 anni fa). Ricerche in Honduras confermano
che già nel 1000 a. C. il chocolate si consumava abitualmente in
quella regione e che furono gli Olmechi della costa quelli che ne scoprirono il
processo per la preparazione. Successivamente divenne bevanda preferita dei
nobili e potenti Maya e ciò è molto ben documentato e recipienti colmi di
bevande a base di cacao si ponevano perfino nelle tombe dei re maya. Gli
Aztechi, stabiliti in aree più alte non adatte alla coltivazione del cacao, proprio
per tale motivo andarono a conquistare le basse terre costiere fra Chiapas e
Guatemala dove se ne produceva in abbondanza e di ottima qualità. Fu solo dopo
l’arrivo degli spagnoli (che promossero la coltivazione della canna) che lo zucchero
fu aggiunto alla bevanda originale rendendola più somigliante a quella moderna
e presto si diffuse anche in Europa grazie soprattutto agli ordini religiosi.
In Messico ancora
oggi sono proposte tre diverse bevande a base di cacao: il pozol
e due tipi di chocolate, alla española e alla francesa.
Il prima è la più simile
alla bevanda originale, di solito dicendo solo pozol si intende
quello di cacao, anche se ne esistono altri tipi. Nei mercati, se non venduta
come bevanda da consumare sul posto (foto sopra), la combinazione di mais e cacao viene commercializzata
sotto forma di una pasta molto densa da diluire successivamente. Si possono
aggiungere zucchero, latte o l’onnipresente chile (peperoncino).
Le altre due si distinguono
per il liquido utilizzato: latte per la francesa e acqua (addensata
con farina di mais) per la española. A differenza di tè e
caffè, in centroamerica la cioccolata è sempre servita con qualche tipo di
dolce, tipicamente con i famosi churros, e spesso aromatizzata
con cannella.
Ma si dovrebbe
dire cioccolata o cioccolato? Si può usare l’uno o l’altro
termine ma, come spiegato in modo preciso dall’Accademia della Crusca in
questo articolo pieno di riferimenti storici, la versione femminile è
comunemente associata alla bevanda e la maschile alle forme solide.
E infine, quale
pianta fornisce il cacao? Si tratta di un albero di 5-10 metri di altezza, Theobroma cacao, attualmente più
diffuso nelle aree tropicali africane che in quelle originarie centroamericane,
in particolare Ecuador. La polvere di cacao si estrae dai suoi semi, contenuti
nel frutto di forma ovale (come una palla da rugby) e ricoperti da un sottile
strato di dolcissima polpa biancastra commestibile (foto sopra). Si mette in bocca l’intero
seme e si succhia la polpa fino a rimuoverla tutta prima di sputare la parte
dura, il seme vere o proprio (provata in Amazzonia, ottima).
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