Ed ecco una cinquina eccellente, con le due
parti di Ivan Grozny di Eisenstein, il suo precedente Alexander Nevsky (1938) e due film con il bel tenebroso Charles
Boyer, francese trasferitosi in USA, un’icona dell’epoca.
94 Ivan
Grozny I (Sergei Eisenstein, URSS, 1944) tit. it. “Ivan il
Terribile” * con Nikolay
Cherkasov, Serafima Birman, Lyudmila Tselikovskaya * IMDb 7,6 RT
100%
95 Ivan
Grozny II (Sergei Eisenstein, URSS, 1958) tit. it. “La congiura dei
Boiardi” * con Nikolay
Cherkasov, Serafima Birman, Pavel Kadochnikov * IMDb 7,7 RT
100%
Ho trovato anche questo dvd in biblioteca, in una edizione non eccellente
ma più che buona grazie al fatto che parte da un ottimo restauro. Nel complesso, penso
che sia il miglior lavoro di Eisenstein
(autore anche della sceneggiatura), specialmente la prima delle tre parti
previste. La seconda fu girata nel 1944-46 ma fu distribuita solo nel 1958 in
quanto fu bloccata per motivi politici e la terza, iniziata nel 1946 fu subito
sospesa per le suddette critiche e poi, a seguito della morte del regista, il
progetto fu definitivamente abbandonato.
Pur essendo una produzione degli anni ’40, lo stile riflette molto
quello tipico del cinema muto, con numerose analogie con quello espressionista,
ma ha il vantaggio di poter contare con la tecnologia molto più avanzata di
quella disponibile negli anni '20. Di conseguenza, la fotografia è eccezionale, mettendo in risalto non
solo ogni dettaglio dei volti ripresi in primo piano (in varie occasioni mi ha
ricordato quelli in La passion de
Jeanne d'Arc, 1928, di Dreyer),
ma pure gli ambienti, gli arredi, i costumi; anche i campi lunghi e totali sono
più che incisivi. La recitazione tende volutamente al teatrale, a volte con
gestualità enfatizzata, gli angoli di ripresa sono scelti ad arte, luci e ombre
(spesso enormi) sono chiaramente "impossibili", ma drammaticamente
significative e richiamano molto le scene caratteristiche dell'espressionismo.
Gli attori sono tutti più che bravi e, ovviamente, sono dominati da Nikolay Cherkasov (nei panni dello Zar) e Serafima Birman che interpreta magistralmente la parte della sua
nemica giurata, la subdola matriarca boiarda Efrosinia. A tutto ciò si aggiunge
un commento sonoro originale - puntuale e pertinente in ogni occasione -
composto nientemeno che da Sergei
Prokofiev, che non penso abbia bisogno di presentazioni.
Film da guardare e ri-guardare ... vero grande cinema senza tempo.
92 Gaslight
(George Cukor,
USA, 1944) tit. it.”Angoscia” (sic!) * con Charles Boyer, Ingrid Bergman, Joseph
Cotten, Angela Lansbury * IMDb 7,8 RT
86% * 2 Oscar (Ingrid Bergman protagonista e scenografia) e 5 Nomination (miglior film, Charles Boyer protagonista,
Angela Lansbury non protagonista, sceneggiatura e fotografia)
Come se non bastasse la mia mania di dare continuità alle visioni
seguendo generi, registi e attori, spesso incappo con la pura casualità. Appena
recuperata una buona copia di Algiers
(vedi rec. in basso) mi sono imbattuto in quest’altro ottimo film che
vede Charles Boyer nelle vesti di protagonista,
affiancato da Ingrid Bergman e Joseph Cotten. Titolo mai sentito
nominare, a dispetto del cast di tutto rilievo e dei 2 Oscar e 5 candidature,
ma forse mi era passato sotto gli occhi e scartato per il terribile titolo
italiano (la maggior parte di questi drastici cambiamenti sono fuorvianti o
oltremodo poco invitanti, destinati solo ad attirare pubblico; idem per molte locandine).
Altra analogia è che la famosa Hedy
Lamarr che si era distinta in Algiers,
rifiutò sia questo ruolo che quello successivo di Ilsa Lund in Casablanca, in entrambe i casi
rimpiazzata dalla Bergman.
Tornando al film, si tratta di un ottimo noir ambientato a Londra, ben
costruito, ben diretto e ottimamente interpretato, non solo dai primi attori ma
anche dai pochi di contorno fra i quali si registra l’esordio dell’allora
19enne Angela Lansbury (proprio la Signora in Giallo!) che per l’interpretazione della molto
indisponente cameriera ottenne la sua prima Nomination Oscar.
Senz’altro consigliato.
91 Algiers
(John Cromwell,
USA, 1938) * con Charles Boyer,
Sigrid Gurie, Hedy Lamarr * IMDb
6,9 * 4 Nomination (Charles Boyer
protagonista,
Già visto molti anni fa in bassa definizione , ho voluto guardarlo di
nuovo, in attesa di trovare “l’originale” Pépé
le Moko (1937, di Julien
Duvivier). Infatti questo non è altro che un pedissequo remake americano del
suddetto film francese di grande successo dell’anno prima, con Jean Gabin come protagonista. Sempre
sulla base dello stesso romanzo poliziesco di Henri La Barthe, 10 anni più tardi sarebbe giunto Casbah (con Yvonne De Carlo,
Tony Martin, Peter Lorre) e infine nel 1949 la parodia italiana Totò le Moko (diretta da Carlo Ludovico Bragaglia), ma pochi
conoscono gli illustri precedenti sulla quale fu (ben) basata.
Algiers vanta un
notevole cast internazionale; oltre a Charles
Boyer, uno dei più famosi latin lover (sullo schermo) dell'epoca, francese
appena trasferitosi negli USA al suo secondo film oltreoceano, ci sono non solo
due bellezze dell'epoca quali l’austriaca Hedy
Lamarr (all’epoca definita “la donna più bella del mondo”) e l’americana Sigrid Gurie, ma anche il canadese Gene
Lockhart (Nomination Oscar per questa sua interpretazione del viscido Regis)
e, nei panni dell’imperturbabile ispettore Slimane, il maltese Joseph Calleia (tanti ottimi noir per
lui: The Touch of Evil, Gilda, The Glass Key, ...).
Bella l’ambientazione esotica nel dedalo della casbah di Algeri, molto
interessante la caratterizzazione dei personaggi, dai componenti della banda di
Pépé ai vari membri della polizia, ai turisti in cerca di avventura.
Rivisto con molto piacere, lo consiglio ... nel frattempo proseguo nella
mia ricerca di una buona copia di Pépé
le Moko.
93 Alexander Nevsky (Sergei Eisenstein, URSS, 1938) * con Nikolay Cherkasov, Nikolai
Okhlopkov, Andrei Abrikosov * IMDb
7,7 RT 94%
Più che buono come tutti i film diretti da Eisenstein, ma certamente inferiore ai due Ivan
Grozny. Trovo che la parte dedicata alla battaglia fra russi e
teutonici sia dedicato troppo tempo a discapito della trama che rimane di per
sé debole. C’è da considerare tuttavia, che la “propaganda” aveva all’epoca un
ruolo fondamentale e che lo stesso Stalin sosteneva e lodava le opere che
esaltassero le gesta e l’eroismo del popolo russo. Anche Nikolay Cherkasov, lo stesso che avrebbe poi interpretato lo Zar
Ivan, non dà il meglio di sé essendo relegato nel ruolo di un personaggio che
si limita a fare proclami ed arringare popolo e soldati.
Ciò sconfessa in modo evidente l'equazione bellezza = stupidità.
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