Come annunciato, questa è una cinquina
composta da film che molti non avranno mai sentito nominare, eppure ognuno ha
la sua importanza, a prescindere dalla qualità (comunque mediamente più che
buona).
Leggere per credere ...
I film sono disposti in ordine di (mio) gradimento,
il numero indica solo l'ordine di visione. In attesa di importarle nel mio
sito, e finché Google+ rimarrà attivo, si può accedere a tutte le altre micro-recensioni cliccando sui poster in queste pagine
11 La Commissaria (Aleksandr Askoldov, Rus,
1967-1987) tit. or. “Komissar” * con Nonna Mordyukova, Rolan Bykov, Raisa
Nedashkovskaya * IMDb 7,6 * 4 premi e Nomination all’Orso d’Oro a Berlino 1988
Strano caso di un'opera
prima, rimasta unica, edita dopo 20 anni dalla fine delle riprese. Il regista
Askoldov, fu censurato per non aver voluto cambiare alcune scene del film (in
particolare il personaggio ebreo) e, come se non bastasse, fu espulso dal
partito per “inettitudine” e come “parassita sociale”, esiliato da Mosca e gli
fu vietato di girare qualunque altra cosa. Solo col la glasnost di Gorbaciov le
pizze (miracolosamente ancora custodite negli archivi KGB) furono recuperate e
lo stesso Aleksandr Askoldov riuscì a completare il montaggio definitivo in
modo da poter proiettare il film al Festival di Mosca 1987, ma solo l’anno
seguente fu definitivamente sdoganato con la prima in Europa (occidentale) alla
Berlinale, dove al regista furono attribuiti ben 4 premi oltre alla Nomination
all’Orso d’Oro.
A prescindere da ciò, Komissar è un ottimo
film, con una sceneggiatura interessante e significativa, ma soprattutto è ben
girato. Veramente notevole il montaggio parallelo onirico parto/guerra.
Oltre a consigliarne caldamente la visione, suggerisco anche la
lettura di questo articolo
apparso sul New York Times in occasione della recente
morte del regista (12/5/2018).
14 Timbuktu (Abderrahmane Sissako,
Mauritania/Fra, 2014) * con Ibrahim Ahmed, Abel Jafri, Toulou Kiki * IMDb
7,2 RT 98% * Nomination Oscar * 2 premi a Cannes e Nomination Palma
d’Oro
Visualmente
bello e ben fatto, i contenuti mi hanno lasciato un po' perplesso ... comunque
un film che fa ulteriormente pensare alle idiozie e cattiverie umane, ancor più
odiose quando le si vogliono mascherare e giustificare in nome di una religione
ampiamente mal interpretata.
Nonostante la drammaticità delle varie situazioni, viene proposta
un'immagine di un ambiente oltremodo tranquillo, nel quale spesso, ma non
sempre, le donne dimostrano maggior buonsenso.
Un film da guardare, candidato all'Oscar 2015 come miglior film
non in lingua non inglese; per la cronaca vinse il polacco Ida (che non ho visto) e
gli altri 3 erano il russo Leviathan,
il buon e più conosciuto argentino Relatos salvajes e l’ottimo
estone/georgiano Mandariinid (del
quale consiglio la visione).
13 Samsara (Pan Nalin, India, 2014) *
con Shawn Ku, Christy Chung, Neelesha Barthel * IMDb 7,8 RT 100% (da solo
5 recensioni)
Parte
molto bene, con meravigliosi panorami tibetani esaltati da una splendida
fotografia. Dal momento in cui appaiono i protagonisti si continua a rimanere
incantati dagli edifici, dai coloratissimi originali costumi e dai dettagli
dalla vita quotidiana di monaci e persone comuni. Il tema di fondo proposto
nella prima parte è anch’esso avvincente e in qualche modo filosofico ma, dopo
un po’ Samsara comincia a perdere slancio e diventa un semplice film ambientato
nelle povere campagne del subcontinente indiano, con una banale love story, in
parte romantica ma con inaspettate divagazioni kamasutra.
Ho
letto che le riprese sono andate avanti per ben 7 anni e che per trovare gli
unici tre attori professionisti sono stati necessari infiniti casting in ogni
angolo del mondo (Shawn Ku è newyorkese, Christy Chung canadese, Neelesha
Barthel tedesca) ... alla fine sembra tutta fatica sprecata. Ciò che c’è di
buono nel film sono i paesaggi, le comparse e gli interpreti locali (tibetani
originali) e il concetto di fondo che si può riassumere così: “è facile
rinunciare a qualcosa che non si conosce direttamente, ma molto più difficile
se si sono sperimentati i suoi lati positivi”. Anche la fotografia (perfetta
all’inizio) scade molto con le riprese di interni con luci impossibili.
Senz’altro
da guardare anche solo per i paesaggi e i costumi, ma siate pronti ad annoiarvi
dopo la prima delle quasi due e mezza ora del film.
15 Salmo Rosso (Miklós
Jancsó, Ung, 1972) tit. or. “Még kér a nép” * con Andrea Drahota, Gyöngyi Bürös, Erzsi
Cserhalmi * IMDb 7,0 Nomination Palma d'Oro e premio come miglior regista
a Jancsó a Cannes
Non
è certo da disprezzare, ma non regge il confronto con gli altri 3 film di
Jancsó visti appena pochi giorni fa, né come contenuti, né come realizzazione.
Oltretutto si avvicina troppo al genere musical. Vale quanto già detto in
merito a piani-sequenza, cavalli, puszta, e via discorrendo.
12 El
elefante y la bicicleta (Juan Carlos Tabío, Cuba, 1994) * con
Luis Alberto García, Lillian Vega, Raúl Pomares * IMDb 7,3
Commedia moderna cubana,
basata su un'idea “quasi geniale", purtroppo non sviluppata a dovere. El
Isleño, dopo aver trascorso 2 anni in prigione per una falsa accusa del ricco
prepotente locale, ritorna alla sua piccola isola (un’immaginaria Santa Fe) con
un carrozzone di cinema itinerante (siamo ancor in piena epoca del muto, anni
'20) e trova la sua promessa madre di un figlio, certamente non suo. Tutto ciò
che segue viene proposto fra sogno e realtà con gli veri abitanti che si vedono
nel film proiettato nei panni dei “buoni” o dei “cattivi”, in situazioni
parallele a quelle reali. Divertente e originale, ma molto amatoriale ... a
parziale discolpa del regista si deve sottolineare che a Cuba 25 anni fa
certamente non c’erano grandi studios né ricchi produttori.
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