venerdì 25 gennaio 2019

7° gruppo di 5 micro-recensioni 2019 (31-35)

Questo settimo gruppo è molto vario ma l’eccellenza è solamente una: la saga epica di Siberiade. Il tanto “pompato” La favorita supera Picnic solo per lo sfarzo della scenografia e dei costumi. Ecco i 5 in ordine di mio gradimento.

    

33  Sibiriada  (Andrey Konchalovski, Rus, 1979) tit. it. Siberiade” * con Nikita Mikhalkov, Vitali Solomin, Sergey Shakurov * IMDb  8,1  RT 35% * Gran Premio della Giuria e Nomination Palma d’Oro a Cannes
Famoso (ma non in Italia) film epico di Konchalovski, che già si era fatto apprezzare quale sceneggiatore di Andrej Rublev (di Tarkovski, 1966), che narra le vicende di una minuscola comunità della Siberia, dagli inizi del ‘900 fino agli anni ’60. Sostanzialmente segue i burrascosi rapporti fra due famiglie (una di possidenti e una di proletari) che ovviamente invertono la loro posizione sociale dopo la rivoluzione. Un film senz’altro ottimo, la cui trama può essere presa come valida per qualunque altro posto situato ai confini della civiltà e quindi trascurato per poi diventare oggetto di interesse per la sua ricchezza nascosta vale a dire i giacimenti gas e petrolio.
Nella descrizione di personaggi ed eventi, Konchalovskiy inserisce spesso molta ironia e varie scene fanno venire in mente alcune di quelle proposte da Kusturica un paio di decenni più tardi. Interessanti anche gli spezzoni di filmati originali che separano le varie epoche, da quelli relativi alla rivoluzione a quelle della guerra e a quelle conclusive dell’industrializzazione.
Purtroppo, non ho potuto apprezzarlo appieno in quanto la versione proposta in dvd era stata ridotta di circa un’ora dalle originali 4 ore e 35’. Comunque, 3h30’ sono più che sufficienti per farsi una buona idea della qualità del film. Ho visto che in commercio esiste anche la versione integrale, agli eventuali interessati consiglio di controllare la durata prima di procedere all’acquisto o al download.

32  Te doy mis ojos (Icíar Bollaín, Spa, 2003) tit. it. Ti do i miei occhi” * con Laia Marull, Luis Tosar, Candela Peña * IMDb  7,5  RT 91% * 7 Goya, 4 Premi a San Sebastian
Buon film sul tema della violenza coniugale, molto apprezzato non solo in Spagna dove è sempre inserito fra i migliori nelle varie classifiche (per quanto contino). Seppur in Festival “minori”, ha raccolto oltre 40 premi in tutto il mondo. Buora la sceneggiatura e ottime le interpretazioni di tutto il cast e non solo dei mattatori Laia Marull e Luis Tosar, nei ruoli secondari si nota Antonio de la Torre, all’epoca non ancora divenuto uno dei migliori attori ispanici attuali.
L’analisi dei personaggi e gli avvenimenti sono in linea di massima più che credibili, senza essere edulcorati né esagerati. In questo sostanziale equilibrio mi è sembrato di leggere anche una non tanto velata critica a chi dovrebbe fornire supporto psicologico (in questo caso inefficace e non lungimirante), mentre viene sottolineato l’indispensabilità del sostegno di familiari e amici.
“Piccolo film”, serio e ben realizzato. Risulta essere stato distribuito anche in Italia.
      

31  The Favourite (Yorgos Lanthimos, Irl/UK, 2018) tit. it. La favorita” * con Olivia Colman, Emma Stone, Rachel Weisz * IMDb  8,0  RT 94%  *  10 Nomination Oscar 2019  *  Premio della Giuria a Venezia e premio Olivia Colman miglior attrice
Avevo già anticipato questa recensione (più lunga del solito) qualche giorno fa ... la ripropongo a beneficio di chi non l’avesse letta.
Pur non conoscendo tutti gli altri candidati penso che siano certamente giustificate le Nomination nelle categorie scenografia, costumi, fotografia e montaggio. Per le altre 6 (la metà delle quali alle attrici e poi miglior film, regia e sceneggiatura) concedo il beneficio del dubbio, ma non penso che siano effettivamente da Oscar. Non mi consola più di tanto il fatto che almeno non sia stato preso in considerazione anche il molto sui generis commento sonoro che a pertinenti brani di musica da camera alterna minuti interi scanditi da un ossessionante ticchettio con due suoni ben distinti che si alternano ritmicamente.
The Favourite mi è apparso troppo commedia provocativa e dissacrate (per l’ambiente della corte inglese) e in più occasioni scade in inutili seppur brevi scene di dubbio gusto, che poco o niente hanno a che vedere con la trama principale. Lanthimos indubbiamente spicca un gran salto in avanti rispetto ai suoi precedenti lavori, tutti molto discussi e discutibili, ma anche in questo caso, pur avendo la critica dalla sua parte, ha diviso nettamente il pubblico (basta dare un’occhiata alle tante recensioni da 1 e 2) e, man mano che il film giunge nelle sale dei vari paesi, il rating scende.
In questo film il regista propone varie soluzioni interessanti ma eccede nella quantità. Le riprese con grandangoli o addirittura fisheye sono a volte geniali, ma nel complesso troppe e quindi stucchevoli e ripetitive; lo stesso valga per le riprese frontali con il soggetto che si muove ma sempre alla stessa distanza dall’obbiettivo; le luci molte volte sono quasi naturali (cosa che apprezzo a differenza di chi improvvisamente illumina una stanza a giorno con la flebile fiamma di una sola candela), ma non è certo paragonabile a ciò che fece Kubrick in Barry Lindon oltre 40 anni fa, mentre altre volte sono assolutamente inconsistenti con il solo scopo di mettere in mostra i ricchissimi arredamenti, oggetti e suppellettili.
In conclusione, un film dalle qualità molto contrastanti e certamente non omogenee, secondo me sopravvalutato che comunque vale la pena guardare ... ma non aspettatevi un capolavoro.

34  Picnic (Joshua Logan, USA, 1956) * con William Holden, Kim Novak, Betty Field * IMDb  7,2  RT 27% * 2 Oscar (scenografia e montaggio) e 4 Nomination (miglior film, regia, Arthur O'Connell non protagonista, commento sonoro)
Film a me assolutamente sconosciuto, che tuttavia si è rivelato essere niente male. Sul versante dei “pro” ci sono la buona descrizione della vita in una piccola cittadina di provincia, emblema del sogno americano, e le ottime interpretazioni dei tanti personaggi che ruotano attorno ai protagonisti. Tanti volti noti, specialmente fra gli adulti, fra i quali spiccano Arthur O'Connell (che fu candidato all’Oscar) e Rosalind Russel (che in carriera vanta ben 4 Nomination).
Di contro c’è l’inadeguatezza della scelta degli interpreti principali (evidenti le maggiori età rispetto ai personaggi) e la parte - per fortuna breve - della improbabile love story. A parte questo, il film è ben strutturato e la maggior parte dei personaggi “comuni” sono ben descritti e assolutamente reali.

35  I'm Sam (Jessie Nelson, USA, 2001) tit. it. Io sono Sam” * con Sean Penn, Michelle Pfeiffer, Dakota Fanning * IMDb  7,6  RT 35% * Nomination Oscar Sean Penn protagonista
Pieno di buone intenzioni, spesso tendente allo strappalacrime, politically correct ma molto poco plausibile, come le prospettive proposte che non sono neanche oggettivamente condivisibili. Senz'altro bravo Sean Penn ed anche la quasi esordiente Dakota Fanning; originale il gruppo di amici del protagonista. Infine, un film del genere non dovrebbe durare oltre due ore barcamenandosi fra scene ripetitive e/o scontate.

I film sono disposti in ordine di (mio) gradimento, il numero indica solo l'ordine di visione. In attesa di importarle nel mio sito, e finché Google+ rimarrà attivo, si può accedere a tutte le altre micro-recensioni cliccando sui poster in queste pagine

1 commento:

  1. Molto bello Ti dò i miei occhi. Non lo ricordo nei dettagli ma mi colpì molto positivamente anni fa.

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