Questo settimo gruppo è molto vario ma l’eccellenza
è solamente una: la saga epica di Siberiade. Il tanto “pompato” La
favorita supera Picnic solo per lo sfarzo della
scenografia e dei costumi. Ecco i 5 in ordine di mio gradimento.
33 Sibiriada (Andrey Konchalovski, Rus, 1979) tit. it. “Siberiade” * con Nikita Mikhalkov, Vitali Solomin, Sergey Shakurov * IMDb 8,1 RT 35% * Gran Premio della Giuria e Nomination Palma d’Oro a Cannes
Famoso (ma non in Italia) film epico di Konchalovski,
che già si era fatto apprezzare quale sceneggiatore di Andrej Rublev (di
Tarkovski, 1966), che narra le vicende di una minuscola comunità della Siberia,
dagli inizi del ‘900 fino agli anni ’60. Sostanzialmente segue i burrascosi
rapporti fra due famiglie (una di possidenti e una di proletari) che ovviamente
invertono la loro posizione sociale dopo la rivoluzione. Un film senz’altro
ottimo, la cui trama può essere presa come valida per qualunque altro posto
situato ai confini della civiltà e quindi trascurato per poi diventare oggetto
di interesse per la sua ricchezza nascosta vale a dire i giacimenti gas e
petrolio.
Nella descrizione di personaggi ed eventi, Konchalovskiy
inserisce spesso molta ironia e varie scene fanno venire in mente alcune di
quelle proposte da Kusturica un paio di decenni più tardi. Interessanti anche
gli spezzoni di filmati originali che separano le varie epoche, da quelli
relativi alla rivoluzione a quelle della guerra e a quelle conclusive dell’industrializzazione.
Purtroppo, non ho potuto apprezzarlo appieno
in quanto la versione proposta in dvd era stata ridotta di circa un’ora dalle
originali 4 ore e 35’. Comunque, 3h30’ sono più che sufficienti per farsi una
buona idea della qualità del film. Ho visto che in commercio esiste anche la
versione integrale, agli eventuali interessati consiglio di controllare la
durata prima di procedere all’acquisto o al download.
32 Te doy
mis ojos (Icíar Bollaín, Spa, 2003) tit. it. “Ti do i miei occhi” * con Laia
Marull, Luis Tosar, Candela Peña * IMDb 7,5 RT 91% * 7 Goya, 4 Premi a San Sebastian
Buon film sul tema
della violenza coniugale, molto apprezzato non solo in Spagna dove è sempre
inserito fra i migliori nelle varie classifiche (per quanto contino). Seppur in
Festival “minori”, ha raccolto oltre 40 premi in tutto il mondo. Buora la
sceneggiatura e ottime le interpretazioni di tutto il cast e non solo dei
mattatori Laia Marull e Luis Tosar, nei ruoli secondari si nota Antonio de la
Torre, all’epoca non ancora divenuto uno dei migliori attori ispanici attuali.
L’analisi dei
personaggi e gli avvenimenti sono in linea di massima più che credibili, senza
essere edulcorati né esagerati. In questo sostanziale equilibrio mi è sembrato
di leggere anche una non tanto velata critica a chi dovrebbe fornire supporto
psicologico (in questo caso inefficace e non lungimirante), mentre viene
sottolineato l’indispensabilità del sostegno di familiari e amici.
“Piccolo film”,
serio e ben realizzato. Risulta essere stato distribuito anche in Italia.
31 The
Favourite (Yorgos Lanthimos, Irl/UK, 2018) tit. it. “La favorita” * con Olivia Colman,
Emma Stone, Rachel Weisz * IMDb 8,0 RT 94%
* 10 Nomination Oscar 2019 *
Premio della Giuria a Venezia e premio Olivia Colman miglior attrice
Avevo già
anticipato questa recensione (più lunga del solito) qualche giorno fa ... la
ripropongo a beneficio di chi non l’avesse letta.
Pur non conoscendo
tutti gli altri candidati penso che siano certamente giustificate le Nomination
nelle categorie scenografia, costumi, fotografia e montaggio. Per le altre 6
(la metà delle quali alle attrici e poi miglior film, regia e sceneggiatura)
concedo il beneficio del dubbio, ma non penso che siano effettivamente da
Oscar. Non mi consola più di tanto il fatto che almeno non sia stato preso in
considerazione anche il molto sui generis commento sonoro che a pertinenti
brani di musica da camera alterna minuti interi scanditi da un ossessionante
ticchettio con due suoni ben distinti che si alternano ritmicamente.
The Favourite mi è apparso troppo commedia
provocativa e dissacrate (per l’ambiente della corte inglese) e in più
occasioni scade in inutili seppur brevi scene di dubbio gusto, che poco o
niente hanno a che vedere con la trama principale. Lanthimos indubbiamente
spicca un gran salto in avanti rispetto ai suoi precedenti lavori, tutti molto
discussi e discutibili, ma anche in questo caso, pur avendo la critica dalla
sua parte, ha diviso nettamente il pubblico (basta dare un’occhiata alle tante
recensioni da 1 e 2) e, man mano che il film giunge nelle sale dei vari paesi,
il rating scende.
In questo film il
regista propone varie soluzioni interessanti ma eccede nella quantità. Le
riprese con grandangoli o addirittura fisheye sono a volte geniali, ma nel
complesso troppe e quindi stucchevoli e ripetitive; lo stesso valga per le
riprese frontali con il soggetto che si muove ma sempre alla stessa distanza
dall’obbiettivo; le luci molte volte sono quasi naturali (cosa che apprezzo a
differenza di chi improvvisamente illumina una stanza a giorno con la flebile
fiamma di una sola candela), ma non è certo paragonabile a ciò che fece Kubrick
in Barry Lindon oltre 40 anni fa, mentre altre volte sono assolutamente
inconsistenti con il solo scopo di mettere in mostra i ricchissimi arredamenti,
oggetti e suppellettili.
In conclusione, un
film dalle qualità molto contrastanti e certamente non omogenee, secondo me
sopravvalutato che comunque vale la pena guardare ... ma non aspettatevi un
capolavoro.
34 Picnic (Joshua Logan, USA, 1956) * con William Holden, Kim Novak,
Betty Field * IMDb 7,2 RT 27% * 2 Oscar (scenografia e montaggio) e
4 Nomination (miglior film, regia, Arthur O'Connell non protagonista, commento
sonoro)
Film a me
assolutamente sconosciuto, che tuttavia si è rivelato essere niente male. Sul
versante dei “pro” ci sono la buona descrizione della vita in una piccola
cittadina di provincia, emblema del sogno americano, e le ottime
interpretazioni dei tanti personaggi che ruotano attorno ai protagonisti. Tanti
volti noti, specialmente fra gli adulti, fra i quali spiccano Arthur O'Connell
(che fu candidato all’Oscar) e Rosalind Russel (che in carriera vanta ben 4
Nomination).
Di contro c’è l’inadeguatezza
della scelta degli interpreti principali (evidenti le maggiori età rispetto ai personaggi) e la parte
- per fortuna breve - della improbabile love story. A parte questo, il film è
ben strutturato e la maggior parte dei personaggi “comuni” sono ben descritti e
assolutamente reali.
35 I'm Sam
(Jessie Nelson,
USA, 2001) tit. it. “Io
sono Sam” * con Sean Penn, Michelle Pfeiffer, Dakota Fanning * IMDb 7,6 RT
35% * Nomination Oscar Sean Penn protagonista
Pieno di buone
intenzioni, spesso tendente allo strappalacrime, politically correct ma molto poco
plausibile, come le prospettive proposte che non sono neanche oggettivamente condivisibili.
Senz'altro bravo Sean Penn ed anche la quasi esordiente Dakota Fanning; originale
il gruppo di amici del protagonista. Infine, un film del genere non dovrebbe
durare oltre due ore barcamenandosi fra scene ripetitive e/o scontate.
I film sono disposti in ordine di (mio) gradimento, il numero indica solo l'ordine di visione. In attesa di importarle nel mio sito, e finché Google+ rimarrà attivo, si può accedere a tutte le altre micro-recensioni cliccando sui poster in queste pagine
Molto bello Ti dò i miei occhi. Non lo ricordo nei dettagli ma mi colpì molto positivamente anni fa.
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