Con il cap. Galano, presidente dell’ass.
Mitilianea, ero andato a fare una passeggiata a Punta della Campanella e con
mio enorme stupore vidi due recinzioni di rete metallica appena messe in opera,
che dalla stradina andavano fino al ciglio delle scarpate a est e a ovest (golfi di Salerno e di Napoli), barriera
resa ancor più insuperabile da linee di filo spinato sopra di essa. Proprio in
quel momento gli operai stavano “quagliando”
il cancello a traverso della strada ai cui pilastri sarebbero poi state
agganciate le reti rendendo di fatto inaccessibile l’intera area. Avendo portato a termine nei primi anni ’90 una ricognizione completa di tutte le strade pubbliche di Massa Lubrense per la redazione del mio Progetto Tolomeo (“per la segnatura di 100km di itinerari pedonali ...”) sapevo con certezza che la strada era comunale e solo le aree ai lati erano del Demanio Marittimo.
Quindi,
salutai i lavoratori e mi infilai fra cancello e rete (non ancora agganciata)
per continuare la mia passeggiata lungo la strada comunale. Il capomastro, che
mi conosceva ed era al corrente delle mie attività, con una certa arroganza mi disse “Questa è l’ultima
volta che passi, ma da domani non passi più”, quasi a sottolineare che mi
stesse facendo un piacere concedendomi di raggiungere la torre per l'ultima volta; al che, con simile tono, risposi “Passo adesso e pure domani e dopodomani”.
lettera sottoscritta da 6 associazioni culturali massesi (12 gennaio 1998)
Così cominciò la “sfida” ... nata da uno scambio di battute fra due “civili” e sviluppatasi con un braccio di ferro durato molti mesi fra il Comune di Massa Lubrense (immediatamente sollecitato da quasi tutte le associazioni locali e poi appoggiato anche da quelle di livello nazionale, oltre a Enti, esponenti di partiti politici e personalità della cultura) ed il Ministero della Difesa, Demanio Marittimo, con denunce alla Procura e ricorsi legali, fino a giungere al TAR e ad uno scontro fra i ministri Melandri (Beni Culturali) e Andreatta (Difesa).
Immediatamente cominciai ad allertare telefonicamente chi pensavo dovesse e potesse intervenire direttamente o almeno far sentire la propria voce, per ruolo istituzionale o per essere rappresentante di associazioni culturali, e la mattina dopo andai a protocollare la summenzionata lettera (scansione in basso).
Come anticipato, la risposta a questa "prepotenza" fu immediata, diretta ed efficace grazie alle azioni del comandante della P. M. Marcia che venne a verificare la situazione e procedette al sequestro immediato dell'opera (10/1) dopo aver avuto il via libera dal magistrato di turno, del vice-sindaco Mosca che martedì 13 gennaio emise ordinanza (documento sopra a sinistra) intimando al ten. col. Minervini (direttore del Genio Militare per la Marina di Napoli) l'immediato ripristino dello stato dei luoghi, al sindaco Alfonso Gargiulo che il 15/1 indisse una conferenza stampa da tenersi il sabato (17/1) "al fine di informare correttamente l'opinione pubblica locale e nazionale" (documento in alto a dx).
Così iniziò questa lunga storia che, fra promesse, proclami, delusioni e colpi di scena, andò avanti per quasi 9 anni dopo, fino al 18 dicembre 2006, quando l'area contesa fu definitivamente acquisita al patrimonio comunale di Massa Lubrense.
Nel prossimo post farò un sunto di questo lungo periodo, successivo ai concitati primi giorni di "scandalo nazionale". Ovviamente, pubblicherò altri documenti e articoli dell'epoca, alcuni dei quali "divertenti".
Molto interessante, grazie!
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