* Fiesta de los cacharros (Valle de La Orotava, Tenerife, Canarias)
* Arrastre de latas (Algeciras, Andalucia)
Due feste
infantili simili, di origini incerte e comunque diverse, legate a due
località molto distanti fra loro.
La prima si
celebra (almeno nella versione attuale) la sera del 29 novembre, vigilia della
festa di Sant'Andrea, patrono di Icod de los Vinos. Qui e in altri
centri del Valle c'è la tradizione di
mettere insieme una quantità di latte, lattine e scatole di banda stagnata
creando soprattutto "serpenti" più o meno lunghi, ma i più creativi
le uniscono nelle forme più strane.
Cacharro significa piccolo
recipiente, ma anche coccio o una cosa vecchia in genere. Ragazzi e bambini nei
giorni precedenti si procurano non solo barattoli e latte ma addirittura
bagnarole e piccoli elettrodomestici, insomma qualunque cosa che, trascinata
per strada, faccia rumore.
L’origine, come
detto, non è certa. Oltre ad una teoria che la lega al mettere in fuga le
streghe con il gran fracasso, tutte le altre sono connesse con Sant’Adrea e il
vino. Una leggenda
vuole che San Andrés zoppicasse, ma non
si sa se per malformazione o per essere ubriaco e comunque los cacharros gli sarebbero stati legati ai vestiti da bambini
impertinenti. Più o meno simile quella che narra che i bambini svegliano il
santo al suono di cacharros per non
farlo arrivare tardi alla sua festa, qui legata al vino (apertura delle
cantine) che viene accompagnato da castagne arrostite nelle classiche "fornacelle" tronco-coniche. Oltre un paio di
settimane di ritardo rispetto all’italica tradizione secondo la quale "a San Martino ogni mosto è vino" (11
novembre), ma qui siamo alle Canarie.
«Hoy es día 29,/ víspera de San Andrés./
Las castañas están al fuego,/ el vino ya está en el jarro/ y en el Puerto de la
Cruz/ todos ruedan el cacharro».
Oggi è 29, vigilia di Sant’Andrea. Le castagne
sono sul fuoco, il vino nel boccale a
Puerto de la Cruz tutti “ruedan el
cacharro”.
Fino agli anni
’80 è stata una gran festa, poi cadde quasi nell’oblio per poi tornare di moda
nei luoghi di produzione (La Orotava,
Icod de los Vinos, ecc.) e a Puerto de la Cruz dove venivano lavati
i barili.
La seconda,
detta anche Cabalgata de las latas, è invece connessa con l'epifania, festa
molto sentita in tutta la Spagna in
quanto è allora che i bambini ricevono i loro regali più importanti. Alla
festività ci si riferisce come Los Reyes "("I Re",
ovviamente Magi).
Anche in questo
caso le ipotesi in merito all'origine e significato sono molteplici. I bambini
il 5 gennaio devono farsi sentire dai Magi poiché il malvagio " gigante de Botafuego" in quel
giorno crea una coltre di nubi o fumo che oscura le luci della città e di
conseguenza Los Reyes passano oltre
senza lasciare alcun dono. Più semplicemente altri sostengono che anticamente i
bambini univano tutti i giocattoli rotti o vecchi (un tempo per lo più di
latta) per ricordare ai Magi che avevano bisogno di riceverne di nuovi.
Pur essendo
caratteristica di Algeciras (alle
cui spalle si trova Botafuego) , attualmente
feste simili si svolgono anche a Tarifa
e Cadice entrambe a pochi km di
distanza, lungo la costa della parte più meridionale della penisola iberica. La
sfilata rientra nella ben più importante Cabalgata
de los Reyes.Il termine cabalgata non significa solo “cavalcata” (sebbene sia l'origine della parola), ma una sfilata in genere, con o senza cavalli, spesso con carri, persone in costume, ecc.
Nessun commento:
Posta un commento