Proprio
non ci arrivo, ma certamente altri sanno quello che fanno.
Oggi
su Monte San Costanzo ho visto
numerose piantine che qualcuno spera diventino querce visto che al mio occhio poco esperto sono sembrati lecci (Quercus ilex) e roverelle
(Quercus pubescens).
Ma
non è questo il problema, del fatto che si piantino alberi sono sempre
contento, ma perché in un’area che è già tutta verde e che rimane verde da anni
nonostante gli incendi? A mio modesto parere sarebbe molto più opportuno
piantare alberi in zone che necessitano verde e non dove non ce n’è alcun
bisogno.
Mi
permetto di fare qualche altra osservazione:
- per quanto ne so, lungo i pendii di Monte San Costanzo da secoli sono stati eretti muretti a secco in modo da creare terrazzamenti da utilizzare a fini agricoli. Una volta che i campi sono stati abbandonati, una notevole varietà di arbusti ed erbacee della macchia mediterranea ha “naturalmente” provveduto a ricoprire tutto di verde. Sono mai esistite querce sul Monte? Si sta “ripristinando lo stato dei luoghi” o si (e)seguono le idee - per me balzane - di qualcuno?
- per
mettere a dimora queste piantine era veramente necessario scavare tanto tutt’intorno
rovinando la vegetazione “naturale”,
spontanea e locale? Guardate il disastro con le tante radici sono state
lasciate esposte ... chi ha scavato non sembra essere tanto esperto, né rispettoso della natura.
- ove mai queste piantine diventassero effettivamente querce (ma ne dubito visto anche il precario stato di alcune di loro già adesso) si sarebbe ottenuto solo una cortina di fogliame, un ostacolo ad uno splendido panorama.
Sembra
che viga ancora il vecchio detto: “Chi si sveglia per primo comanda ...”
Monte San Costanzo è un luogo bellissimo
che però, per ragioni diversissime fra loro, viene continuamente “attaccato” da
interventi umani, alcuni forse giusti, altri socialmente utili o dannosi per la
salute, altri ancora misteriosi: pineta (anni ‘50-‘60), strada aperta con
dinamite per il “radar” e poi lo stesso modificato più volte (radiazioni
eccessive?), più recentemente l’invasione delle croci (assolutamente troppo invasive,
benissimo aggiustare il sentiero e anche sistemare una Via Crucis, ma non
sarebbe stato meglio evidenziare le stazioni in modo più “leggero” ed eventualmente
artistico?), i pini ai lati della salita verso la cappella (anche questo lavoro
a mio parere fuori luogo e mal eseguito visti i risultati) e infine le querce!
Di queste ultime non si sente proprio la mancanza in quanto, se crescessero, farebbero scomparire alla vista il pendio della foto in alto, che all'inizio della primavera si tinge del rosaceo degli asfodeli.
Quanto
altro dovrà sopportare ‘o Monte?
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