Varie settimane fa,
cercando in rete citazioni della mia tanto amata Carta di Napoli e Dintorni del
1819, mi
sono imbattuto in questo documento che vi propongo (e suggerisco di leggere): Cartografie della Provincia di Napoli
Si tratta di un estratto del volume pubblicato dalla Provincia di Napoli nel 2007 dal titolo “Due secoli della Provincia, due secoli nella Provincia”. Fra i vari argomenti trattati, da autori diversi e autorevoli, c’è anche un capitolo interamente dedicato alla cartografia, a firma di Floriana Galluccio, docente presso l’Università Orientale di Napoli.
Si tratta di un estratto del volume pubblicato dalla Provincia di Napoli nel 2007 dal titolo “Due secoli della Provincia, due secoli nella Provincia”. Fra i vari argomenti trattati, da autori diversi e autorevoli, c’è anche un capitolo interamente dedicato alla cartografia, a firma di Floriana Galluccio, docente presso l’Università Orientale di Napoli.
Chiaramente si dà
ampio spazio alla Carta borbonica del
1819, ma la dotta dissertazione inizia trattando della carta di Luigi Marchese
(1802), che però non include la Penisola Sorrentina. Dopo aver
ampiamente discusso delle due suddette carte viene presentata la carta di
Benedetto Marzolla, Provincia di Napoli e contorni (1848), a scala molto minore, ma
egualmente interessante in quanto rappresenta l’intero Golfo di Napoli e, a
sud-est si spinge fino a Salerno.
Le poche quote riportate sono misurate in passi, composti da 7 palmi ed equivalenti a 184,57 cm . Quindi i 263 passi di San Costanzo equivalgono a circa 485m e i 780 di Sant'Angelo a Tre Pizzi a 1439m, misurazioni molto accurate considerata la strumentazione dell’epoca.
Di questa carta
accludo un paio di scansioni parziali che ritengo possano interessare la
maggior parte dei lettori di questo Blog. Procedendo verso
est, la prima comprende l’isola di Capri e l’intera Penisola Sorrentina, fino a Capo Sottile (Praiano), includendo Faito e Sant’Angelo a Tre Pizzi,
mentre
la seconda rappresenta la Costiera Amalfitana, da Positano fino a oltre Salerno includendo la parte orientale dei Lattari dal Faito e
Sant’Angelo a Tre Pizzi, fino al Cerreto e l'Avvocata (questa tuttavia non citata in carta).
Per quanto riguarda la toponomastica faccio notare alcune particolarità, a mio modo di vedere,
interessanti:
* i dittonghi sono sempre scritti con la "j": Majori, Prajano, Fajto, Trasajella ...
* Arola viene denominata La Rova, come nella carta del 1819 e di questo toponimo già discussi
nel post dell'1 settembre;
* ad Agerola sono riportati Li Galli, Pianillo
e Campora, tralasciando le frazioni più meridionali vale a dire San Lazzaro e Bomerano;
* fra i Casali alti
di Vico ci sono La Rova (Arola), Preazzano e Ticciano, ma manca Mojano;
* il Cerreto è individuato come Monte Cerciti;
* nelle immediate vicinanze Catacerra sta per Cala
Cerva e Vitareto per Vetara.
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