“L’incendio ed il successivo scoppio presso l’infrastruttura in argomento è avvenuto il mattino del 6 agosto 1969.”
Pertanto, oltre alla data esatta - con precisazione
della parte della giornata - ho appreso anche che lo scoppio fu conseguente ad
un incendio, fatto al quale nessuno dei tanti terminesi e marinieri
(M. della Lobra e M. del Cantone) da me intervistati aveva fatto riferimento.
Al contrario, quasi tutti avevano precisato che sorsero forti sospetti che
l’evento fosse stato causato volontariamente proprio da un fanalista (così sono chiamati localmente, più corretto sarebbe farista), fatto mai dimostrato, almeno a quanto ne sappia io.
Avendo aggiunto al mio quesito principale “sarei felice di conoscere anche quella (data) di inizio attività”, il suddetto Comando ha gentilmente fornito detta
informazione con una precisazione che ha suscitato in me ulteriore curiosità:“Per completezza di informazione, si comunica che il faro è stato attivato a cura del Regno delle due Sicilie nel 1848 su un fabbricato a due piani già esistente.”
Ovviamente, mi riferisco all'essere venuto a conoscenza del fatto che nel 1848 già vi
fosse un fabbricato a due piani, distinto dalla Torre Minerva, che si trovava a monte.
Risolto un interrogativo, ne
sorge un altro, anzi due poiché Stefano Ruocco (presidente dell’Archeoclub
locale, al corrente della mia ricerca), oltre a un paio di foto qui riportate, mi ha inviato il documento qui in basso che, secondo me, aveva mal interpretato
vedendolo come un progetto di costruzione, datato proprio 1848, nel qual caso il fabbricato non sarebbe
stato preesistente, contraddicendo quanto riportato nei registri del Regno
delle Due Sicilie.
A mio parere, si tratta invece di un preventivo o consuntivo economico per la sola “accensione” del faro al primo anno di attività, avvalorato dal fatto che i
costi delle “fabbriche” sembrano non congrui per la costruzione dell’intero
edificio e quindi dovrebbero essere relativi al solo adattamento. Ma c’è di più, se la "Pianta" in basso a sinistra illustra la posizione
esatta del fabbricato - a valle della Torre Minerva e separato da essa - nonché l’accesso
tramite le scale in buona parte ancora oggi visibili, la ripartizione dei vani e la terrazza semicircolare che si affaccia sul mare, nel “Prospetto” si vede
la lanterna chiaramente posizionata davanti ad un edificio ad un solo piano e non “su un fabbricato a due piani” come invece è scritto
nei documenti e come in si vede dalle fotografie d’epoca. La faccenda si fa sempre più confusa ...
Avevo preparato questo testo stamattina prima di andare
a Napoli a cercare ulteriori notizie e foto dell'evento da aggiungere a quelle
surriportate ma, scorrendo le edizioni sia Il Mattino che il Roma dei giorni
successivi, non ne ho trovato cenno. Per ora, pur non avendo la certezza assoluta della data,
dobbiamo prendere per buona quella fornita da MariFari.
Sarò "costretto" a continuare le mie ricerche per cercare di risolvere quest'altro "mistero di Punta della Campanella".
Anch’io sapevo che fu il farista a far esplodere il faro. Anni fa in previsione di un’esercitazione del Soccorso Alpino (costiero��) feci delle ricerche su internet per trovare delle foto del tratto di costa e mi apparì una del faro, così intervistai Salvatore De Simone il quale mi raccontó la sua versione dell’accaduto.
RispondiEliminaGrazie per questo approfondimento che stai facendo, ci dai come sempre notizie utili a noi che frequentiamo la zona. Grazie ancora
Luigi Esposito
Anch’io sapevo che fu il farista a far esplodere il faro. Anni fa in previsione di un’esercitazione del Soccorso Alpino (costiero😂) feci delle ricerche su internet per trovare delle foto del tratto di costa e mi apparì una del faro, così intervistai Salvatore De Simone il quale mi raccontó la sua versione dell’accaduto.
RispondiEliminaGrazie per questo approfondimento che stai facendo, ci dai come sempre notizie utili a noi che frequentiamo la zona. Grazie ancora
Luigi Esposito
Grazie mille Giovanni per la tenace ricerca e la pronta divulgazione di questi interessanti approfondimenti, anche il corredo fotografico è superbo!Cari saluti.
RispondiEliminaGrazie Giovanni!
RispondiEliminaGrazie Giovanni!
RispondiEliminagrazie Giovanni! come sempre i tuoi articoli sono molto interessanti
RispondiEliminaCaro Giovanni, il papà di un mio carissimo amico è il figlio del farista di Capri che ha scritto:Lo scoppio avvenne a causa di una perdita di gas,ho conosciuto personalmente l’addetto di quel momento ma di non ricordarne il nome.
RispondiEliminaCit. Bartolo Petrone
grazie per l'interessante notizia. Mi sono sempre chiesto perche' non si e' mai pensato di ricostruire l'edificio che potrebbe essere adibito a riferimento turistico per i tanti escursionisti che ogni giorno raggiungono la Punta?
RispondiEliminaGiovanni noi giovani abbiamo bisogno di persone come te...grazie mille per il tuo interesse.
RispondiEliminaAvendo prestato servizio presso il COMANDO ZONA FARI TARANTO,presso la Reggenza dei fari di Brindisi.Li ho conosciuto personalmente il farista che all epoca dell esplosione faceva servizio a Punta Campanella.I fari andavano ad acetilene,notoriamente un gas molto pericoloso.Il personale non abitava al faro ma stava a Termini e andava al faro per i controlli,vi fu una perdita di gas dalle bombole e si innescò l esplosione.
RispondiEliminaGrazie per la testimonianza!
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