sabato 30 aprile 2016

Altro cibo tradizionale ... peculiare delle coste mediterranee

Crithmum maritimum ... il nome non dirà niente alla maggior parte di voi, ma forse qualcuno lo conosce con il suo nome comune: finocchio marino. Si tratta di una pianta che cresce spontanea lungo i litorali mediterranei, anche molto vicino all'acqua in quanto alofila (resistente all'aria salmastra).

Ieri proprio all'inizio della mia escursione fotografica, prima di intraprendere il sentiero costiero fra Cala Sant Esteve e Cala Rafalet ho notato due persone, a una certa distanza fra loro e armati di grandi buste, che raccoglievano erbe al limite della cantera (una vecchia cava di pietre). Come era facile immaginare, sono sceso sulle rocce e ho "intervistato" il giovanotto che staccava con cura le foglie più tenere del fonoll marì (nome in catalano del Crithmum).
Mi ha spiegato che ne utilizza le foglie per preparare dei sottaceti molto apprezzati, caratteristici della gastronomia maiorchina eppure quasi sconosciuti a Menorca (notizia confermata dal mio anfitrione). Lui è uno dei pochi a produrli (ma solo per uso proprio) con la collaborazione e sotto la guida della moglie (mallorquina). La sua ricetta è estremamente semplice: tenere in aceto (di vino) le foglie per almeno 6 mesi, ma lui le tiene un anno prima di utilizzarle come aperitivo con il classicissimo pan amb oli (pane e olio).

Ho quindi effettuato una breve ricerca e, come al solito quando si tratta di prodotti tradizionali, ce ne sono tante diverse, seppur di poco.
Riassumendo:
  • nella maggior parte dei casi si lavano semplicemente le foglie
  • alcuni dicono che lo si debba fare con acqua di mare per farle mantenere più consistenti
  • per lo stesso motivo altri aggiungono sale e pochi ceci (3, 5 o 7 - comunque sempre in numero dispari ...)
  • qualcuno raccomanda di asciugarle accuratamente prima di coprirle con l’aceto
  • altri le tengono in acqua e sale per un mese e poi le mettono sotto aceto e così possono durare fino a 3 anni
  • in alternativa, qualcuno le sbollenta brevemente
  • anche la fase di macerazione varia da un minimo di un mese fino all’anno (forse eccessivo) del giovanotto che ho incontrato
  • la suddetta macerazione varia comunque anche in funzione della concentrazione dell’aceto che va dal 100% fino ad una miscela molto blanda di 7 parti d’acqua per una di aceto (12,5%)
Tutti concordano nel suggerire l’utilizzo di contenitori di vetro, con chiusura non metallica (l’aceto la potrebbe ossidare).
Già pronti per il consumo sono abbastanza cari e costano mediamente 15 Euro/kg.
Anche lungo le coste italiane c’era l’abitudine di utilizzare il finocchio marino, ma a quanto ho letto pare che lo si continui a usare quasi esclusivamente nelle Marche e soprattutto in Puglia.
Le foglie fresche possono essere aggiunte alle insalate o a sughi per la pasta, a mo’ di prezzemolo. C’è anche chi le frigge in pastella (dovrebbero avere un sapore simile ai carciofi).
Altre brevi notizie: il Crithmum maritimum ha proprietà depurative, digestive, diuretiche, stimolanti in quanto agisce sulle ghiandole endocrine e sulla tiroide; è ricco di iodio, oligoelementi, sali minerali, beta-carotene, proteine, aminoacidi e vitamina C e per quest’ultimo motivo fin dall’epoca dei romani fu utilizzato dai marinai come antiscorbutico.

NB - tutto quanto scritto deriva da quanto ho appreso mediante chiacchierate con menorquini (non erboristi, né medici, né botanici) e da notizie recuperate in rete. Se qualcuno volesse "sperimentare", prima di procedere sia ben sicuro di utilizzare la pianta giusta e si informi in merito alle proprietà effettive ed eventuali controindicazioni!

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