Continuando a cercare fra i titoli probabili candidati Oscar come miglio film, eccone altri cinque, quattro dati praticamente per sicuri, uno di seconda fascia. Su tali ipotesi non sono del tutto d’accordo. Per aggiornarvi i siti di solito più affidabili (Variety e Indiewire) coincidono per 9/10 nella lista dei favoriti (in ordine alfabetico): Belfast, CODA, Dune, King Richard, Licorice Pizza, No Time to Die, The Power of the Dog, The Tragedy of Macbeth, West Side Story. In quanto al decimo, Indiewire punta su Nightmare Alley mentre Variety preferisce Tick, Tick … Boom!, spostando l’altro fra quelli di seconda fascia, nella quale entrambi pongono: Being the Ricardos, Don’t Look Up, Parallel Mothers. Colpisce il fatto che Joel Coen abbandoni le dark comedy per Shakespeare, contemporaneamente a Branagh (shakespeariano per eccellenza) che si cimenta in una commedia. Ciò detto, per quanto possano valere le previsioni, ecco le 5 micro-recensioni, nelle quali fornirò qualche opinione anche in merito a candidature in altre categorie.
The Tragedy of Macbeth (Joel Coen, 2021, USA)
Primo film tutto
di Joel Coen che quindi si sgancia dal fratello Ethan e propone
un testo teatrale assolutamente classico. Un ottimo cast interpreta il dramma shakespeariano che si sviluppa
in scenografie minimaliste e quasi moderne. Protagonista principale è un ottimo
Denzel Washington (dato per favorito per l’Oscar) mentre la moglie è interpretata
dalla solita altrettanto brava Frances McDormand (nella vita reale
moglie di Joel). L’ottima fotografia esalta il bianco e nero con
immagini nitide e forti contasti, tanto che i neri spesso prevalgono sui grigi
(vedi trailer). Purtroppo, temo che questo ottimo lavoro non otterrà grande
successo di pubblico per essere oggettivamente “pesante”, per essere
parlato in inglese arcaico e per essere in bianco e nero; anche se sembra che
finalmente questo sia meglio accettato negli ultimi anni e non viene più visto
come un limite (vedi The Artist e Roma), esiste
ancora una grossa fetta di pubblico che lo rifiuta a priori.
Belfast (Kenneth
Branagh, 2021, UK)
Commedia drammatica che descrive la vita di una onesta famiglia protestante irlandese in un’area popolata anche da cattolici e si trova nel bel mezzo dei violenti scontri del 1969. La piccola comunità bi-religiosa tenta di rimanere neutrale mentre viene praticamente relegata nella sua strada, ma non è cosa facile. Il vero protagonista è Buddy, vivace ragazzino di una decina di anni, molto ben interpretato dal piccolo Jude Hill. Girato (quasi tutto) in un piacevole bianco e nero che ritrae scenografie molto nitide con esterni evidentemente posticci. La madre di Buddy, personaggio ben delineato e interpretato da Caitriona Balfe, pur presentandosi come amorevole e premurosa appare a dir poco irritante e mancante di senso pratico. Se guardate la versione originale avrete modo di apprezzare un po’ di accento irlandese.
PS - Poche ore fa è stato assegnato il Golden Globe a Kenneth Branagh per la sceneggiatura, era in lizza anche per altri 6 (miglior film, regia, Caitriona Balfe, Jamie Dornan e Ciarán Hinds non protagonisti, canzone)
Don't Look Up (Adam McKay, 2021, USA)
Commedia, quindi storia da non prendere troppo sul serio, che affronta però vari temi abbastanza scottanti. In breve, una ricercatrice astronoma (Jennifer Lawrence) scopre che una cometa si sta dirigendo verso la terra e (se non succederà niente) la colpirà dopo qualche mese. Insieme con il suo capo (Leonardo DiCaprio), che conferma i dati, inizieranno una peregrinazione per cercare di informare politici, scienziati, stampa e quindi la popolazione di tale prospettiva, ma presto si rendono conto di avere di fronte tanti potenti della politica, economia, comunicazione, scienze e chi più ne ha più ne metta, che, per interesse, scetticismo o ignoranza, li ostacolano apertamente. Certo alcuni personaggi sono un po’ troppo caricaturali (come la Presidentessa USA, Meryl Streep), ma penso fosse l’unica via per non associare in modo evidente i protagonisti dell’incredibile storia a personaggi reali. Suppongo che la fredda accoglienza da parte della critica derivi proprio dal fatto di ironizzare troppo sulla politica americana, sulle collusioni con industriali/finanzieri e il cattivo uso degli enti di difesa e sicurezza. A mio modesto parere, tuttavia, è commedia molto più sagace, ironica e divertente di Licorice Pizza che vanta rating migliori. Nomination Golden Globe per miglior commedia o musical, sceneggiatura e Jennifer Lawrence e Leonardo DiCaprio protagonisti.
The Power of the Dog (Jane Campion,
2021, Aus)
Quasi tutti lo
danno come favoritissimo per l’Oscar assoluto, miglior film. Certamente
è un dramma ben girato in un’ambientazione poco frequente … praticamente un
western degli anni ’20 in un grande allevamento in Montana. Quattro personaggi
caratterizzati in modo preciso e di indole molto diversa creano una perenne tensione
che spesso fa temere sviluppi imprevedibili. Ben girato alternando i campi
lunghi degli esterni per lo più semidesertici (riprese effettuate in Nuova
Zelanda) a quelli descrittivi degli interni dell’enorme magione tutta in legno,
ampia e confortevole, per quanto spartana. Jane Campion (Oscar per Lezioni
di piano, 1993) sembra prediligere storie tormentate fra personaggi
che vivono in luoghi isolati, al limite della civiltà. Pur essendo un film più
che buono, non è certo al livello degli Oscar di anni fa, ma per l’attuale tendenza
di discendente qualità potrebbe anche vincere. Comunque, a giudicare dai
rating, pare che sia stato apprezzato molto più dalla critica (95% su RT) che dal
pubblico (solo 7,0 su IMDb, il peggiore di questa cinquina).
PS - Poche ore fa ha vinto 3 Golden Globes (miglior film, regia e Kodi Smit-McPhee non protagonista); era in lizza anche per altri 4 (Benedict Cumberbatch protagonista, Kirsten Dunst non protagonista, sceneggiatura e commento musicale)
CODA (Sian Heder
2021, USA)
Commedia
buonista, remake del francese La famille Bélier (2014, Éric
Lartigau), ma cambia l’ambientazione da una azienda agricola ad una
peschiera; inoltre, la protagonista è qui sorella minore, mentre nel film
francese il fratellino era il più piccolo. Entrambe le ragazze scoprono di
essere dotate per il canto e si trovano a dover scegliere fra la loro vita (potenzialmente
di successo in campo artistico) e il continuare ad essere interpreti per la
famiglia. Curioso apprendere che l’utilizzo di normodotati nel film francese
scatenò grandi polemiche … in CODA i produttori sono corsi ai
ripari e sia i genitori che il fratello della protagonista sono effettivamente
sordomuti. CODA è acronimo di Child of Deaf Adults = figlio di sordi.
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