181 Una
donna sulla luna (Fritz Lang, Ger, 1924) tit. it. “Frau im Mond” * con Klaus Pohl, Willy Fritsch, Gustav von Wangenheim *
IMDb 7,4 RT 71%
Ottimo film di Lang, a me precedentemente del tutto sconosciuto, ben
diverso dai suoi soliti drammi. Si sviluppa brillantemente fra i generi sci-fi,
crime, romantico, avventura, drammatico e perfino un po’ di commedia. Trama
avvincente, piena di sorprese, narrata con perfetta scelta di tempi e con una
grammatica filmica tanto chiara da rendere quasi inutili i cartelli, a
prescindere dalle buone prove degli interpreti. Le visioni futuristiche alla Verne risultano particolarmente interessanti
così come le soluzioni scenografiche per il viaggio spaziale, con fondali e
disegni che riprendono in parte quelli di Méliès.
Buona parte del film tratta degli avvenimenti che precedono la
spedizione, che parte in fretta e furia con un equipaggio eterogeneo, assortito
all’ultimo istante. Considerato che il titolo anticipa che il viaggio di andata
avrà successo, resta il dubbio (fino all’ultimo minuto) in merito a chi tornerà
sulla terra .... forse. I singolari personaggi sono tutti ben descritti, così
come la rapida sequenza di incidenti concernenti il manoscritto degli studi,
progetti e disegni del prof. Manfeldt.
La sceneggiatura è tratta da un romanzo di Thea von Harbou, moglie di Lang
dal 1922, e curata dalla stessa, che fu coautrice di quasi tutti i muti diretti
dal consorte e anche del successivo eccezionale M - Il mostro di Düsseldorf (1931), in precedenza era stata anche
seceneggiatrice di Phantom (1922,
Murnau).
Le 2h40’ passano velocemente e piacevolmente. In rete si trovano
versioni di buona qualità
185 La
chute de la maison Usher (Jean Epstein, Fra, 1928) tit. it. “La caduta
della casa Usher” * con Jean Debucourt, Marguerite Gance, Charles Lamy* IMDb 7,4 RT 100%
Un classico fra i muti francesi, chiaramente tratto dal famoso omonimo racconto
di Edgar Allan Poe, con la seconda
parte molto “sperimentale”. Non troppo fedele alla storia originale, il regista
Jean Epstein (nato in Polonia, all’epoca
Impero russo) propone pochissima azione scegliendo di concentrarsi sulla descrizione
dei tetri ambienti della magione e nella creazione di un’aria di mistero e di angoscia.
I cartelli sono pochissimi e accade molto poco, ma le sequenze di dettagli,
ombre sinistre, ralenti situati ad arte, particolari quasi macro, sono
certamente notevoli e creano l’atmosfera desiderata senza aver bisogno di
effetti speciali e musica da thriller-horror.
Chi legge i credits non può fare a meno di notare che l’adattamento del
racconto è di Luis Buñuel e che l’attrice
protagonista è Marguerite Gance, che
l’anno prima aveva interpretato Charlotte Corday in Napoléon (1927), diretto da suo marito Abel Gance , il quale compare nelle prime scene di questo La caduta della casa Usher nei panni di
uno degli avventori del bar.
182 Quattro
intorno a una donna (Fritz Lang, Ger, 1921) tit. it. “Vier um die Frau” *
con Hermann Böttcher, Carola Toelle, Lilli Lohrer * IMDb 6,4
Girato pochi
mesi prima di Destino (1921), è l’ultimo
film “minore” del periodo tedesco di Lang.
Sceneggiato
come tanti altri dal regista insieme con la moglie Thea von Harbou, soffre un po’ della sua origine teatrale e la precisa
direzione e l’ottima fotografia non sempre sono sufficienti a superare questa “staticità”.
Vier um die Frau fu stato
considerato perso per molti anni, fin quando, nel 1986, nei depositi della a Cinemateca
de Sâo Paulo (Brasile) ne fu ritrovata una copia locale con titolo Corações Em Luta (lett. Cuori
in lotta).
183 Mizerere (Zaza Khalvashi, Georgia, 1996)
tit. int. “Miserere” * con
Zura Sturua, Manana Davitashvili, Nino Kasradze
Secondo film del regista del sorprendente Namme (2017) del quale ho scritto qualche giorno fa. Venti
anni prima Zaza Khalvashi aveva
già buone idee ma fra budget limitato e idee ancora “confuse” Mizerere è ben distante dalla
sua opera più recente. Sembra che fosse ancora indeciso su che strada prendere,
a tratti sembra sperimentale in stile Godard,
in altri casi già lascia intuire la sua ammirazione per Tarkovski. Trama e dialoghi volutamente vaghi trattano di politica
e rivoluzione non collocabili in nessun luogo e periodo particolare. Il regista
affermò che voleva descrivere i "demoni che vivono dentro e tra noi" invitando
tutti a “vergognarsi delle atrocità contro sé stessi e contro altri”.
Interessante, ma ben distante dalla qualità del suo più recente lavoro.
184 Buñuel
y la mesa del rey Salomón (Carlos Saura, Spa, 2001) tit. it. “Buñuel e la
tavola di re Salomone” * con El Gran Wyoming, Pere Arquillué, Ernesto Alterio *
IMDb 5,7 RT 36%p
Un film di Saura con Buñuel
come personaggio principale, affiancato dai suoi amici di gioventù Salvador Dalì e Federico Garcia Lorca, non me lo potevo lasciar scappare, pur
sapendo che che gode di scarsa
reputazione. In effetti non sono ancora riuscito a capire perché Saura (notoriamente amico e grande
estimatore del regista aragonese) abbia avuto l’idea di co-sceneggiare e
dirigere questo film, fra il surreale, il fantasy e il dramma. Il soggetto
potrebbe anche essere considerato meritevole ma, per come è stato sviluppato in
sceneggiatura, è diventato una serie di citazioni verbali e visive (molte
addirittura troppo evidenti) di tanti film di Buñuel e alcuni di Saura
(ma anche di altri come Metropolis,
di Lang) e dei rapporti fra i 3 che
furono amici solo fino alla Guerra Civile spagnola degli anni ’30 (Buñuel dovette fuggire oltreoceano, Dalì rimase a sostenere il franchismo, Lorca fu fucilato per essere
omosessuale e socialista). Alcune ambientazioni e scene rimandano invece
direttamente a film di avventura, tipo Indiana Jones.
Come se non bastasse, il cast è mal assortito e di livello non proprio
eccellente, comprende addirittura 2 “grandi attori” italiani: Armando de
Raza e Valeria Marini!
Può divertirsi (molto relativamente, cogliendo la tante citazioni) solo
chi conosca l’intera filmografia di Buñuel
e sa un poco dei lavori degli altri due, nonché dei classici del cinema in
generale; a chi è poco ferrato in tali campi la maggior parte del film sembrerà
puro nonsense.
Le oltre 1.400 precedenti micro-recensioni dei film visti a partire dal 2016 sono sul mio sito www.giovis.com; le nuove continueranno ad essere pubblicate su questo blog.
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