108 Ex Machina (Alex Garland, UK, 2014) * con Alicia Vikander, Domhnall
Gleeson, Oscar Isaac * IMDb 7,7 RT
92% *
Oscar per gli effetti speciali, Nomination per la sceneggiatura
Film originale (almeno per le mie conoscenze) nel genere sci-fi
robotico, arricchito da ottimi effetti speciali ... la protagonista
parzialmente trasparente è affascinante. Sono molti i temi sapientemente tirati
in ballo, al di là di quelli immediati dell’intelligenza artificiale (AI).
Inizia in un modo e poi prende pieghe inaspettate, volgendo a thriller
psicologico, al “romantico”, al filosofico, al crime. La sceneggiatura mantiene
una buona continuità e termina in modo quasi geniale. Gli attori (fra i quali
conoscevo solo Alicia Vikander) mi
sono sembrati più che convincenti.
In conclusione, una piacevole sorpresa ... consigliato.
107 Gattaca (Andrew Niccol, USA, 1997) tit. it “La
porta dell'universo” * con Ethan Hawke, Uma Thurman, Jude
Law, Alan Arkin * IMDb 7,8 RT
82% *
Nomination per la scenografia
Molto di quanto detto a proposito di Ex Machina vale anche per questo film del quale non avevo mai
sentito parlare in precedenza: sci-fi
originale, ben interpretato, spazia in vari generi. Quindi, anche questo mi ha piacevolmente
sorpreso, in particolar modo per alcune
sue analogie (seppur vaghe) al genere noir. Tempi e cadenza delle coincidenze e
dei twist sono più che buoni; oltre ad apprezzare per l’ennesima volta il
sottovalutato Alan Arkin ed il più stimato
Ethan Hawke, devo dire che anche Uma Thurman e Jude Law (per i quali non stravedo) mi sono sembrati all’altezza.
Singolare la scenografia, che ha meritato la candidatura, ma la strada per l’Oscar
è stata sbarrata da un colossal: Titanic.
Come anticipato, di Gattaca mi
sono piaciuti più che altro gli aspetti tendenti al thriller, la parte
futuristica l’ho vista più che altro funzionale alle indagini e alla sostituzione
di persona.
Merita senz’altro una visione.
109 The Mark of Zorro (Rouben Mamoulian, USA, 1940) tit. it
“Il segno di Zorro” * con Tyrone Power, Linda Darnell,
Basil Rathbone * IMDb 7,6 RT 100%
La trama differisce un poco da quella presentata più di frequente, e
anche dal personaggio originale creato nel 1917 da Johnston McCulley nel racconto The Curse of Capistrano. Il
personaggio di Zorro diventò immediatamente un beniamino del grande pubblico
e già nel 1920 fu protagonista del suo primo film, interpretato da Douglas Fairbanks. Questo con Tyrone Power fu il quinto e seguirono molti altri. Chiaramente è un film destinato al
grande pubblico, senza grandi pretese artistiche, tuttavia realizzato in modo
molto professionale.
L’anno successivo il trio Mamoulian-Power-Darnell
si ritrovò per un altro classico dell’epoca: Blood and Sand (Sangue e
arena).
Più che altro, oggi è una piacevole curiosità storica (del cinema).
110 The
King and I (Walter Lang, USA, 1956) tit. it. “Il Re ed io” *
con Yul Brynner, Deborah Kerr, Rita Moreno * IMDb 7,5 RT
96% * 5 Oscar (Yul Brynner protagonista, scenografia, costumi,
sonoro, commento musicale) e 4 Nomination (miglior film, regia, Deborah Kerr
non protagonista, fotografia)
Film ben noto che riprende un musical del 1951 di gran successo (3 anni
a Broadway), adattamento del romanzo storico di Anna e il re (1944), a sua volta basato sull’autobiografia della
vera Anna Leonowens (1870). Considerata la sua origine, furono mantenuti alcuni
pezzi musicali che, a mio parere, sono una vera palla al piede per il film. La
storia in sé mi è sembrata “un po’ razzista”, ma non saprei a chi dare la colpa
visti i tanti passaggi ... probabilmente proprio alla protagonista, inglese
nata in India in pieno periodo coloniale.
In sostanza, una buona commedia per famiglie, con ottimi interpreti
principali, accattivanti costumi e scenografie esotiche, ma niente di più.
106 El olivo (Icíar Bollaín, Spa, 2016) tit. it
“L'isola di corallo” * con Anna Castillo, Javier
Gutiérrez, Pep Ambròs * IMDb 6,9 RT
100%
Questo è il quarto degli 8 lungometraggi
diretti da Icíar Bollaín che
vedo e, pur avendo affrontato questa visione con una certa aspettativa, purtroppo sono rimasto deluso. In Flores de otro mundo (1999) e Te doy mis ojos (2003), aveva
affrontato dal punto di vista femminile temi più seri e, pur concedendo
qualcosa alla commedia, li aveva trattati sapientemente. Con También la lluvia (2011) si
avventurò in una storia abbastanza confusa ambientata in Bolivia, che combinava
la difficile realizzazione di un film su Cristoforo Colombo con problemi
sociali e ambientali. Pur avendo qualche merito, non mi era sembrato all’altezza
dei precedenti. Con El olivo mi
sembra che ricada nell’errore di voler combinare due argomenti, entrambi singolarmente
validi, senza riuscire a dare sostanza all’impresa né a una fisionomia precisa
al film. Ciò potrebbe anche essere attribuito a Paul Laverty, sceneggiatore anche di También la lluvia,
ma si deve considerare che quasi contemporaneamente a El olivo, firmò
anche l’ottimo dramma I, Daniel Blake (2016, Ken Loach).
Quindi, pur proponendo un apprezzabile
concetto di fondo, la regista non riesce né a divertire (come commedia), né a dire niente
di concreto in merito all'argomento ambientale e alle multinazionali mascherate da
"buoni" (come film serio). Resta discretamente sviluppato solo il
profondo rapporto affettivo nipote/nonno.
Non malvagio, ma certamente deludente.
Le oltre 1.400 micro-recensioni (riorganizzate in
una trentina di pagine linkate fra loro) restano online sul mio sito www.giovis.com e le nuove continueranno ad essere pubblicate, in
gruppi di 5, su questo blog.
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