La settimana scorsa Nando Fontanella
ha riproposto un articolo scritto in occasione del decennale del Parco
Regionale dei Monti Lattari (Monti Lattari: il parco mai partito compie dieci
anni - "2003-2013, da
Bassolino a Caldoro, tra sprechi e inefficienza"), questa volta con titolo
“Lattari: un anno è passato (sono 11) nulla è cambiato”
Al di là delle considerazioni che ognuno è chiaramente libero di
fare (opportunità di istituire il Parco, effetti sul territorio e indotto,
gestione, il più o meno recente cambio di denominazione e tanto altro) penso
sia interessante chiarirsi le idee in merito ad alcuni punti chiave
a cominciare dalla kafkiana amministrazione.
Nando illustra vari nodi strettamente burocratici (caratteristici
delle amministrazioni pubbliche italiane) che bloccano di fatto quasi qualunque
attività salvo poi, con una deroga, un codicillo o con un arguto artificio legale,
riuscire a spendere (male) un sacco di soldi.
Uno di questi casi, risalente a
vari anni fa, è stato senz’altro quello della (famigerata) realizzazione della cartina del
Parco per la quale fu fatto un bando, furono cambiati i requisiti in corso d’opera
e fu affidata ad una ditta non certo “titolata” nel campo della cartografia
turistica e tantomeno escursionistica, in base alla valutazione del gruppo di “esperti”,
pur non avendo presentato l’offerta più economica … Ricordo che furono lasciate fuori … scartate … case editrici di
livello nazionale e con una storia più che decennale alle spalle, alcune delle quali specializzate proprio in cartografia turistica ed escursionistica. E questo
sarebbe stato niente se poi il prodotto fosse stato almeno presentabile. Purtroppo,
come ben sa chi ha avuto fra le mani la cartina (con veste grafica pessima, seppur qualcuno
potrà arguire che questo tipo di valutazione è soggettiva), il
risultato finale fu pessimo ed è stato sempre ed unanimemente criticato.
Infatti fornisce dati oggettivamente errati, toponimi fantasiosi, mal trascritti o sconosciuti anche ai residenti, tracciati
di sentieri inesistenti e strade rotabili (ma solo a detta del compilatore) indiscutibilmente inventate come quella da Nocelle alla statale Amalfitana! Attenzione, non mi
sto riferendo a quella che passa per Montepertuso, ma quella che è stata
sovrapposta alle (reali) scale per Arienzo ed indicata come strada provinciale 425
(non un sterrata malandata). Per evitare ogni forma di dubbio (che potrebbe
lecitamente sorgere guardando la pendenza) hanno scritto SP425 sia sul tratto
esistente sia sulle scale.
Spero che questa “opzione” non sia inserita nelle mappe caricate
sui gps delle auto, altrimenti prima poi qualcuno tenterà di scendere le scale
a partire dal ponte o dal parcheggio … perché lo dice il gps! Ma in questo
caso lo dice la mappa (sbagliata).
Si sa che le carte sono gia di per se stesse piene di errori, anche le basi IGM (sia toponomastici che di localizzazione dei toponimi, quote etc) figuriamoci cosa può accadere se la loro realizzazione va affidata ai meno competenti...
RispondiEliminaComunque la SP425 risale a soli 20 anni fa, quindi è possibile che la carta anticipi il prolungamento della strada con la realizzazione di una "comoda" arteria rotabile che eviti gli scomodi +1500 gradini tra Arienzo e Nocelle e tagli in due quest'ultimo paesino per ricollegarsi all'altro tratto nell'idrogr. sin. del vallone Porto :-)
"Scherzi" a parte è davvero triste dover constatare quanto spesso qui al sud "amministrare" parchi e riserve significhi solo cercare di fare soldi alle spalle del territorio.
Lo si vede quando vengono fuori i fondi: in quel momento si cerca di spartirsi i soldi facendo opere inutili che giustifichino la maggiore spesa (e relativa "cresta") possibile, quindi inutili opere di stabilizzazione dei sentieri, scalinate con supporti lignei che in pochi anni diverranno un ricordo, cartellonistica e paletti monumentali e ridondanti e via dicendo. In poche parole il solito magna magna...
F. Raffaele
Le solite opportunità perse del nostro paese
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