Pur coinvolgendo migliaia di persone è una festa ordinata, molto piacevole, organizzata per il godimento di protagonisti e spettatori, ariosa, allegra, colorata e rumorosa al punto giusto. Ma la cosa più bella è che effettivamente è una festa per tutti e di tutti e traspare chiaramente l’enorme lavoro, fatto con passione, che c'è alle spalle. Ed è ancora più bello vedere la partecipazione convinta e sentita di persone di ogni genere e professione che probabilmente in tante altre parti del mondo sarebbero forse più "riservate".
Sfilavano tipi di tutte le età, razze, peso, sesso, stazza,
avvenenza o bruttezza, altezza, dai ballerini acrobatici ai portatori di
handicap, dagli ottuagenari ai lattanti (comunque in costume) in passeggino.
Molti, a giudicare dal portamento e dalla considerazione nella quale erano
tenuti, davano l'idea di essere nella vita stimati professionisti o persone di
successo, ma a Carnevale a Santa Cruz sono tutti uguali.
I gruppi in costumi molto colorati - in maggioranza “sontuosi” e ottimamente realizzati, di livello teatrale - si alternavano con ballerini che eseguivano coreografie di tutti i generi, gruppi infantili, scolastici, corali con musicisti al seguito, gruppi di tercera edad. E nessuno si preoccupava del proprio aspetto fisico, peso, età, altezza o forma; ognuno dei partecipanti era assolutamente a suo agio nel costume carnevalesco che indossava con gran disinvoltura.
Non era presente né la volgarità né l'ostentazione del
travestimento. Tutti si miscelavano alla perfezione: ballerine ampiamente
sovrappeso, drag queen ottuagenarie, infanti e adolescenti,
immigrati, distinti esponenti della terza età e signore raffinatissime che
procedevano con un incedere sicuro dal quale traspariva il gran numero di
sfilate alle quali avevano partecipato.
Oserei definirli professionisti del Carnevale, ma riferendomi esclusivamente alla professionalità con la quale ricoprono il proprio ruolo e non certo perché percepiscono un compenso, al contrario quasi sicuramente ci rimettono di tasca propria.
Scorrendo le oltre
50 foto di questo album, suggerisco di osservare i particolari e
anche i protagonisti che sono ai margini dell’inquadratura, meritano tutti.
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