Nonostante le
previsioni di poche gocce fino alle 9, per tutta la mattinata ci sono stati
brevi ma intensi scrosci di pioggia. Appena entrato all'Orto Botanico
dall'ingresso del personale, mi ha bloccato Iris invitandomi al party
mangereccio da lei organizzato per festeggiare Josh, appena nominata direttrice
degli Honolulu Botanical Gardens. Non c'è voluto molto per convincere Naomi (la
botanica con la quale sarei dovuto andare a rilevare la mappa di un altro Orto)
a rinunciare ad un giro sotto la pioggia e nel fango e cambiare il programma in
revisione di un'altra cartina e POTLUCK!
Cosa sarà mai un
potluck?
Semplice, è il termine comune con il quale negli States si indica un party gastronomico
nel quale ognuno porta qualcosa da mangiare. Il termine nasce con altro
significato dalla combinazione di pot (pentola) + luck (fortuna) ma ormai è
divenuto di uso comune con il significato suddetto. Qui a Honolulu, visto che i
vari piatti da spizzicare sono detti pūpū, in alternativa il potluck
viene anche chiamato pūpū party. Come sottolineai
nel primo post di questa serie hawaiiana, la popolazione dell’arcipelago è a
maggioranza asiatica e, per fortuna, il cibo rispettava la distribuzione
etnica. Ecco ciò che era sul tavolo:
- poke di ahi (tunnide locale di taglia medio grande, fino a 2 metri)
- vermicelli di riso stile coreano
- riso con carne e verdure
- sushi assortiti
- una specie di involtini primavera
- chili vegetariano
- ali di pollo fritte
- insalata verde mista
- dolce di guava
- ottimi biscotti caserecci secchi, non di quelli burrosi con mandorle provvisti in quantità industriale dalla zia di Iris e quindi conosciuti all'Orto come auntie's cookies, e tenuti in grande barattolo a disposizione di chiunque ne voglia.
Il pūpū del
quale probabilmente nessuno di chi legge ha mai sentito nominare è il poke,
piatto hawaiano più che tradizionale. Come anticipato, è a base di pesce ...
crudo. Si può fare anche con polpo, salmone o altri pesci, ma quello con l’ahi
(tonno pinna gialla) è senz'altro il più tradizionale e il più comune ... ed
ottimo. L'ingrediente base è unico, tagliato a cubetti, tutto il resto sono
condimento, erbe e spezie: 'alaea (detto sale delle Hawaii, sale
marino grosso al quale è stata aggiunta argilla vulcanica che conferisce un
colore rossastro), cipolla, chili water,
scalogno, alghe, sesamo, noci macadamia, soya, olio, peperoncino o pepe, aceto.
Una volta
condito e dopo aver ben mischiato, refrigerare per un minimo di due ore, ma c’è
anche chi prepara il poke un giorno per quello
successivo.
Ricetta fornite
dall'autore, nativo di Oahu, ma come
è chiaro a chiunque si diletti a cucinare, o anche solo ad assaggiare, la lista
di ingredienti è molto variabile e cambia da casa a casa. Con lui ho
parlato di un altrettanto famoso cibo locale, tuttavia molto meno appetitoso,
ma principale fonte di carboidrati e amido: il poi , una specie di densa
purea di taro, tubero simile alla patata ma molto più ricco di amido (e molto
meno saporito). Per secoli è stato l’alimento base della dieta polinesiana in
genere, per il suo alto contenuto di carboidrati complessi ed in particolare amido,
oltre ad essere ricco di vitamina A. Nella foto a sx potete avere un'idea di come si presenta ...
A quelli ai
quali piace sperimentare e sanno come combinare gli ingredienti, consiglio certamente
di provare ad adattare il poke, egualmente non suggerisco di
perdere tempo a cercare il taro per preparare il poi.
Nota puramente
statistica: anche i presenti rispettavano la ripartizione delle "razze"
alle Hawaii, fra la quindicina di presenti, gli haole (i "bianchi") erano
solo 4, contando anche me, 3 gli hawaiiani, il resto asiatici.
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