Dall’inizio di maggio la strada è di nuovo
liberamente percorribile fino al faro (a piedi) e quindi dopo pochi giorni dal
mio rientro sono andato finalmente a rendermi conto dei lavori che hanno sollevato
tanto polemiche, anche da parte di chi non è mai stato sul posto. Ora quelli
che non ci sono ancora andati possono almeno cominciarsi a fare un’idea della
consistenza e della qualità dei lavori, comunque li si voglia vedere.
Il nuovo muretto di protezione (lato valle) lungo
via Campanella inizia appena dopo il
bivio di via Mitigliano e prosegue, quasi ininterrotto, fino alla punta.
Costruito in pietra calcarea e (visto che lo scopo è quello di garantire la
sicurezza) consolidato con malta cementizia.
Al contrario, i muri e muretti a
monte sono discontinui, ce ne sono di vecchi, recenti e del tutto nuovi, pochi
con cemento, quasi tutti a secco.
Alcuni dei più antichi (a secco) sono in
cattive condizioni (spanciati = abbuffati)
e pronti a cadere. La strada è quasi completamente lastricata, dico quasi in
quanto nei casi in cui a monte non è limitata da un muro, esiste una sottile
striscia di terra battuta.
In questo album trovate 46 foto, incluse le
poche inserite in questo post, esattamente nell’ordine nel quale le ho scattate
procedendo in direzione di Punta Campanella. Per maggior precisione ho aggiunto
anche qualche commento chiarificatore.
Tornando alla strada, si può dire che fino a poco
oltre Cancello non è cambiato molto il quanto è stato solo sostituito l’asfalto
con la nuova pavimentazione in pietra e parte del muretto a valle in pietra e
cemento era già stato costruito con un precedente intervento nel quale si
provvide anche a lastricare un centinaio di metri poco a valle dell’edicola di
Cancello, nei pressi della quale è stato apposto un secondo cartello di divieto di transito.
Si prosegue per il lungo tratto quasi pianeggiante sempre
accompagnati da muretti (pietre e cemento a valle, solo pietre - a secco - a
monte) interrotti solo per mantenere gli accessi ai vari fondi. Per quelli solo
pedonali a monte sono stati costruiti alcuni scalini in pietra calcarea.
Come si vede dalle foto sono state preservate tutte
le pietre antiche (lavorate e mediamente ben più grandi delle moderne) e quelli
che già conoscevano il percorso alla loro prima visita noteranno che quelle
adesso visibili (e calpestabili) sono aumentate considerevolmente. Inoltre ne
sono state scoperte alcune al lato della strada (lato mare) in corrispondenza
del bivio per Rezzale dove, per questo motivo, il muretto si interrompe e la
protezione è garantita da balaustra in pali di castagno. (vedi foto in basso)Già da vari anni, dove non c’erano le pietre, si era creato un profondo solco che in taluni punti creava qualche problema ai meno agili e a quelli con passo poco sicuro (e non sono mancati gli incidenti). Tutti questi tratti sono stati riempiti e coperti con cemento che va ad affiancarsi al basolato romano nei punti in cui questo è parziale (di solito solo lato mare).
La precedente pavimentazione in pietra esistente già
da un paio di decenni nel tratto finale non è stato toccata e una volta giunti
lì si vede finalmente la Torre Minerva e l’isola di Capri senza più la bruttura
dell’edificio fatiscente che fu costruito d’urgenza dopo l’esplosione del
vecchio faro (foto in basso), ed è per questa demolizione che fu portata
la ruspa a Punta Campanella e non per altri motivi come capziosamente suggerito
da alcuni.
Anche se mi sarebbe piaciuto un percorso più
“arioso”, senza il continuo muretto a valle (personalmente sono contrario anche
ai passamano in legno a meno di pericolosità effettiva), non mi è apparso un
gran disastro, almeno fino all’inizio della discesa finale. Questa se da un
lato ha “guadagnato” superficie lastricata originale a vista, riempiti i
profondi solchi e livellati i vari salti (anche oltre mezzo metro) dall’altro
ora presenta lunghe strisce di cemento a vista che così come appaiono adesso
sono veramente orrende. Tuttavia, mi è stato detto che sembra si stia pensando ad
una soluzione per migliorarne l’aspetto ... e spero che sia così.
Infine, ho notato che i pali di sostegno delle linee
aree ENEL/Telecom sono molto diminuiti di numero, ma non saprei valutare il
numero esatto, e ora ne rimangono relativamente pochi ancora in piedi.
Ulteriore sopralluogo
Approfittando della bellissima giornata e trovandomi
già a Punta Campanella ho deciso di tornare via Rezzale, Vetavole,
Vuallariello, Selva, Cercito anche per vedere quale impatto avesse avuto il
passaggio dei circa 200 partecipanti alla gara di domenica 8 maggio (Trail
Ieranto - Campanella).
Risalendo quindi lungo il sentiero CAI 300 del
crinale, superato il belvedere di Rezzale ho trovato un paio di nastri di
segnalazione bianco/rossi a una certa distanza fra loro e ho pensato che
distrattamente li avessero dimenticati lì.
Proseguendo ne ho trovati invece
molti altri e fino alla fine del secondo tratto ripido (in prossimità del
belvedere dal quale la Baia di Jeranto appare come un lago a forma di cuore, foto in alto) ne
ho contati e rimossi almeno 30. Di lì in poi, fino all’inizio del sentiero
Vuallariello, solo altri 2 e ho pensato ad una mancanza di organizzazione o di
comunicazione nella pianificazione della ripulitura del percorso avvalorato dal
fatto che lungo via Campanella ne avevo notato solo uno e successivamente nella
discesa della vicinale Selva assolutamente nessuno.
Sapendo che gli organizzatori sono attenti alla
rimozione dei nastri ho chiesto ad alcuni e mi hanno riferito che l’avrebbero
fatto mercoledì (oggi) e che anche in altri tratti del percorso non erano stati
ancora recuperati. Sono certo che sarà così e che non vogliano lasciare alcun
ricordo negativo di una bella gara che ha richiamato tanti amanti della corsa
in ambiente naturale nella zona. Tuttavia non capisco il motivo per il quale
non si sia provveduto immediatamente visto che dopo la conclusione della gara c’erano ancora molte ore di luce e che sarebbero
bastate un paio di persone per ripulite tutto in meno di tre ore. Ma gli stessi
“assistenti/controllori”, lasciando le loro postazioni, avrebbero potuto
eseguire il lavoro rientrando a Termini sempre che non fosse previsto il cosiddetto
“fine-corsa” che senza percorrere un metro in più avrebbe risolto comunque il
problema.
Spero che il vento di oggi non porti in giro
plastica bianco/rossa.
Grazie le dettagliate ed utili informazioni.
RispondiEliminaUn caro saluto.