84 Paisà (Roberto Rossellini, Ita, 1946) * con Carmela Sazio, Joseph Garland
Moore Jr., William Tubbs * IMDb 7,7 RT 100% * Nomination per la sceneggiatura,
condiviso fra Sergio Amidei, Roberto Rossellini, Federico Fellini, Marcello
Pagliero e Alfred Hayes
Elemento centrale dei 3 film bellici che diedero a Rossellini fama internazionale, pur non affrontando direttamente il tema guerra,
ma occupandosi più dei “danni collaterali”. L’anno prima aveva diretto Roma città aperta e 2 anni dopo
avrebbe diretto Germania anno 0.
Di tutti e tre i film fu anche co-sceneggiatore contando sempre su Sergio Amidei e ottenendo 2 Nomination Oscar proprio per la
sceneggiatura. Molte volte si sottovaluta il valore degli sceneggiatori e per
questo mi sembra giusto sottolineare che Amidei, oltre alle suddette, ottenne altre due
candidature Oscar per Sciuscià (Vittorio De Sica, 1946) e Il generale Della Rovere (Roberto
Rossellini, 1959). Cinema italiano d’altri tempi ... quando era apprezzato in tutto il
mondo.
Pur essendo “apparentemente” diviso in 6 episodi ben distinti fra loro sotto
molti punti di vista, Paisà ha
una sua continuità temporale e geografica, ripercorrendo da sud a nord varie
tappe e momenti significativi degli ultimi due anni della II Guerra Mondiale. Si distingue dagli altri la quinta parte, che
si svolge interamente in un convento francescano, nella quale si tratta più di
religione che di guerra, con interessanti e stimolanti osservazioni sulla fede.
Le varie storie sono collegate tramite immagini di repertorio con voce
narrante fuori campo a mo’ di cinegiornale. Ovviamente nel cast non ci sono nomi
famosi e neanche facce conosciute.
Film da guardare così come gli altri citati in questo breve commento.
83 The Mule
(Clint Eastwood,
USA, 2018) * con Clint
Eastwood, Bradley Cooper, Manny Montana * IMDb
7,2 RT 70%
Mi sembra che abbia troppi punti in comune con Gran Torino (protagonista veterano di guerra, la sua palese
misantropia, i suoi contatti fortuiti con criminali - piccoli o grandi che
siano, poco importa -, il tentativo di sanare ingiustizie a modo suo) e per
questo quasi ripetitivo, ma risulta di livello certamente inferiore. La descrizioni
dei personaggi è poco incisiva e la sceneggiatura, in particolare nel finale, è
confusa e poco credibile. Tanto per dirne una, com'è che in un territorio
enorme come il mid-west, dopo giorni senza contatti, si trovano tutti in una
stessa limitata area allo stesso tempo? Il narcotrafficante (interpretato da Andy Garcia) appare quasi come una
macchietta, i pur bravi Dianne Wiest
e Laurence Fishburne sono relegati
in parti poco significative. Bradley
Cooper potrà anche piacere alle signore, ma come attore lo trovo veramente
improponibile.
Tuttavia, penso che Eastwood
sia assolutamente giustificabile considerata la sua veneranda età e soprattutto
per il fatto che, per sua stessa ammissione, continua a dirigere e interpretare
film per puro gusto, senza troppi patemi d'animo. A 89 anni è già un successo
essere ancora sulla breccia e si ha tutti il diritto di fare di testa propria.
Film certamente più che sufficiente, la maggior parte delle
osservazioni derivano dal fatto che siamo abituati ad un altro Eastwood, quello che ha diretto e/o
interpretato tanti altri film, di gran lunga migliori.
82 The
Professionals (Richard Brooks, USA, 1966) tit. it. “I professionisti”
* con Burt Lancaster, Lee
Marvin, Robert Ryan, Jack Palance, Claudia Cardinale * IMDb 7,4 RT
93% * 3 Nomination (regia, sceneggiatura, fotografia)
Il cast di grande richiamo non riesce a sollevare questo film dalla
mediocrità. La trama, pur essendo relativamente originale, non dice molto di
nuovo. Non è un western di struttura classica, né un film sulla rivoluzione
messicana o sui contrasti USA-Messico, anche se tutti questi elementi sono
tirati in ballo. Sul versante positivo ci sono le ottime interpretazioni dei 3 protagonisti
(Lancaster, Marvin, Ryan)
e la fotografia che sfrutta a dovere la bellezza dei paesaggi.
Fra pro e contro,
senza infamia e senza lode.
81 Days of
Wine and Roses (Blake Edwards, USA, 1962) tit.
it. “I giorni del vino e delle rose” * con Jack Lemmon, Lee Remick,
Charles Bickford * IMDb 7,9 RT 100% * Oscar per la musica e 4 Nomination
(Jack Lemmon protagonista, Lee Remick non protagonista, scenografia, costumi)
Se l’accoppiata Blake Edwards / Jack Lemmon funziona bene nelle commedie, rende molto meno in
questo film drammatico. Lemmon non è
convincente come ubriaco e neanche quando il suo personaggio è sobrio riesce ad
essere credibile. Chi ha visto The Lost Weekend (Billy Wilder, 1946,
con Ray Milland, 4 Oscar) non potrà esimersi dal fare un impietoso paragone fra
registi, attori e sceneggiatori, ed in ciascuno dei casi è evidente da grande
differenza di qualità a favore del film di Wilder.
Nel caso voleste guardare un film su un alcolizzato terminale, senza dubbio scegliete
The
Lost Weekend.
85 Uccellacci e uccellini (Pier Paolo
Pasolini, Ita, 1966) * con Totò,
Ninetto Davoli, Femi Benussi * IMDb 7,4 RT 82%
A mia memoria, è film di Pasolini
che meno mi è piaciuto. Visto tanti anni fa, ho concesso una seconda
opportunità, ma la valutazione è rimasta più o meno la stessa. A una trama
debole, si aggiungono vari inserti di pura propaganda e l'insopportabile
presenza dell'incapace Ninetto Davoli;
trovo che anche Totò sia fuori posto
e che sia stato mal diretto.
Fra i film di PPP
i miei preferiti restano Accattone
(secondo me il migliore in assoluto), Edipo
Re e Il Vangelo secondo Matteo (tutti
rivisti con piacere negli ultimi mesi); penso ora di recuperare Teorema (1968), visto solo una
volta quasi 50 anni fa, ovviamente con occhi da novellino.
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