domenica 15 marzo 2020

Cronaca di una escursione esplorativa, con “consigli didattici” (3)

Cap. 3 – soprese, ipotesi istantanee e successive indagini
Tornato quindi sulla “retta via”  (sentiero 2) ho raggiunto il bivio 37 (vedi mappa nel primo post), ho superato i due tornanti già citati nel post precedente quali “incolpevoli corresponsabili” del mio girovagare, e sono arrivato nell’ampia e quasi pianeggiante sella fra due alture, presupposti essenziali di questa escursione.
Invertendo l’ordine del mio piano iniziale, ho scelto di affrontare per primo il Cerrillar in quanto, almeno alla vista, presentava un pendio regolare, seppur su materiale vulcanico non coeso (pomici, lapilli e sabbia) e quindi pesante da superare nonostante la lieve pendenza. La vegetazione, pur essendo generalmente rada, in più tratti ai lati del fondo era quasi impassabile (vedi foto sotto), ma questo si annunciava come unico minore ostacolo … ci voleva solo un po’ di pazienza. Ovviamente, ho lasciato il sentiero solo quando ho individuato un passaggio e dopo pochi minuti stavo già affrontando la salita, zigzagando fra i cespugli (le macchie grigie sono i cespugli secchi, "peggiori" di quelli verdi).
 
Giunto quasi in cima, con mia grande sorpresa, ho intercettato una traccia non battuta ma evidente per i classici allineamenti di pietre lungo i bordi (foto sotto). Ho quindi pensato che a partire da qualche punto della valletta (Llano Maja Chico) o addirittura dal sentiero 2 vari anni fa fosse stato creato questo tracciato per la vetta (ottimo punto di osservazione) ma, con mia ulteriore sorpresa, il sentierino proseguiva oltre la stessa.

Ciò mi è sembrato strano visto che si dirigeva verso pendenze molto maggiori e che nelle vicinanze non esiste altro sentiero segnato ufficialmente dal Parco. Inutile dire che, incuriosito, l'ho seguito per un poco cercando di comprenderne la ragione: altro punto panoramico? ritorno sul 2 costeggiando il versante meridionale del Cerrillar? ripida discesa verso las Cañadas (sent. 4)?

Quando ci si imbatte in sentieri non riportati su mappa e potenzialmente interessanti, vale senz’altro la pena percorrerne almeno varie decine di metri per capire se prosegue con simile qualità, per ipotizzare la sua possibile destinazione e per valutare un possibile futuro utilizzo da parte nostra. Tuttavia, è opportuno non sottovalutare il tempo “perso” in tali esplorazioni e le distanze e dislivelli che si vanno a sommare a quelli previsti.
Come risulta evidente dallo stralcio di mappa con il mio percorso, saggiamente mi sono fermato appena la costa iniziava a divenire più ripida, avendo oltretutto visto che continuava verso valle e non accennava a dirigersi verso la sella (a sx). Per di più dovevo tener presente i tempi di risalita e che dopo la prima ora e mezza già trascorsa il mio programma era ancora ricco sia di progetti che di incognite.
Tornando sui miei passi, ho ovviamente seguito la suddetta traccia fin dove è stata riconoscibile (tratteggiato verde più spesso) ma giunto nella parte con più vegetazione si perdeva completamente così come nella valletta non ce n’era indizio. Ciò è perfettamente plausibile considerati gli effetti dei cicli vegetativi e quelli della coltre di neve che d’inverno riempie tale avvallamento.

I disegni dei miei girovagare fuori sentiero sono evidentemente ripresi (e adattati) da tracce gps, ma è molto meglio andare in giro utilizzando una buona mappa ancorché incompleta. In terreni privi di dati, il gps serve a poco e c'è da aggiungere, purtroppo, che la maggior parte della mappe generali on line sono di qualità, precisione e affidabilità ben inferiori a quelle disegnate specificamente per determinate aree. Personalmente, durante l'escursione utilizzo il gps solo come cronometro e odometro; una volta rientrato, scarico la traccia e ne ricavo eventuali dati utili da riportare sulle mie mappe.  

In conclusione, per individuare il percorso reale, seppur a spezzoni, avrei solo dovuto indagare utilizzando foto satellitari e vecchie mappe … ma ora sapevo dove e cosa cercare. Lo studio e confronto del materiale online ha confermato che il tracciato giungeva sull'ampia pista carrabile 4, quasi esattamente di fronte alla traversa 4.1
Raggiunto il mio primo obiettivo, mi sono riportato sul 2 pur se ho doveuto cercare un posto in cui superare la barriera verde fra il fondo valletta e il sentiero; quindi ho cominciato ad esaminare visivamente la successiva altura in programma, della quale parlerò nel prossimo e ultimo post di questa breve serie: Montaña Punta de Maja.

Nessun commento:

Posta un commento