lunedì 16 marzo 2020

Cronaca di una escursione esplorativa, con “consigli didattici” (4)

Cap. 4 – scelta di percorso e sostanziale cambio programma 
Quarta e ultima parte dell’esplorazione, con tematiche diverse da quelle discusse in precedenza. Come dovreste ormai sapere, l’obiettivo era a vista, non mi restava che decidere da dove volessi iniziare l'ascesa e per dove pensassi di passare. Secondo logica avrei dovuto iniziare dal punto più alto del sentiero e salire seguendo il crinale lungo l’asse maggiore di quella specie di ellissoide che è la pianta della Montaña Punta de Maja. Nella dettagliata mappa in basso (equidistanza 5m) è evidente che nella parte bassa la pendenza è leggermente minore di quella del Cerrillar e molto minore di quella dei versanti nord e sud, la parte alta (limitata da due piccoli crateri) è stretta ma quasi pianeggiante. 
In terreni non coesi come questi vulcanici, i crinali e le “salite di petto” sono spesso da preferire per offrire un miglior e più sicuro appoggio del piede. Data la non eccessiva pendenza della breve salita, il problema che si prospettava era più che altro quello di trovare un passaggio sicuro attraverso la densa vegetazione (sotto a sx) evitando però le parti troppo sabbiose e quelle di grosse pietre instabili. Prima di partire alla ventura, ho quindi percorso avanti e indietro varie decine di metri del sentiero 2, studiando attentamente ciò che vedevo a monte.
 
Quando si ha la possibilità di studiare un territorio a vista, prima di avventurarsi fuori sentiero, è bene fare mentalmente un progetto di massima e scegliere dei punti di riferimento evidenti. Una volta messisi in cammino nella vegetazione la percezione dei luoghi può cambiare drasticamente e si rischia di ritrovarsi da qualche altra parte.

Effettuata la mia scelta, mi sono arrampicato con cautela e ho raggiunto il piccolo pianoro al margine meridionale del cratere ovest. Di lì è stato poi un gioco da ragazzi raggiungere la cima vista la mancanza di vegetazione e la presenza di rocce più grosse (sopra a dx) e, soprattutto, stabili. Dopo aver superato il punto più alto, evidenziato da un blocco di pietra usato come punto trigonometrico (sotto a sx), ho proseguito fino al margine di questa specie di stretto altopiano e mi sono affacciato sul cratere est, ben più pronunciato del precedente, con il fondo oltre una cinquantina di metri più in basso. Al fine di poterlo osservare meglio e scattare foto (sotto a dx), sono sceso fino alla stretta spalla a SE della piccola ma pronunciata depressione. 
 
A questo punto, consultata attentamente la mia mappa e fatto un accurato esame dei dintorni, ho deciso di non tornare sui miei passi (e quindi la risalita in cima) bensì di scendere nel vasto e assolutamente pianeggiante Llano de Maja, 50m di quota più in basso. Tranne che per un primo breve tratto (ripido) la pendenza si presentava dolce e l’unico relativo problema sarebbero stati i soliti compatte barriere di cespugli … e così è stato. (foto sotto)
Come si evince dal mio percorso (evidenziato in giallo nella mappa in basso) ad un certo punto sono stato costretto a tornare indietro di alcuni metri e cercare un passaggio comodo più a est. Nella peggiore delle ipotesi, avrei potuto proseguire lungo la “barriera verde” verso est fino alla pista forestale 8 e di lì portarmi sul sentierino che intendevo raggiungere e che mi avrebbe permesso di ritornare comodamente sul 2. Solo qualche centinaio di metri in più, senza quasi dislivello.

Quando si conosce con certezza la propria posizione e si sa dove si vuole andare (al fine di ottimizzare il percorso), perdere un po’ di tempo per trovare un passaggio che certamente esiste è il minore dei problemi. 

Percorso reale seguito per il raggiungimento delle due "cime di giornata": Montaña el Cerrilar (2.346m) e Montaña Punta de Maja (2.364m).



Senza avere le mappe non si possono completare in sicurezza giri interessanti come questo. Naturalmente, è anche necessario saperle interpretare e saper effettuare scelte che non comportino rischi oltre a quelli intrinsechi dell’escursionismo. Senza cartine non si può prevedere ciò che troveremo più avanti. Tuttavia, il gps può essere utile per fornire posizione assoluta e per indicare direzioni di massima, nonché, come già detto, per registrare i percorsi e poi arricchire le mappe esistenti.

3 commenti:

  1. Ciao Giovanni, grazie per la pubblicazione di questo interessante reportage che offre diversi spunti di riflessione ed analisi. Per favore se puoi chiarirmi in merito a questo passaggio:"ho proseguito fino al margine di questa specie di stretto altopiano e mi sono affacciato sul cratere est, ben più pronunciato del precedente, con il fondo oltre una cinquantina di metri più in basso. Al fine di poterlo osservare meglio e scattare foto (sotto a dx), sono sceso fino alla stretta spalla a SE della piccola ma pronunciata depressione" quale è stato il punto di osservazione del cratere est, dalla stralcio di mappa particolareggiata (equid. 5mt) se leggo bene il fondo del cratere è quotato 2299,4, quindi il punto di osservazione dovrebbe essere a circa 2350 mt di quota ma non riesco ad indentificare la stretta spalla a SE compatibile con tale quota. Grazie mille e saluti, Ludovico

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    1. Ti invierò mappa con i due punti citati.
      Comunque, questa spiegazione già ti chiarirà molto. E' il margine dell'altipiano ad essere 50 m più in alto del fondo del cratere. In quanto alla spalla, ho solo scritto "a SE della piccola ma pronunciata depressione", e si trova poco meno di una trentina di metri più in alto (fra le isoipse 2325 e 2330).

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  2. Ti ringrazio molto per l'immediato riscontro, ho ricevuto la mappa tramite e-mail e adesso mi è tutto chiaro. Saluti

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