L’Alentejo è la più vasta delle
regioni portoghesi (un terzo dell’intero territorio), una delle due meridionali
(l’altra è l’Algarve), con superficie del 20% maggiore della Sicilia, con
solo 3 città oltre 20.000 abitanti, complessivamente meno di 1 milione (750.000ca). Non ci sono montagne né deserti ma una
serie infinita di colline con pascoli, quercete (per lo più da sughero) e
pinete, dove si vedono molti più animali da allevamento (bovino, pecore, capre
e maiali) che esseri umani.
Con il mio collega orientista Enzo,
avevamo già corso quasi dovunque nella parte alta e centrale, ma la subregione Alentejo
litoral ci mancava. Abbiamo trovato la solita squisita accoglienza, il
rilassato ritmo di vita, tracce di un ricco passato, cibo genuino, e ottima
organizzazione.
Giovedì 20, pur giungendo a Santiago
quasi 2 ore dopo il limite per il check-in nel singolare alojamento local Havana
Vintage, Josè (il proprietario) è venuto ad accoglierci e, avendogli chiesto
se ci fosse ancora un posto aperto dove poter mangiare qualcosa, ci ha accompagnato
in uno dei pochi locali aperti ed è apparso un ottimo coniglio alla cacciatora nonostante
la cucina stesse in fase di chiusura. Alla gastronomia locale dedicherò altro
post con foto e qualche dettaglio in merito a preparazione e ingredienti.
I trascorsi di José (gestiva un bar a La
Habana per 10 anni in epoca Fidel), giustificano il nome dell’appartamento
e sono evidenti all’interno arredato in stile anni 60-80 (veramente vintage) e con
alle pareti un’infinità di foto del Che e tanti manifesti e locandine di
vecchi film cubani.
Da viaggiatori navigati, abbiamo
esplorato la cittadina non solo alla ricerca di cibi particolari ma anche con
un occhio ad architettura, azulejos, stradine selciate nonché castello e chiesa
matrice (foto in basso) in cima alla collina che sovrasta l’abitato.
Nei giorni successivi siamo poi andati
anche a Sines e a Vilanova de Milfontes, entrambe sulla costa
atlantica e, negli ultimi anni, divenute meta di turismo non solo estivo ma
anche stanziale e non sono pochi quelli che si sono trasferirti
definitivamente, attirati dalla piacevolezza dei luoghi, la bontà del cibo, la
mitezza del clima e, non da ultimo, l’economicità della vita.
In questo video del Day 1 del POM
potete vedere un po’ di quello che circa 2.400 orientisti hanno fatto nel primo dei 4 giorni di gara e anche un po’ di Santiago do Cacem … ma al POM dedicherò
altro post specifico.
Nessun commento:
Posta un commento