Tutto
ciò mantenendomi nella parte bassa (fra i 2.000 e i 2.350m) di una delle zone
che più mi piace, vale a dire tra Portillo, Fortaleza e Montaña
Blanca (2.748m), un pendio per lo più dolce dove si può andare quasi in
qualunque direzione camminando su un tappeto di lapilli e materiale vulcanico
fine, fra vegetazione sparsa, rocce affioranti dalle forme e colori più vari e
qualche cratere. Sulla mappa le novità sono disegnate in verde.
Le foto, forse, a chi non è abituato ad andare in giro in ambiente naturale possono sembrare molto, troppo simili, ma gli "intenditori" sapranno apprezzare i cambi di luce, di prospettiva, i tanti toni di colore di quella che appare quasi come sabbia di un deserto, la diversa vegetazione, in vita o completamente secca.
Le foto, forse, a chi non è abituato ad andare in giro in ambiente naturale possono sembrare molto, troppo simili, ma gli "intenditori" sapranno apprezzare i cambi di luce, di prospettiva, i tanti toni di colore di quella che appare quasi come sabbia di un deserto, la diversa vegetazione, in vita o completamente secca.
Dopo aver percorso circa 3km (sent. 1+6) ho
lasciato il percorso segnato per andare a percorrere il ciglio del piccolo
cratere della Montaña de los Tomillos dal quale, ovviamente, ho potuto
godere di ampie e insolite viste.
Sono quindi tornato sul 6 per poi abbandonarlo di nuovo poche centinaia di metri a monte dell’inizio del 27 (altro bel sentiero). Infatti, anche se in un primo momento avevo pensato di arrivare fino alla congiunzione con il 22 che avrei utilizzato per il ritorno, ho reputato inutile affrontare quel dislivello (circa 150m) e ho preferito attraversare le varie affascinanti e inesplorate vallette fra i due sentieri. Guardando la mappa si può notare che il percorso è lungi dall’essere lineare ma la mia intenzione era proprio quella di raggiungere buoni punti di vista sulle varie alture per scattare foto “uniche”. Dopo aver superato la prima valletta ed essere sceso per un po’ lungo il successivo crinale sono risalito lungo il margine della ripida scarpata della seguente valle per un bel po’, sia per non correre alcun rischio nella discesa fra pietre non del tutto stabili, sia per apprezzare detta valle dalla sua parte più alta.
Sono quindi tornato sul 6 per poi abbandonarlo di nuovo poche centinaia di metri a monte dell’inizio del 27 (altro bel sentiero). Infatti, anche se in un primo momento avevo pensato di arrivare fino alla congiunzione con il 22 che avrei utilizzato per il ritorno, ho reputato inutile affrontare quel dislivello (circa 150m) e ho preferito attraversare le varie affascinanti e inesplorate vallette fra i due sentieri. Guardando la mappa si può notare che il percorso è lungi dall’essere lineare ma la mia intenzione era proprio quella di raggiungere buoni punti di vista sulle varie alture per scattare foto “uniche”. Dopo aver superato la prima valletta ed essere sceso per un po’ lungo il successivo crinale sono risalito lungo il margine della ripida scarpata della seguente valle per un bel po’, sia per non correre alcun rischio nella discesa fra pietre non del tutto stabili, sia per apprezzare detta valle dalla sua parte più alta.
La successiva deviazione è stata invece motivata da una curiosità
che avevo da tempo. Osservando la mappa si vede che ho lasciato il sentiero 6
nel punto in cui volta nettamente a dx e si inerpica per varie decine di metri
di dislivello pur avendo davanti a sé una ampia valle quasi assolutamente
pianeggiante che giunge fino alla Cañada de los Guancheros e quindi al
sentiero 1. Convinto che la labile traccia della quale avevo riportato in
mappa l’inizio già un paio di anni fa continuasse secondo logica, stavolta sono
andato a verificare la mia ipotesi. Anche se in vari tratti non ne ho trovato
evidenza, in più parti si notava una chiara striscia più battuta, in vari casi limitata
da allineamenti di pietre nei lati, che nel complesso seguiva il percorso più
logico, cioè parallelo alla base della scarpata a est e giungeva all'angolo SW della
recensione della area dedicata sperimentazione e quindi interdetta al transito
di persone e animali.
Da questo punto, si può seguire la recinzione verso nord per portarsi
sul percorso 1 volendo poi imboccare il 33 o scendere
a valle, o verso est per andarlo a prendere al bivio dal quale si stacca il 29 verso la
Fortaleza, se si vuole a Portillo.
Incamminandomi verso il Centro Visitantes, ho notato
che dalla Cañada de los Guancheros il percorso 1 era stato
allargato (lavori non ancora completati) da poco più di un metro a circa 3
metri. Non avendo notato tale allargamento anche nella parte più prossima a
Portillo, percorsa in mattinata, mi sono chiesto come fossero arrivati fin lì i
mezzi pesanti è quale fosse lo scopo di tali lavori. Proseguendo verso Portillo
ero certo che avrei risolto il problema ed infatti ho scoperto che era stata
ripresa una pista, già riportata su vecchie mappe ma assolutamente non più percorribile
nella sua parte alta ad inizio anno. Ora, come si vede sulla cartina, è stato
ricreato il collegamento ma per quale motivo non l’ho ancora scoperto (essendo
la vigilia di Natale il centro accoglienza visitatori del parco era già chiuso).
Da ultimo, ho anche percorso (e riportato in carta) un nuovo itinerario
all’interno del piccolo orto botanico, proposto con il nome Ruta Pinar de la
Cumbre e lungo circa 500 metri.
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