398 Gone
Baby Gone (Ben Affleck, USA, 2007) tit. it. “L’angelo sterminatore” * con
Morgan Freeman, Ed Harris, Casey Affleck, Amy Ryan * IMDb 7,6 RT 94% * Nomination non protagonista per Amy Ryan
Avevo guardato questo bel film di Ben
Affleck, del quale è protagonista suo fratello minore Casey (un paio
di anni fa per Manchester by the Sea), solo all'uscita in sala e in
questa nuova visione (come spesso accade) ho apprezzato meglio il contorno e il
l'intreccio della trama e certamente di più della prima volta le interpretazioni
avendo potuto usufruire della versione originale.
La storia corre al limite fra il
drammatico e il poliziesco, tragica non solo per il suo sviluppo ma anche per i
temi trattati. A ulteriore merito degli sceneggiatori, si deve dire che vanta
un ottimo finale che lascia aperte le porte a varie possibilità in merito a
cosa succederà dopo e, negli ultimi minuti, solleva interrogativi molto seri in
quanto ad affidamento e abbandono di minori.
Nel cast, oltre al giovane Affleck,
si distinguono due interpreti femminili (Amy Ryan e Amy
Madigan, la prima ottenne la Nomination Oscar non protagonista) e nel reparto
maschile non solo Ed Harris, ma anche i caratteristi Titus Welliver
e John Ashton, Morgan Freeman ha una parte troppo striminzita e
secondaria.
Interessanti anche le riprese dell’ambiente
del quartiere popolare con i suoi abitanti sempre presenti sulle scale di casa
e che sembrano conoscersi tutti, riprese quasi in stile documentaristico.
Senz’altro
da guardare.
396 Casque
d'or (Jacques Becker, USA, 1952) tit. it. “Casco d’oro” * con Simone Signoret,
Serge Reggiani, Claude Dauphin * IMDb 7,7
RT 100%
Un quasi noir francese, dico “quasi” in
quanto è praticamente in costume, ambientato nei primissimi anni del secolo
scorso. La storia prende spunto da fatti reali e segue un piccolo gruppo di
malviventi e le loro donne (varie prostitute). L’avvenenza di una di queste,
detta casco d'oro e interpretata da Simone Signoret, sarà causa di una
serie di gelosie e si concluderà in modo ovviamente tragico. Buona la
descrizione dei quartieri malfamati dell’epoca e ben congegnato l’intreccio fra
delinquenti, donne, personaggi del tutto estranei all’ambiente e i poliziotti.
il protagonista maschile è un giovane Serge
Reggiani ed il personaggio che interpreta è quello che porterà lo
scompiglio nella banda e causerà varie morti violente.
Bella la fotografia in bianco e nero e
le scenografie, sia per quanto riguarda gli interni sia quelle degli esterni,
per o più lungo il fiume.
Seppur molto datato, certamente merita
la visione.
Film di Godard fra i suoi meno
conosciuti, a metà strada fra sperimentazione e avantgarde, alterna ottimi
momenti cinematografici/fotografici con lunghe serie di rapide inquadrature di
dettagli del corpo di Macha Méril con Bernard Noël o Philippe
Leroy (rispettivamente amante e marito) a lunghi discorsi tendenti al
filosofico quasi senza movimenti di macchina.
Ma la parte più interessante è forse la
critica al consumismo che si ripete in tutto il film tra pubblicità,
inquadrature di titoli di giornali che poi vengono sezionati estrapolando parti
di parole in modo da conferire altro significato, riviste di moda, ecc., tutto
relativo al boom economico degli anni ’60, certamente con un taglio critico. La
fotografia bianco e nero e più che apprezzabile ma, ripeto, è il contrasto fra
i due aspetti del film che fanno perdere la continuità lasciando comunque l’impressione
di un'opera mal assortita è incompiuta.
Vale la pena guardarlo, soprattutto per
il suo valore “storico”.
400 A Man
of Integrity (Mohammad Rasoulof, Iran,
2017) tit. or. “Lerd” * con Reza Akhlaghirad, Soudabeh Beizaee, Nasim Adabi *
IMDb 7,2 RT 100% * Mohammad
Rasoulof vincitore del premio un Certain Regard a Cannes
Questo è uno di quei film che ottiene
visibilità per questioni non strettamente cinematografiche. Infatti, è stato
girato quasi in clandestinità e poi fatto arrivare sul mercato occidentale. La
sceneggiatura è un aperto atto di accusa nei confronti del regime iraniano ed è
logico che il regime non abbia gradito, ma sono situazioni che a livello locale
o nazionale si riscontrano in quasi ogni parte del mondo (vedi anche il film bulgaro
della cinquina passata).
Non è certo malvagio ma altrettanto
certamente non è un capolavoro.
399 Train to Busan (Sang-ho Yeon, Kor,
2016) * con Yoo Gong, Yu-mi Jung, Dong-seok Ma * IMDb 7,5 RT 93%
Alla fine sembrava quasi che avesse
preso una buona strada per una conclusione originale, purtroppo non è stato
così ed è rimasto nella banalità. Ne avevo letto bene tempo fa e, pur rimanendo
scettico in quanto questi film mi sembrano tutti uguali, ho voluto guardarlo
sperando in qualcosa di nuovo o diverso, casomai ben realizzato. Del resto I
coreani in questi ultimi anni stanno producendo vari film di buon livello. La
storia è nota e se non fosse così vi sarà chiara dopo pochi minuti; questi
pseudo-zombie sono ridicoli, i tempi sono completamente sbagliati, le velocità
pure, la logica (seppur distopica) completamente assente. In tutto il film ci
sono solo pochi momenti buoni e qualche ripresa originale. A meno che non siate
appassionati di zombie e simili evitate questo film, checché se ne dica.
Le oltre 1.400 precedenti micro-recensioni dei film visti a partire dal 2016 sono sul mio sito www.giovis.com; le nuove continueranno ad essere pubblicate su questo blog.
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