383 Mikey
and Nicky (Elaine May, USA, 1976) * con Peter Falk, John Cassavetes, Ned
Beatty * IMDb 7,3 RT 84%
Si tratta quasi di un pezzo da teatro
con praticamente solo due protagonisti che discutono all’infinito in modo
pressoché assurdo. John Cassavetes interpreta Nicky, un piccolo
allibratore che è convinto che qualcuno voglia ucciderlo e per questo chiama in
suo aiuto il suo amico Mikey (Peter Falk). Nel cuore della notte
e poi fino al mattino i due andranno giro litigando, il primo vicino alla paranoia
schizofrenica e il secondo cambiando atteggiamenti fra il troppo accondiscendete
e il giustamente ricattatorio nel tentativo di far ragionare l’amico.
Ottima l’interpretazione dei due, soprattutto
quella di Cassavetes; sceneggiatura a tratti ripetitiva e
talvolta esagerata.
Merita senza dubbio una visione.
382 État
de siège (Costa-Gavras, Fra/Ita,
1972) tit. it. “L’Amerikano” * con Yves Montand, Renato Salvatori, O.E. Hasse *
IMDb 7,8 RT 92%p
Film molto controverso, basato su
eventi reali ma con retroscena fortemente negati dagli statunitensi. La
sceneggiatura dell’italiano Franco Solinas (autore di tanti film a sfondo
politico: Mr. Klein, Il sospetto, Salvatore Giuliano, Queimada,
La
battaglia di Algeri, …) tratta del rapimento di un americano di stanza
in Uruguay negli anni ’70, ufficialmente dirigente locale dell’USAID (Agenzia USA
per lo Sviluppo Internazionale) ma in effetti consigliere della polizia
antiterrorismo, direttamente coinvolto nel contrasto ai tupamaros, torture
e organizzazione degli squadroni della morte.
Non è quindi strano che il film fu
quasi bandito negli USA e che ebbe un buon successo in Europa, sulla scia di Z
– L’orgia del potere dello stesso Costa-Gavras (1969, Oscar come
miglior film straniero).
Pur se a tratti quasi documentaristico,
merita senz’altro di essere guardato.
381 Céline et Julie vont en bateau (Jacques
Rivette, Fra, 1974) * con Juliet Berto, Dominique Labourier, Bulle Ogier * IMDb 7,4
RT 100%
Film veramente originale, pressoché
indefinibile, a base di doppelganger, magia e telepatia, fra il surreale,
l'onirico e il parapsicologico.
Rivette apre questo film di ben 3h20' con una lunga scena nella
quale Julie prima insegue e poi segue Celine; i dialoghi iniziano solo dopo una
dozzina di minuti. Le due ben presto entrano in sintonia e si divertiranno a
vivere una vita parallela in cui ci sono altre tre donne alle quali più volte
si sostituiranno, scambiandosi anche i rispettivi ruoli.
Molte sono le scene simili ma con
interpreti diverse, non sempre facilmente riconoscibili per l'uso di varie
parrucche. I dialoghi sono talvolta surreali, le protagoniste usano gli effetti
magici degli “occhi di piccoli dinosauri” che servono per passare da una realtà
all'altra. Per questo molti vedono nella trama numerosi riferimenti ad Alice
nel paese delle meraviglie.
Film senz’altro non facile che lascia
molto spazio alla libera interpretazione. Pur essendo “lento” come altri film
di Rivette, la lunghezza non si fa sentire più di tanto grazie alla
buona narrazione di eventi poco prevedibili … le sorprese sono ad ogni angolo.
Più che consigliato per i cinefili,
poco digeribile per gli altri.
384 Bez
konca (Krzysztof Kieslowski, Pol, 1985) tit. it. “Senza fine” * con
Grazyna Szapolowska, Maria Pakulnis, Aleksander Bardini * IMDb 7,5 RT 90%
Si potrebbe affermare che la giovane
vedova protagonista del film serva da pretesto a per affrontare altri argomenti
come la legge marziale emanata dal gen. Jaruzelski in Polonia nei primi anni ’80
per cercare di contrastare il crescente successo di Solidarnosc, il sindacato di
Lech Walesa. Oltre a ciò c’è comunque una analisi dei tormenti della donna che
non riesce a metabolizzare la perdita del compagno, nonostante i vari tentativi
in diverse direzioni. I suoi patimenti, così come i suoi sforzi per superarli appaiono
però un po’ esagerati.
Come quasi sempre accade per i film di Kieslowski, la regia è impeccabile ma la sceneggiatura deprimente.
385 Der
siebente Kontinent (Michael Haneke, Aut, 1989) tit. it. “Il settimo
continente” * con Birgit Doll, Dieter Berner, Leni Tanzer * IMDb 7,8 RT 67%
Avrei quasi voluto (e potuto) unificare
questa micro-recensione e la precedente relativa a Bez konca di Kieslowski, per l’affermazione “regia
impeccabile, sceneggiatura deprimente”. Qui la storia è ancor più tragica e può
sembrare assurda, eppure è una interpretazione di una storia vera. In questo
campo non posso dire di più per evitare spoiler. La storia, al limite della
follia, è ben descritta nel suo crescendo fino ad un certo punto, ma verso la
fine si dilunga troppo su particolari in effetti ripetitivi.
Buone le interpretazioni ed anche la
regia, la prima di Haneke.
Le oltre 1.400 precedenti micro-recensioni dei film visti a partire dal 2016 sono sul mio sito www.giovis.com; le nuove continueranno ad essere pubblicate su questo blog.
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