Robert De Niro e David Proval *** Harvey Keitel e Richard Romanus
262 “Mean Streets“ (Martin Scorsese, USA, 1973) tit. it. “Domenica in chiesa, lunedì all'inferno” * con Robert De Niro, Harvey Keitel, David Proval, Cesare Danova, Richard Romanus, George Memmoli
IMDb 7,4 RT 96% * presentato nella Quinzaine des Réalisateurs al Festival di Cannes 1974 e riproposto nel 2018
Insieme
con Taxi
Driver (1976), questo esordio dell’eccezionale duo resta uno dei miei
preferiti, pur essendo molto meno conosciuto. Lo trovo molto più originale,
autobiografico, spontaneo, con un casting perfetto, così come la scelta delle
location. I set quasi non esistono, l’edificio nel quale sono state girate
tante scene (per le scale, ingresso, retro, tetto) era quello dove abitava la
madre di Scorsese, che oltretutto compare in una scena e parla (sgrida i due
che litigano) in italo-siciliano. Quasi tutti i protagonisti parlano con un
forte accento, in particolare quando discutono fra di loro, oltre ad utilizzare
tanto slang; ci sono anche vari dialoghi in italiano e tante parole dialettali
napoletane o siciliane inserite in frasi in inglese. Questo più degli altri è
un film da guardare in versione originale, meglio se con l’aiuto dei
sottotitoli americani per i tanti termini desueti o propri di quell’ambiente. Facendolo,
si noterà anche che la voce che nei primi secondi del film - a schermo ancora
nero - declama i pensieri di Harvey Keitel in chiesa non è la sua bensì quella
di Martin Scorsese.
Harvey Keitel in chiesa *** Harvey Keitel e Cesare Danova
Una
ricca (sia per quantità di pezzi, che qualità ed eterogeneità) colonna sonora accompagna
i protagonisti ricreando alla perfezione l’ambiente delle comunità
italoamericane, come ben noto composte soprattutto da meridionali, ed in
particolare quella di Little Italy
in periodi festivi. Infatti gli eventi narrati si svolgono proprio lì nei
giorni della festa di San Gennaro e
i suonatori della banda sono quelli veri, dai volti ed espressioni incredibili,
direi affascinanti. Quindi, a cominciare da uno dei caratteristici e tradizionali
canti a figliola (clicca qui per ascoltarlo) che i pellegrini che si recavano al Santuario della Madonna di Montevergine (AV), una delle tante Madonne nere, in Campania soprannominata
Mamma
Schiavona, intonavano lungo il cammino, si ascoltano tante arie
napoletane conosciutissime anche all’estero quali Scapricciatiello, Malafemmena,
Maruzzella,
Munastero
‘e Santa Chiara. Questo argomento della festa e della religiosità in particolare (che mal si lega allo stile di vita dei protagonisti) è parte essenziale del film e dà un senso al titolo italiano. A questa parte etnica si sommano famosi brani pop di
vario genere, fra i quali Be My Baby eseguito dalle Ronettes
(l'unica girl band invitata ad esibirsi con i Beatles), Jumpin'
Jack Flash dei Rolling Stones, il ritmo latino di Ray
Barretto con Ritmo sabroso.
Oltre
alle riprese nel corso della festa, soprattutto astanti e banda di ottoni, nel
cast compaiono tanti caratteristi, vari dei quali in questo film hanno dato il
meglio di sé forse proprio per sentirsi a proprio agio interpretando tipologie personaggi
che avevano conosciuto o almeno visto chissà quante volte. Molti erano amici di
Scorsese ed erano cresciuti in quell’ambiente
o in simili comunità come quelle degli italoamericani di Brooklyn o Queens.
La
già radicata passione di Scorsese per il cinema risulta evidente per i tanti
poster inquadrati qua e là, le classiche insegne luminose sull’ingresso dei
cinema con titoli e interpreti dei film, una serata al cinema a guardare The
Searchers (aka “Sentieri selvaggi”, di John Ford, 1956, per caso visto un paio di giorni fa), una scena di
The
Tomb of Ligeia (1964, di Roger
Corman, con Vincent Price) e una
di The
Big Heat (1953, famoso noir di Fritz
Lang) in parte simile al finale del film.
Nota personale: sbarcai per la prima volta a New York il 13 settembre 1985, in pieno periodo della festa di San Gennaro (19 settembre) e queste sono due immagini dal film (a colori) e due miei scatti in b/n. Noterete che altarino e luminarie dopo una dozzina di anni erano sono uguali.
Tempo fa pubblicai un post in merito alla mia seconda visita a New York, nel corso della quale non mancai di tornare in quei stessi luoghi trovando però ben poche tracce della "vecchia Little Italy" ... anche lì ormai imperversano cinesi e russi.
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