mercoledì 2 settembre 2020

Micro-recensioni 291-295: due commedie sui generis e 3 film di Curtiz

Il pezzo forte di questo gruppo è senz’altro The Sea Wolf, ma anche gli altri 2 diretti da Curtiz (noir classici) sono notevoli. Le due commedie sono interessanti specialmente per i conoscitori e appassionati dei rispettivi settori: il capolavoro di Cervantes e la gastronomia.

  
The Sea Wolf (Michael Curtiz, USA, 1941)
Uno dei personaggi più inquietanti fra i tanti interpretati dall’ottimo Edward G. Robinson, il capitano di un veliero pressoché pirata (ma all’inizio del XX secolo) con parte dell’equipaggio forzatamente tenuto a bordo. Fra il folle e lo psicopatico, a tratti ricorda il capitano Achab (Moby Dick). Tranne le poche scene iniziali, tutto si svolge in mare aperto. Nel cast, che comprende tanti buoni caratteristi, si fanno onore Ida Lupino, John Garfield, Barry Fitzgerald, Alexander Knox e Gene Lockhart.
Consigliato.

Flamingo Road (Michael Curtiz, USA, 1949)
Noir politico, che vede protagonisti la più che combattiva Lane Bellamy, artista di fiera itinerante (Joan Crawford), e il viscido sceriffo Titus Semple, magistralmente interpretato da Sydney Greenstreet. Tutto l’entourage politico che si prepara alle elezioni e i successivi sviluppi sono molto ben descritti e, adattati in tempi e luoghi differenti, sono in ogni momento molto credibili.
Fra i tre, questo ha rating inferiori agli altri due che vantano un identico 7,5 su IMDb e 100% su RottenTomatoes, ma a mio parere non è di molto inferiore, quindi lo consiglio. 

The Breaking Point (Michael Curtiz, USA, 1950)
Terzo recupero della filmografia di Curtiz, si torna in mare e di nuovo lungo le coste del Pacifico, ma stavolta non si tratta di un veliero bensì di una piccola imbarcazione utilizzata per charter, per lo più per la pesca. Ritroviamo John Garfield (appena visto in The Sea Wolf) nei panni del quasi-proprietario della barca (deve finire di pagarla) il quale accetta lavori a dir poco loschi pur di non perderla. Chiaramente si ritroverà in un mare di guai e ci saranno numerosi morti, buoni e cattivi. Ottimo il finale, in particolare l’ultima scena. Sceneggiatura tratta da un racconto di Hemingway!
Consigliato.
 
La grande bouffe (Marco Ferreri, Fra/Ita, 1973)
Famosa commedia drammatica di Ferreri, ancora una volta in collaborazione con Rafael Azcona (scrittore dai testi estremamente graffianti) al quale si era affidato anche per i suoi primi film El pisito (1958) e El cochecito (1960). Cast d’eccezione con primi attori francesi e italiani fra i migliori dell’epoca: Marcello Mastroianni, Michel Piccoli, Philippe Noiret e Ugo Tognazzi. Fu anche la prima apparizione ufficiale della simpatica e abbondante Andréa Ferréol dopo una mezza dozzina di uncredited.
Premio FIPRESCI e Nomination Palma d’Oro a Cannes.
Quattro professionisti (nel film portano i nomi dei propri interpreti), si ritirano in una villa parigina per suicidarsi … mangiando (ovviamente piatti di alta cucina accompagnati da bevande pregiate) e non disdegnando compagnie femminili.
Commedia grottesca unica nel suo genere, da guardare solo se interessati a mangiate pantagrueliche, altri potrebbero disgustarsi …

Don Quijote cabalga de nuevo (Roberto Gavaldón, Spa/Mex, 1973)
L’ho voluto recuperare e guardare nonostante le recensioni non proprio stimolanti … la combinazione di due attori amati e apprezzati nei rispettivi paesi (Messico e Spagna) diretti da un affidabile regista della Epoca de Oro del cinema messicano, negli anni ’50 ogni anno presente a Berlino, Cannes o Venezia, mi aveva incuriosito molto. In effetti il film non è un granché, è molto slegato anche se la sceneggiatura include buone trovate che propongono una possibile diversa lettura delle deliranti azioni di Don Chisciotte (Fernando Fernán Gómez) e Sancho Panza (Cantinflas). Si lascia guardare solo per curiosità, se si conoscono personaggi e attori.

#cinegiovis #cinema #film

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