Ancora un gruppo interessante ed
eterogeneo, sia per epoche (1965, '82, 2000 e da poco usciti) che per paesi di produzione fra i quali Corea e Georgia. In linea di massima sono stati tutti piacevolmente sorprendenti, ognuno per aspetti divversi, pur rimanendo Chunhyang senz'altro il migliore e più completo.
350 Chunhyang (Kwon-taek Im, Kor, 2000) *
con Hyo-jeong Lee, Seung-woo Cho, Seong-nyeo Kim * IMDb 7,1 RT 86%
* Nomination Palma d’Oro a Cannes
Una piacevolissima sorpresa! Guardato “a
fiducia” al Movie Museum, si è rivelato un ottimo film e per innumerevoli ragioni,
alcune apprezzate dopo aver fatto le dovute successive ricerche … e da lì
comincio. Chunhyang non solo è il nome della protagonista di questa pellicola,
ma anche di una delle più famose storie coreane di vari secoli fa. Tramandata
per via orale, fu poi scritta nel XVII secolo, ma ne esistono oltre 100
versioni, poi adattate in almeno una ventina di film. Della storia di Chunhyang
ci sono anche versioni teatrali in una forma classica coreana: il pansori.
In questo caso viene narrata da un cantastorie accompagnato dal ritmo di un
solo tamburo e mediamente dura fra le 5 e le 6 ore.
Il film di Kwon-taek Im dura solo
2 ore, è aperto e chiuso da un cantastorie su un palco teatrale moderno e la
sua voce commenta vari avvenimenti mostrati e ne narra altri omessi. Il canto,
spesso quasi urlato, non è sempre orecchiabile ma assolutamente affascinante,
così come lo sono costumi, particolari, calligrafia, scene e arredamenti. La
fotografia è ottima sia per scelta di colori che di luce; regia e
interpretazioni non sono da meno.
La storia è emblematica e, anche se in
parte scontata, scorre bene ed è ben narrata.
Secondo me da non perdere.
346 Il padre
del soldato (Rezo Chkheidze, Geo, 1965)
tit. or. “Jariskatsis mama” * con Sergo Zakariadze, Vladimir Privaltsev,
Aleksandr Nazarov * IMDb 8,7 RT 92%p
Originariamente in bianco e nero (leggo
molto apprezzato), è stato successivamente colorizzato per la tv nel 2013.
Avendo tirato in ballo il cinema
georgiano pochi giorni fa, ho cercato altri titoli interessanti e ho trovato
questo cult del 1962, da molti definito pietra miliare di quella cinematografia
se non il migliore in assoluto. In rete si trova un'ottima versione a colori
(1080p) ma è bene sapere che l'originale era in b/n, l'operazione di restauro e
colorizzazione è del 2007.
Non è un vero e proprio film di guerra,
somiglia più a un road movie del quale è protagonista un padre (contadino) che
parte alla ricerca del figlio ferito in guerra. Però, quando finalmente
raggiunge l'ospedale, il figlio è stato già dimesso e rispedito al fronte...
Quindi si tratta di un lunghissimo viaggio con vari mezzi di trasporto dalla
Georgia alla Russia e poi in Germania. Commovente lo spirito del contadino
diventato soldato per poter cercare di raggiungere suo figlio, del quale va
estremamente fiero. Anche se il protagonista è un georgiano, i russi elogiarono
il film e Sergo Zakariadze diventò un beniamino del pubblico per il suo
coraggio, spirito di iniziativa intraprendenza e spontaneità pur non avendo uno
spirito bellicoso.
Certamente da guardare, anche se non è il capolavoro assoluto che alcuni decantano.
Certamente da guardare, anche se non è il capolavoro assoluto che alcuni decantano.
348 J'ai perdu mon corps (Jérémy Clapin, Fra, 2018) * animazione * IMDb 7,6 RT 100% * Gran Premio della critica e Nomination Camera d’Oro
Film d'animazione francese che si annunciava bene, il titolo si riferisce ad una mano amputata che, a inizio film quindi no spoiler, evade da un laboratorio. Il seguito è tutto da scoprire, con storie che si accavallano, flashback, una mosca onnipresente, avventure e disavventure della intraprendente mano, ironia e suspense e non manca la parte romantica. Nonostante i tanti diversi aspetti, il film è scorrevole in quanto molto ben bilanciato.
La grafica è semplice ma non certo minimalista, e ogni scena è ricca di significativi dettagli.
Merita la visione.
Merita la visione.
349 Le retour de Martin Guerre (Daniel
Vigne, Fra, 1982) * con Gérard Depardieu, Nathalie Baye, Maurice Barrier *
IMDb 7,4 RT 100% *
Nomination Oscar per i costumi
Film particolare, con una prima a parte
quasi bucolica, nella campagna francese Toulouse, del '600, ed una seconda
parte articolata su un caso giudiziario con tanti colpi di scena e radicali
cambiamenti di atteggiamento da parte dei paesani coinvolti direttamente o come
testimoni … un vero e proprio courtroom movie ambientato nel XVI secolo.
Nella prima parte prevale l'aspetto
pittorico che dà l’illusione allo spettatore di entrare nei quadri dell'epoca,
mentre nella seconda le parole e le testimonianze, spesso contraddittorie, sono
al centro dell'attenzione.
Buona la prova di Gerard Depardieu
nelle vesti di Martin Guerre (effettivamente vissuto nella prima metà del ‘500 e
protagonista di tale caso giudiziario), ma anche di tutto il resto del cast,
nel quale ho notato di nuovo l’inconfondibile Dominique Pinon, qui al
suo secondo film, del quale nel precedente post ho ricordato le note
apparizioni in Delicatessen e Amelie.
Buon film che merita una visione,
specialmente per la messa in scena; meritata la Nomination Oscar per i costumi.
Annunciato come un ottimo indipendente,
assolutamente americano seppur con regista e cast quasi tutto cinese,
ambientato a Chinatown, ancora senza distributori .
Si tatta di una black comedy nel campo di rivalità fra bande mafiose (cinesi), ma la vera protagonista è un'imperturbabile nonna (grandma) che, per una serie di coincidenze, entra in possesso di una gran quantità di dollari, in contanti ... e qui ovviamente cominciano i guai. Ci sono buone trovate e divertenti colpi di scena, la maggior parte dei personaggi sono stereotipi del genere o quasi caricaturali. Purtroppo il film non ha ritmo, spesso si perde in scene troppo lente che non mirano neanche a creare suspense, certamente non adatte ad una commedia degna di tal nome.
Appena sufficiente, convincente la grandma cinese.
Si tatta di una black comedy nel campo di rivalità fra bande mafiose (cinesi), ma la vera protagonista è un'imperturbabile nonna (grandma) che, per una serie di coincidenze, entra in possesso di una gran quantità di dollari, in contanti ... e qui ovviamente cominciano i guai. Ci sono buone trovate e divertenti colpi di scena, la maggior parte dei personaggi sono stereotipi del genere o quasi caricaturali. Purtroppo il film non ha ritmo, spesso si perde in scene troppo lente che non mirano neanche a creare suspense, certamente non adatte ad una commedia degna di tal nome.
Appena sufficiente, convincente la grandma cinese.
Le oltre 1.400 precedenti micro-recensioni dei film visti a partire dal 2016 sono sul mio sito www.giovis.com; le nuove continueranno ad essere pubblicate su questo blog.
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