260 The
Shangai Gesture (Josef von Sternberg, USA, 1941) tit. it. “I misteri di
Shanghai” * con Gene Tierney, Walter Huston, Victor Mature, Ona Munson *
IMDb 6,7
RT 100% * 2 Nomination (scenografia e commento musicale)
Uno dei numerosi film di von Sternberg con ambientazione
esotica. Interpretando i rating sembra essere uno dei meno graditi dal pubblico
(comunque ben oltre la sufficienza) ma molto apprezzato dai critici per lo
stile e l’atmosfera che riesce a creare, anche se di Shanghai si vede ben poco.
Pur essendo girato quasi interamente in interni, in Oriente e senza poliziotti
o veri criminali, lo si può senz’altro inquadrare nel genere noir. A parte gli eccessi
di trucco e acconciatura di 'Mother' Gin
Sling (interpretata dall’americana Ona
Munson), gli altri personaggi sono personaggi sono perfettamente proposti,
in un ambiente di mistero e vizio, gioco d’azzardo e potere. Si distinguono le
ottime interpretazioni di Victor Mature
(l’enigmatico e flemmatico Doctor Omar)
e di Gene Tierney (l’isterica
giovane viziata).
Senza dubbio un gran bel film con un
finale a sorpresa di tutto rispetto.
Più che consigliato.
257 Orlac's
Hands (Robert Wiene, Ger, 1924) trad. “Le mani di Orlac” * con Conrad Veidt,
Alexandra Sorina, Fritz Strassny * IMDb
7,1 RT 86%
Questo horror psicologico miscelato al
poliziesco, uno degli ultimi film dell’espressionismo tedesco, tratto dal
romanzo omonimo di Maurice Renard,
si basa non solo sull’interessante soggetto ma soprattutto sull’interpretazione
drammatica Conrad Veidt (Cesare in Il gabinetto del Dr. Caligari,
il Maggiore tedesco in Casablanca).
Le scene e i fondali non sono certo quelle di Caligari (1920) ma
qualche elemento simile vi si può vedere. Apprezzabili le varie doppie
esposizioni (una tecnica spesso utilizzata nei muti) che mostrano i tormenti
del protagonista, fra incubo e immaginazione, a volte indotti dal malvagio di
turno.
Ne furono prodotti due remake sonori: Amore
folle (1935) e Le mani dell'altro (1961).
Nel complesso un film più che buono,
con solida sceneggiatura e notevoli interpretazioni e regia.
256 Genuine
(Robert Wiene, Ger, 1920) tit. int. “The
Tragedy (o The Tale) of a Vampire” * con Fern Andra, Hans Heinrich von
Twardowski, Ernst Gronau * IMDb 6,0 RT 41%p
Difficilmente giudicabile per il
semplice motivo che la versione disponibile è quella “condensata” di 43', praticamente
la metà della versione originale di 88' che è visibile solo al City Film Museum
di Monaco, Germania. In effetti il titolo è fuorviante in quanto non c’è niente
di vampiresco nel senso comune del termine, ci si riferisce invece ad una femme
fatale della quale si seguono le avventure. Infatti per buona parte del film
viene tenuta in una “prigione di lusso” dopo essere stata comprata come
schiava. Alcune scenografie sono affascinanti quasi quanto quelle di Caligari
(e infatti lo scenografo è lo stesso), ma la storia non regge e senz’altro pesa
il fatto che non si sa cosa succeda nella metà tagliata. Soffre anche di una
recitazione con troppo gesticolare e braccia protese.
Ha sempre sofferto dell’inevitabile
confronto con Caligari, dello stesso regista, il grande successo uscito pochi
mesi prima, ancora oggi un cult per qualunque cinefilo.
Da guardare soprattutto per le scene e
per interesse “storico”
258 Street
of Sorrow (aka Joyless Street) (G.W. Pabst, Ger, 1925) tit. it. “La via senza
gioia” o “L’ammaliatrice” * con Asta Nielsen, Greta Garbo, Ágnes Eszterházy *
IMDb 7,3
RT 75%
Questo fu il film che fece conoscere Greta Garbo (il suo quinto in 5 anni,
pochissimi per l’epoca) ma fu così che l’attrice ottenne un contratto con la
MGM e continuò brillantemente la sua carriera negli USA. Similmente all’appena
citato Genuine, quella che ho recuperato è la versione condensata in 60’;
del film ne esistono una decina di montaggi, il più lungo dei quali è di 175’
(quasi 3 ore!). Purtroppo ciò accade spesso con film di quasi 100 anni fa, che
già all’epoca venivano distribuiti in vari paesi in edizioni diverse. A partire
dai primi tentativi di restauro o ri-assemblaggio si utilizzarono spezzoni di
varia provenienza e furono inserite riprese probabilmente mai effettivamente
proposte in sala.
Tornando al film, l’ho trovato un po’
troppo melodrammatico ma conta su una solida regia e la buona interpretazione
dell’astro nascente (la svedese Greta
Garbo).
259 Dishonored
(Josef von Sternberg, USA, 1931)
tit. it. “Disonorata” * con Marlene Dietrich, Victor
McLaglen, Gustav von Seyffertitz * IMDb 7,3 RT 100%
Dei film di Josef von Sternberg fin qui visti è quello che mi ha appassionato
di meno, soprattutto per la sceneggiatura poco credibile che si svluppa nel
contesto degli ultimi anni della I Guerra Mondiale, fra un amore appassionato,
spie e doppiogiochisti sia dal lato austroungarico che russo.
In questo caso, la spia ammaliatrice è Marlene Dietrich ed è strano (forse non
tanto) che dopo pochi mesi uscì un altro film sostanzialmente simile con
protagonista l’altra star dell’epoca, Greta
Garbo (Mata Hari, 1931).
Interessante.
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