lunedì 19 agosto 2019

52° gruppo di 5 micro-recensioni 2019 (256-260)

Cercando altre opere di Josef von Sternberg, mi sono imbattuto in alcuni film non ancora guardati di grandi registi austroungarici quali Robert Wiene (regista del Das Cabinet des Dr. Caligari, 1920) e G.W. Pabst (regista de Il vaso di Pandora, 1929); non solo non mi sono lasciato sfuggire l’occasione, ma ho anche trovato una delle tante liste di film di genere (35 Films from the Golden Age of German Cinema) che comprendeva una decina di lavori a me sconosciuti o dei quali avevo solo sentito parlare. Ovviamente queste saranno le mie prossime visioni e argomento di futuri post.
   

260  The Shangai Gesture (Josef von Sternberg, USA, 1941) tit. it. “I misteri di Shanghai” * con Gene Tierney, Walter Huston, Victor Mature, Ona Munson * IMDb  6,7  RT 100% * 2 Nomination (scenografia e commento musicale)
Uno dei numerosi film di von Sternberg con ambientazione esotica. Interpretando i rating sembra essere uno dei meno graditi dal pubblico (comunque ben oltre la sufficienza) ma molto apprezzato dai critici per lo stile e l’atmosfera che riesce a creare, anche se di Shanghai si vede ben poco. Pur essendo girato quasi interamente in interni, in Oriente e senza poliziotti o veri criminali, lo si può senz’altro inquadrare nel genere noir. A parte gli eccessi di trucco e acconciatura di 'Mother' Gin Sling (interpretata dall’americana Ona Munson), gli altri personaggi sono personaggi sono perfettamente proposti, in un ambiente di mistero e vizio, gioco d’azzardo e potere. Si distinguono le ottime interpretazioni di Victor Mature (l’enigmatico e flemmatico Doctor Omar) e di Gene Tierney (l’isterica giovane viziata).
Senza dubbio un gran bel film con un finale a sorpresa di tutto rispetto.
Più che consigliato.

257  Orlac's Hands (Robert Wiene, Ger, 1924) trad. “Le mani di Orlac” * con Conrad Veidt, Alexandra Sorina, Fritz Strassny * IMDb  7,1  RT 86%
Questo horror psicologico miscelato al poliziesco, uno degli ultimi film dell’espressionismo tedesco, tratto dal romanzo omonimo di Maurice Renard, si basa non solo sull’interessante soggetto ma soprattutto sull’interpretazione drammatica Conrad Veidt (Cesare in Il gabinetto del Dr. Caligari, il Maggiore tedesco in Casablanca). Le scene e i fondali non sono certo quelle di Caligari (1920) ma qualche elemento simile vi si può vedere. Apprezzabili le varie doppie esposizioni (una tecnica spesso utilizzata nei muti) che mostrano i tormenti del protagonista, fra incubo e immaginazione, a volte indotti dal malvagio di turno.
Ne furono prodotti due remake sonori: Amore folle (1935) e Le mani dell'altro (1961). 
Nel complesso un film più che buono, con solida sceneggiatura e notevoli interpretazioni e regia. 

      

256  Genuine  (Robert Wiene, Ger, 1920) tit. int. “The Tragedy (o The Tale) of a Vampire” * con Fern Andra, Hans Heinrich von Twardowski, Ernst Gronau * IMDb  6,0  RT 41%p
Difficilmente giudicabile per il semplice motivo che la versione disponibile è quella “condensata” di 43', praticamente la metà della versione originale di 88' che è visibile solo al City Film Museum di Monaco, Germania. In effetti il titolo è fuorviante in quanto non c’è niente di vampiresco nel senso comune del termine, ci si riferisce invece ad una femme fatale della quale si seguono le avventure. Infatti per buona parte del film viene tenuta in una “prigione di lusso” dopo essere stata comprata come schiava. Alcune scenografie sono affascinanti quasi quanto quelle di Caligari (e infatti lo scenografo è lo stesso), ma la storia non regge e senz’altro pesa il fatto che non si sa cosa succeda nella metà tagliata. Soffre anche di una recitazione con troppo gesticolare e braccia protese.
Ha sempre sofferto dell’inevitabile confronto con Caligari, dello stesso regista, il grande successo uscito pochi mesi prima, ancora oggi un cult per qualunque cinefilo.
Da guardare soprattutto per le scene e per interesse “storico”

258  Street of Sorrow (aka Joyless Street) (G.W. Pabst, Ger, 1925) tit. it. “La via senza gioia” o “L’ammaliatrice” * con Asta Nielsen, Greta Garbo, Ágnes Eszterházy * IMDb  7,3  RT 75%
Questo fu il film che fece conoscere Greta Garbo (il suo quinto in 5 anni, pochissimi per l’epoca) ma fu così che l’attrice ottenne un contratto con la MGM e continuò brillantemente la sua carriera negli USA. Similmente all’appena citato Genuine, quella che ho recuperato è la versione condensata in 60’; del film ne esistono una decina di montaggi, il più lungo dei quali è di 175’ (quasi 3 ore!). Purtroppo ciò accade spesso con film di quasi 100 anni fa, che già all’epoca venivano distribuiti in vari paesi in edizioni diverse. A partire dai primi tentativi di restauro o ri-assemblaggio si utilizzarono spezzoni di varia provenienza e furono inserite riprese probabilmente mai effettivamente proposte in sala.
Tornando al film, l’ho trovato un po’ troppo melodrammatico ma conta su una solida regia e la buona interpretazione dell’astro nascente (la svedese Greta Garbo).

259  Dishonored  (Josef von Sternberg, USA, 1931) tit. it. “Disonorata” * con Marlene Dietrich, Victor McLaglen, Gustav von Seyffertitz * IMDb  7,3  RT 100%
Dei film di Josef von Sternberg fin qui visti è quello che mi ha appassionato di meno, soprattutto per la sceneggiatura poco credibile che si svluppa nel contesto degli ultimi anni della I Guerra Mondiale, fra un amore appassionato, spie e doppiogiochisti sia dal lato austroungarico che russo.
In questo caso, la spia ammaliatrice è Marlene Dietrich ed è strano (forse non tanto) che dopo pochi mesi uscì un altro film sostanzialmente simile con protagonista l’altra star dell’epoca, Greta Garbo (Mata Hari, 1931).
Interessante.
   
Le oltre 1.400 precedenti micro-recensioni dei film visti a partire dal 2016 sono sul mio sito www.giovis.com; le nuove continueranno ad essere pubblicate su questo blog. 

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