Molti già
conoscono la mia passione-ossessione per l’osservazione della stupidità umana e
quindi non si meraviglieranno di questo ulteriore post sul tema dopo aver
trattato in vari post di vari anni l’affascinante teoria delle Leggi della stupidità umana del prof. Carlo Cipolla. Non vi fate ingannare
dal titolo dello studio (molto acuto) né dal cognome dell’autore (vero),
stimatissimo docente di storia economica in Italia e negli Stati Unti.
Vari giorni fa
mi ero ripromesso di tornare sull’argomento e il caso ha voluto che in tre
giorni ho visto casualmente (ma non troppo) tre film che per motivi diversi
sono attinenti alla stupidità umana. I tre hanno in comune il fatto di essere
fra i 5 candidati all’Oscar per il miglior film di lingua non inglese.
Nel primo, A man called Ove (Hannes Holm, Swe),
il protagonista pronuncia una meravigliosa frase che, a prescindere dall’essere
originale o meno, decisi all’istante di utilizzare come titolo del post e che
mi fa piacere ripetere per ribadire il mio apprezzamento per l’aforisma:
“Il Fato è il risultato della somma delle proprie stupidaggini”.
Nei
due film successivi The Salesman (Asghar Farhadi, Iran) e Toni Erdmann (Maren Ade, Ger),
seppur in contesti assolutamente differenti e con intenzioni e toni ancor più diversi, le azioni, le
reazioni e le situazioni create volontariamente o subite senza cercare di porre
rimedio pur essendo chiari i più che probabili danni conseguenti forniscono innumerevoli spunti di
riflessione. Nel primo uno “sfortunato” evento (comunque conseguenza di una
leggerezza della protagonista) causa una serie di reazioni a catena che mina
alla base il rapporto con il partner che (quando ha qualche buona idea) viene
ostacolato e vi rinuncia quasi passivamente ... continuando ad aggravare la
situazione. Nel secondo il rapporto difficile è padre/figlia ed entrambi fanno
il possibile (secondo loro a fin di bene e per affetto) per rovinarsi vita e
carriera ... ma questa è una stupida commedia, neanche divertente.
Sottolineando che
nessuno è del tutto esente da comportamenti simili, il fatto di essere più
preparati sul tema e la capacità di prendere atto dei propri errori in tempi
quanto più brevi possibile, spesso sono sufficienti a limitare i danni e ad
evitare catastrofi. Talvolta può sembrare che si vada contro i buoni sentimenti,
la solidarietà e l’ affezione (dall’amore parentale/filiale, all’amicizia, all’affetto
verso animali) ma se il risultato deve essere un danno per entrambi i soggetti,
“cinicamente” (ma non troppo) penso che si debba evitare di cadere nei luoghi
comuni in modo che almeno uno dei due soggetti “si salvi”.
Sulla scorta
delle Leggi della Stupidità Umana del prof. Cipolla, dividerei in due grandi categorie
quelli che lui chiama “stupidi” che oltre che nel loro quadrante si trovano
anche in quelli contigui fra i banditi e gli sprovveduti e tutti insieme
formano la massa di autolesionisti. La mia
osservazione è che molti di questi sono più che responsabili delle loro
disavventure, facendo il possibile per cacciarsi nei guai senza mai applicare
alcuna regola di buonsenso o di cautela. Certo esistono eventi sfortunati
imprevedibili che è quasi impossibile evitare, ma se (statisticamente) ad
ognuno di noi ne spetta una parte perché accollarcene ulteriori per nostra
propria scelta (colpa)?
Penso che le vie
dell'autolesionismo debbano sostanzialmente dividersi in due grandi gruppi:
quella diretta e quella "di ritorno". Per portare esempi
banali ma tristemente reali, il primo comprende chi, da savio, volontariamente
si ubriaca pur sapendo che deve tornare a casa in auto e poi si sfracella; il
secondo quelli che da sobri, pur vedendo un loro amico palesemente ubriaco
mettersi alla guida, non solo non lo fermano, ma per assisterlo e non volendolo
offendere facendogli notare che è ubriaco, salgono nella sua macchina sfidando
la sorte.
Molti sono i
casi simili che comprendono anche tutte quelle altre azioni
"buoniste-educative" di nobili intenzioni, ma in effetti ci si affida
a degli inesperti, o peggio, incapaci, per portare a termine compiti non alla
loro altezza. Qui il discorso viaggia su un filo di rasoio in quanto è molto
difficile percepire il limite fra il dare la necessaria fiducia a principianti,
studenti e apprendisti (altrimenti come imparano?) e mettersi ciecamente nelle
mani di persone oggettivamente non preparate
per determinati mansioni.
Comunque sia e
comunque la pensiate, direi che un po’ di attenzione, buonsenso e prudenza ci
farà forse perdere quale occasione unica (anche se non c’è controprova) ma senz’altro
ci eviterà un sacco di grattacapi.
Ricercando "stupidità" in questo Blog troverete numerosi post di vari anni fa che comprendono anche dettagliati commenti in merito alla Teoria del Cipolla.
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