Quella che oggi sottopongo alla vostra attenzione è quella del Camì de Cavalls, GR 223 - Menorca, Baleari (Spagna), percorso recuperato da pochi anni basandosi sui sentieri e piste che collegavano le torri costiere dell'isola. Come per le nostre torri cavallare, ci si spostava a cavallo da cui il nome attribuito all'intero percorso circolare di circa 200km.
Spero che fra coloro che leggeranno questo post ci siano anche alcuni dei responsabili della futura (la speranza non muore mai) segnaletica della rete sentieristica della Penisola Sorrentina e Costiera Amalfitana. Propongo le foto e la breve descrizione solo per fornire ulteriori idee in merito oltre a quelle già discusse in precedenti post.
Chiaramente ogni ambiente ha le sue esigenze e i suoi limiti e di conseguenza segnavia, indicatori e materiali devono essere adattati. Nel caso del Camì de Cavalls, per gran parte del percorso si procede fra vegetazione bassa e le rocce capaci offrire un supporto visibile e duraturo per i segnavia sono rare o del tutto assenti. Quindi i segnavia a vernice sono sporadici mentre molto più frequenti sono i paletti che vedete nella foto in basso. I numeri dipinti in bianco sulla faccia che guarda il sentiero indicano la tappa (in tutto sono 20) ed il numero progressivo per quella tappa.
Ogni incrocio principale ha i suoi indicatori (uno per direzione) mentre quelli secondari sono evidenziati solo dai paletti segnavia.Le due foto qui sopra mostrano i chiari ed evidenti indicatori con le prossime mete (di quella tappa) e le distanze indicate in km. Come qualcuno ricorderà, questo è un punto che sostengo da sempre in quanto le distanze espresse in chilometri sono misure assolute mentre i tempi sono relativi in quanto dipendono dalla velocità di ogni singolo escursionista. Inoltre, se proprio si volessero indicare i tempi, le cifre dovrebbero essere accompagnate dall'unità di misura (vedi post del 22 agosto 2013).
Per quanto riguarda il disegno base dei tabelloni con la rappresentazione del percorso di ciascuna tappa è stata scelta la foto satellitare a discapito della cartina. Io propendo per la seconda soluzione, ma in questo caso il risultato è comunque chiaro, visto che non ci sono rilievi significativi che rendano indispensabile l'utilizzo delle isoipse.
Concludo con una curiosità. Non avendo a disposizione i nostri castagni o i pini di altre aree, per i passamano/balaustre si utilizzano piante della macchia. I tronchetti e i rami utilizzati sono ben più sottili e contorti, ma assolutamente resistenti e conferiscono un aspetto più naturale a queste protezioni.
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