Sono un instancabile
ed entusiasta visitatore dei musei di qualunque tipo, basta che siano ben strutturati
e organizzati. Anche quelli più piccoli, seppur monotematici o strettamente
legati al territorio possono riservare interessanti e piacevoli sorprese. Certo
si deve avere un minimo di curiosità, voglia di apprendere e predisposizione ad
addentrarsi in campi fino a quel momento inesplorati o totalmente sconosciuti.
Tutte
attitudini che gioverebbero a chiunque.
Ho visitato musei
aerospaziali, archeologici, etnologici, navali, antropologici, militari, di
scienze naturali, di tecnologia, del mare, di arte moderna e arte antica; sono
entrato in sottomarini, mulini ad acqua e a vento, miniere, grotte naturali, catacombe,
e non c’è stata volta che non abbia arricchito il mio bagaglio culturale, la
mia esperienza e soprattutto la mia capacità di giudizio, nel senso di
valutazione ed, in linea di massima, apprezzamento.
Se è normale
rimanere incantati nel vedere per la prima volta un bel quadro o un’area
archeologica o semplicemente il mare o la neve, vedere cose simili con maggior
frequenza non ne diminuisce il valore facendole sembrare tutte uguali, al
contrario contribuisce in modo sostanziale a valutazioni più attente e a convincersi
sempre di più che la perfezione non esiste. Anche le cose più belle, pur apparendo
affascinanti, saranno paragonate ad altre che per certi aspetti le eguagliano o
in qualche particolare le superano.
Ciò può essere
senz’altro condizionato dalla nostra memoria in quanto gli infaticabili visitatori
di musei che, parafrasando un aforisma relativo ai viaggiatori, “hanno visto
più di quanto ricordino, e ricordano più di quanto hanno visto”. E’ comunque
indiscutibile che la quantità migliora la loro capacità di giudizio.
Lo spunto per
questa breve discettazione me l’ha fornito il ritrovamento (finalmente) della
cartella con le foto scattate al Louvre nel 2012, ed in particolare quelle di
questa statua originalissima, se non altro per essere fra le poche sopravvissuta
quasi intatta per circa 4300 anni (che non dimostra assolutamente).
La statua di Ebih-Il, nu-banda (alabastro,
lapislazzuli, conchiglie e bitume) è infatti datata 2330-2250 a.C. e proviene da Tempio
di Ishtar di Mari (città sumera). Pensate che sono dovuti passare quasi 4000 anni
prima che varie “culture occidentali” raggiungessero livelli espressivi
vagamente simili … .
Fra le tante opere
affascinanti ed straordinarie viste al Louvre, questa è quella che più mi colpì e sorprese (la dovreste vedere dal vero).
Per inciso, passai
l’intera giornata al Louvre senza visitare gli ultimi due piani (ci feci solo
un velocissimo giro dopo che gli altoparlanti cominciarono ad invitare ad uscire).
Non ho assolutamente rimpianto di non essere andato a vedere Lisa e aver dato solo un fugace sguardo
alla Nike.
Se avrete occasione
di andarci, vi consiglio di girare fra le sale, visitare le collezioni meno
famose e soprattutto di non sottovalutate ciò che non conoscete.
Se quelle
opere sono esposte al Louvre, ci sarà pure un buon motivo!