martedì 29 aprile 2014

Escursionismo: Camminata dei 23 Casali - previsioni

Per sabato 3 si prevede un tempo ancora peggiore di quello di sabato scorso. Tutti i siti, dagli affidabili Eurometeo e ilMeteo a quello istituzionale dell’AeronauticaMilitare, sono concordi nel prevedere un abbassamento della pressione fino a quasi 1000hPa (o mb che dir si voglia) con precipitazioni abbastanza intense nell’arco dell’intera giornata.
Pertanto vi invito a visitare le pagine linkate e vi anticipo che, ferme restando queste previsioni, la Camminata dei 23 Casali sarà definitivamente annullata

Altri Mondi: alla ricerca di nuovi sapori e combinazioni insolite

Chi mi conosce sa che sono una buona forchetta e che mi piace il cibo tradizionale. Avendo la gran fortuna di non soffrire di intolleranze allergie (almeno quelle alimentari), né limitazioni religiose o filosofiche, quando viaggio e quando ne ho l'occasione ordino piatti assolutamente sconosciuti, attirato solo dal nome nuovo e insolito (serendipity in tutti i campi). Quello che arriva in tavola è una sorpresa, nella maggior parte dei casi molto piacevole e interessante, e solo dopo aver terminato chiedo conferma della presenza degli ingredienti individuati ed informazioni sulla preparazione del piatto.
Nelle trattorie, osterie e bettole che sono solito frequentare spesso il menù è orale e quando c’è qualcosa di scritto, spesso a mano su una lavagna o un pezzo di carta, raramente è chiara la distinzione fra carne, pesce e minestre. Ciò contribuisce ad aumentare il mistero e a rendere eccitante l’attesa.
Nei prossimi post fornirò notizie su tre ricette tradizionali spagnole poco conosciute che ho avuto occasione di provare nel corso degli ultimi mesi. Formano quasi un menù (onestamente male assortito) trattandosi di una variante del conosciutissimo gazpacho, un piatto forte con una gran varietà di ingredienti il cui accostamenti ha fatto storcere il naso a molti, ma garantisco che il risultato è interessantissimo, e un semplicissimo dessert che, stranamente, mi è piaciuto (non sono amante dei dolci).
Quello che scriverò è una media delle ricette online più simili a ciò che ho gustato, combinate con quello che ho appreso in loco. Come tutti gli amanti della cucina tradizionale ben sanno, molte ricette sono casarecce e variano da regione a regione, da paesino a paesino, da famiglia a famiglia. E anche nei rari casi nei quali tutti sono d’accordo sugli ingredienti, le loro dosi sono estremamente variabili. Ma, non essendo farmacisti, possiamo fare a meno di misure precise e cucinare a occhio (o a palato) e a nostro gusto anche in base agli ingredienti che abbiamo a disposizione, spesso differenti da quelli originali. Quale anticipazione, eccovi le foto:


domenica 27 aprile 2014

Escursionismo e Cartografia: isoipse ... queste sconosciute (3)

Dopo aver definito le isoipse in genere e aver illustrato come ricavare informazioni immediate dalla loro disposizione in carta (p.e. pendenze relative e cime) distinguiamone i vari tipi: le maestre (o direttrici), le ordinarie e le ausiliarie.
La differenza di quota fra due ordinarie successive o fra una maestra e l’ordinaria più prossima è uguale all'equidistanza. E allora a cosa servono le curve maestre? A comprendere più facilmente la morfologia generale del terreno e calcolarne i dislivelli. Notate che in tutte le carte una curva ogni quattro (o cinque) è di maggior spessore o colore più marcato … quella è una curva maestra. La scelta delle direttrici non è ovviamente casuale, ma dipende dall’equidistanza in quanto di prassi sono associate a quote “tonde”. Vale a dire che in caso di equidistanza 10m ogni quinta curva sarà maestra rappresentando tutti i punti con quota 50, 100, 150, 200, 250,  ecc. (5 x 10m = 50m) mentre nelle tavolette I.G.M. in scala 1:25.000 e equidistanza 25m ogni quarta curva sarà maestra e associata a quote 100, 200, 300, ecc. (4 x 25m = 100m).
Le ausiliarie sono usate raramente e solo quando fra due curve successive è necessario rappresentare elementi degni di nota (piccole alture, depressioni o repentini cambi di pendenza) o nel caso di terreni con minimi dislivelli.
Il numero di ausiliarie fra due ordinarie può variare proprio in base alle necessità, ma di solito è solo una che rappresenta la quota a metà fra le due ordinarie che la contengono (nel caso di equidistanza 20m indica un dislivello di 10m) o sono 4 come nel caso delle tavolette I.G.M. indicando quote con dislivelli di 5m fra l’una e l’altra.
Volendo conoscere il titolo (altitudine) di una isoipsa in mancanza di curve quotate nelle vicinanze del punto che ci interessa basterà trovare una quota, anche lontana, e poi contare solo le maestre senza impazzire a contarle tutte. Nella cartina in basso (eq. 25m) è evidente come si sarebbe potuta facilmente dedurre la quota (400m) della maestra a monte di Campo Vetavole anche in assenza della quota 395 contando le maestre (evidenziate da una serie di pallini rossi e uniti da una linea tratteggiata).
Attorno al suddetto punto quotato è stato opportuno disegnare una ausiliaria (curva tratteggiata di titolo 387,5 … l’ordinaria a valle di altitudine 375 + 12,5) per far risaltare il fatto che nell’area compresa fra le due isoipse che la comprendono la parte a NE è quasi piana mentre a SO è ripida come il resto del crinale.
Infine, per evidenziare il piccolo cocuzzolo quotato a 315m (punto notevole e facilmente riconoscibile) è importante l’aggiunta dell’ausiliaria 312,5 che lo racchiude indicando chiaramente una discontinuità nella pendenza del crinale. 

venerdì 25 aprile 2014

giovedì 24 aprile 2014

Escursionismo: la XXII Camminata dei 23 Casali é rinviata a sabato 3 maggio

A meno di 48 ore dall'inizio della Camminata le previsioni sono ancora molto poco favorevoli per una regolare e piacevole escursione, in particolare considerato che il programma include lunghi tratti sterrati e senza alcuna possibilità di riparo.
Pertanto la Camminata dei 23 Casali viene rinviata a sabato 3 maggio fermi restando orari, punti di incontro e percorso.
Ciononostante, nel caso di un improvviso seppur temporaneo miglioramento, saremo presenti a Sant'Agata per incontrare chi non fosse al corrente del rinvio e per fare - eventualmente - una passeggiata ridotta con percorso da decidere al momento in base alle condizioni meteo e stato dei sentieri.

mercoledì 23 aprile 2014

Altri Mondi: ennesima (soddisfacente) esperienza iberica

Approfittando di parte delle 20 ore di nave fra Barcellona e Civitavecchia ho selezionato e ordinato un po’ di immagini di castelli, particolari, panorami, fiori, luoghi già conosciuti e sconosciuti, in programma e fuori programma. Sono su www.giovistravels.com
In particolare segnalo quelle del Torcal de Antequera, riserva naturale caratterizzata da rocce spettacolari e da un’interessante fioritura.
Fra le altre suggerisco anche di dare uno sguardo alle foto di Cabo Espichel, di Antequera, di Lisboa e del mercato di Setùbal (proprio un altro mondo comparato ai nostri mercati … ed era domenica).
Infine a chi si trovasse a Malaga consiglio di non perdersi il Museo Picasso (purtroppo niente foto, ma allego immagine del suo Acrobata), mentre il Museo Museo Carmen Thyssen , consigliato da molti, mi ha un po’ deluso nonostante un’interessante esposizione temporanea.

martedì 22 aprile 2014

Escursionismo e Cartografia: isoipse ... queste sconosciute (2)

Dopo i brevi suggerimenti del precedente post, inizio ora con una regola assoluta che, ahimè, qualcuno ignora: 
due isoipse - per la loro stessa essenza - non si possono mai incrociareAl limite possono sovrapporsi, come in una parete verticale, ma di solito in questi casi si utilizzano simboli sostitutivi.
Seconda regola del giorno:
una curva chiusa, senza altre al suo interno, rappresenta la cima di un rilievo, di una collina o di un monte. Tutti i punti al suo interno avranno ovviamente altitudine maggiore del suo titolo (la quota che rappresenta), ma inferiore a esso più l'equidistanza (altrimenti dovrebbe esserci un'altra isoipsa). In questo esempio le ho evidenziate in rosso.
Si potrebbe obiettare che possa trattarsi di una depressione, ma in questo caso dovrebbe esserci l'apposito simbolo e la relativa quota minima (quasi obbligatoria) viene segnata insieme a un trattino orizzontale e con il punto (o triangolo) come accade per le altre quote.
Nel prossimo post cercherò di spiegare come distinguere valli e promontori, nonché capire il verso della pendenza in mancanza di quote. E questo può essere molto difficile.

sabato 19 aprile 2014

Escursionismo: logistica per la Camminata dei 23 Casali

Per raggiungere Sant’Agata con mezzi pubblici da Sorrento (stazione) potete prendere il bus SITA delle 9.00 che arriva a S. Agata alle 9.25 (via Nastro Verde). Perdendolo avete ancora una possibilità (risicata) con la corsa delle 9.30 via Massa che dovrebbe arrivare alle 10.05.
In questo caso, senza andare in piazza, accodatevi al gruppo che passerà più o meno a quell'ora nei pressi della fermata SITA (indicata in mappa).
Per chi arriva con mezzi propri, dovrebbe essere disponibile il parcheggio della Scuola Media Pulcarelli (accesso di fronte ai distributori di benzina di via Reola). 
Siamo in attesa della conferma da parte del Comune di Massa Lubrense.
Questa cartina in alta definizione stampata in A4 (anche in b/n) è perfettamente leggibile.

giovedì 17 aprile 2014

Escursionistmo e Cartografia: isoipse ... queste sconosciute

Qualcuno le interpreta facilmente, molti non sanno esattamente cosa siano, altri le conoscono ma non sanno come trarne vantaggio. 
Sono convinto che sapendo interpretare le curve di livello (sinonimo di isoipse) di una cartina appena decente si può capire molto di più in merito al dove ci si trovi e cosa ci aspetta per giungere alla meta. Quindi, senza andare troppo nel tecnico e scendere nei dettagli cercherò di fornire alcune informazioni basilari, di facile comprensione e applicazione, che possano facilitare la navigazione.
Comunque è bene definirle in particolare a vantaggio di chi è assolutamente a digiuno della materia: “Le isoipse sono linee che unisono tutti i punti che si trovano ad una stessa quota.”
Le quote rappresentate hanno un dislivello costante fra di loro che viene chiamato (in modo fuorviante) equidistanza (sarebbe più logico chiamarlo equidislivello).
Ed ecco le prime due regole, logiche, di facile apprendimento:
1 - in una carta, indipendentemente dalla scala e dall'equidistanza, le aree con isoipse ravvicinate sono più ripide di quelle nelle quali sono rade (chiaramente nel primo caso si passa da una quota all'altra percorrendo una breve distanza, nel secondo si camminerà di più ma con minor pendenza)
2 - i sentieri che si sviluppano lungo una isoipsa, o rimangono fra due di esse, sono pressoché pianeggianti in quanto non hanno sostanziali cambi di quota. Al contrario, quelli che attraversano le isoipse quasi perpendicolarmente si sviluppano lungo linee di massima pendenza (le famose “salite di petto” o “appettate”)
In questo estratto della cartina della Campanella ho evidenziato aree e sentieri che mi sembrano abbastanza esemplificativi.

martedì 15 aprile 2014

Curiosità e Misteri: dall'Indalo ad Atlantide, a Oera Linda e al Diluvio Universale

Continuando sul tema di simboli magici preistorici più o meno misteriosi sono andato a cercare nuove notizie dell'Indalo, le cui origini risalgono almeno a 4500 anni fa. Lo vidi per la prima volta l’anno scorso nella provincia andalusa di Almeria, della quale è simbolo.
Esistono un paio di interpretazioni dominanti in merito a cosa materialmente rappresenti il disegno (un uomo che regge un arcobaleno - prevalente - o uno che tende un arco) e molte di più al suo significato simbolico.
Varie teorie legano il suo nome a Andalus che molti sostengono essere la versione araba di Atlantis, a ulteriore sostegno del posizionamento di Atlantide nei pressi delle Colonne d'Ercole (stretto di Gibilterra).
Ma non finisce qui in quanto, parlando dell'esatta posizione di Atlantide, mi sono imbattuto in un curioso libro le cui descrizioni sono prese per vangelo da alcuni e considerate assolute baggianate da altri e ciò anche perché nessuno ne ha potuto stabilire l'effettiva origine.
Sto parlando del libro di Oera Linda. Reso pubblico nel 1876 a Londra come una trascrizione di un manoscritto del XIII secolo è stato considerato dalla maggior parte degli esperti un falso, uno scherzo, una presa in giro …
Se molto di quanto descritto può sembrare inverosimile è pur vero che, come fa notare il sudafricano Alewyn Raubenheimer che lo ha analizzato a fondo, quasi tutte le date sono molto precise e sono state riconosciute come esatte solo in tempi moderni con metodi scientifici di datazione. Come avrebbe fatto questo “buontempone” a “indovinare” tutte le date già nel XIX secolo?
In questo blog http://www.unexplained-mysteries.com/forum/index.php?showtopic=184645&st=0 Raubenheimer contesta le semplicistiche conclusioni dei tanti detrattori del libro Oera Linda e del suo saggio.
Nel primo degli otto punti scrive:
L’Oera Linda Book (OLB)(1867) sostiene che la loro civiltà in Europa fu distrutta nel 2193 a.C. da un potente disastro naturale. Il libro cita terremoti, attività vulcanica, incendi, tsunami, etc. che durarono tre anni. Gli archeologi e gli storici concordano sul fatto che l’Antico Regno di Egitto terminò circa nel 2200 a.C.; la civiltà Harrapan (Valle dell’Indo) terminò circa nel 2200 a.C.; la Cultura Hongsan in China terminò circa nel 2200 a.C. e il Professor Harvey Weiss ha stabilito chel’Impero Akkadian in Siria fu distruuto nel 2193 a.C.. Per di più, gli ultimi mammut sull’isola Wrangler nell’Artico si estinsero nello stesso periodo. Niente di tutto ciò (tranne forse la fine dell’Antico Regno di Egitto) era conosciuto 140 anni fa quando apparve The Oera Linda Book.
E conclude: Ho “testato” l’OLB con la genetica, la linguistica, la teologia, vulcanologia, climatologia e molte altre scoperte e conoscenze moderne che non erano disponibili conosciute nel XIX secolo e in ogni caso l’OLB era nel giusto.
… la teoria della “Tettonica delle placche” è stata ridicolizzata per 70 anni prima di essere accettata e ci sono voluti 10 anni prima che gli scienziati accettassero la possibilità che i dinosauri si siano estinti a seguito della caduta di un asteroide. Ci fu un tempo in cui la gente pensava di fare un favore al mondo mettendo al rogo chiunque dicesse che la terra non era piatta.
E su questo sono più che d’accordo … fino a “prova” contraria, ogni teoria è degna di essere considerata.
Il libro include una carta della scomparsa Frisland che Raubenheimer compara con una foto satellitare della NASA nella quale è evidente un rilievo molto simile sul fondo marino fra Irlanda e Islanda.
 
Similitudine sconcertante in quanto mappe accurate dei fondali oceanici furono redatte solo un secolo più tardi. Lo sprofondamento, forse dovuto alla caduta di un grande asteroide sulla terra che avrebbe causato un repentino spostamento dell'asse terrestre, è quindi legato anche alle inondazioni che hanno dato adito alla legenda del Diluvio Universale.
Nel caso il libro fosse effettivamente un falso, si dovrebbe comunque riconoscere che l’autore possedeva non solo una gran fantasia e ma anche ottime conoscenze storiche e scientifiche.
Ricordate: “tutti i miti hanno un fondo di verità”.

lunedì 14 aprile 2014

Altri Mondi: opere d'arte al Louvre

Come anticipato nel post di sabato 5 aprile, ho selezionato un secondo gruppo di foto di pezzi per la maggior parte poco conosciuti.
Fra essi vi segnalo questo leone in bronzo di circa 4000 anni fa ritrovato a Mari, stessa area di provenienza della statua di Ebih-Il, nu-banda 
Qui trovate le altre foto http://www.giovistravels.com/12parigi/12paris14louvrebis.htm 

domenica 13 aprile 2014

Altri Mondi: Serendipity ... cercavo dvd e ho trovato cartoline

Passeggiando per Lisbona ho adocchiato un mercatino dell'usato. Fra giocattoli, argenteria, vinili, ecc. ho notato un tavolo pieno di cartoline, ben ordinate in una ventina di cassette di legno. Per pura curiosità ho messo la mano in quella marcata "Italia" e al primo colpo ho estratto questa cartolina di Sorrento. 
Incuriosito, ho dato una scorsa all'intero lotto e fra le varie centinaia (tra le quali innumerevoli di Roma e tante non italiane) ne ho trovate sei di Capri, una di (o meglio, da) Ravello, una di Positano e queste altre due non antichissime, ma vecchiotte e a me sconosciute.
   
La prima, inequivocabile anche se non ci fosse la didascalia, risulta spedita nel 1952, ma la foto risale ovviamente a prima dell'ultima eruzione (marzo 1944) e non è la solita vista dal Golfo. L'altra mi ha dato subito l'idea della costiera, quindi l'ho osservata, ho individuato la marina e infine ho ricevuto conferma dalla didascalia sul retro. Riconoscete il posto?
In questa pagina http://www.giovistravels.com/14oriEP/cartLisboa.htm vi propongo in anticipo le foto delle 11 cartoline e al mio ritorno provvederò a pubblicare le scansioni. Chi fosse interessato a foto a miglior definizione me le può richiedere inviando un email a giovis@giovis.com.

giovedì 10 aprile 2014

Curiosità ... e Mistero: ancora Labirinti

Il simbolo del labirinto esiste in tutto il mondo da almeno 3500 anni, probabilmente molti di più, come una serie di linee concentriche, accuratamente connesse.
E’ stato utilizzato in varie culture, in tutte le epoche, in posti diversi come Perù, Brasile, Messico, Arizona, Islanda, Scandinavia, Creta, Egitto, Siria, India, Sumatra per citarne alcuni.
Sono stati incisi su legno e su roccia, tessuti su coperte o ceste, limitati da bordi di pietre nel deserto o su sabbia, disegnati con pietre colorate o mosaici, sui pavimenti di ville, chiese e cattedrali.
In certe circostanze il disegno è alterato o elaborato, ma il più delle volte non presenta variazioni significative.
I legami fra tutti questi labirinti sono difficili da trovare e le loro origini sono tutt'oggi un mistero.
Tuttavia, in sostanza esistono solo due strutture di base: a sette circuiti (il più antico e il più diffuso) e a undici circuiti come quello famoso nella Cattedrale di Chartres (vedi foto), suddiviso in quadranti, con un simbolo floreale al centro. Entrambi i numeri sono primi, colmi di significati, in particolare il 7.
Il simbolo del labirinto è tanto facile da disegnare quanto difficile da percorrere e spesso è stato impiegato quale simbolo dell’omphalos (ombelico) rappresentante il centro (sacro o della città).
Per la fede cristiana nel medioevo era la rappresentazione dell’unico vero percorso verso la salvazione eterna in quanto il suo cammino tortuoso preclude l’accesso diretto alla meta finale, il centro.
Fra gli Hopi (popolazione nativa americana) è conosciuto come Tápu'at (Madre e Figlio) ed è rappresentato in due forme distinte: il Padre Sole e la Madre Terra. Per il primo (colui che dà la vita) le linee e i percorsi rappresentano la strada da seguire nella vita. Per la seconda un piccolo spostamento delle linee produce un labirinto dentro un altro, raffigurando il feto nel grembo materno e fra le sue braccia dopo la nascita.
 
Esistono un’infinità di storie, leggende e miti, ma sia nell’utilizzo spirituale che in quello terreno il labirinto sembra simbolizzare sempre il cammino da seguire, quantunque lungo e complesso, per raggiungere la meta, l’oggetto della ricerca, il centro …
Se vi siete minimamente incuriositi, sappiate che in rete troverete un’infinità di articoli, saggi scientifici o esoterici, ipotesi di influenze extraterrestri e via discorrendo.
Ma, anche leggendoli tutti, non riuscirete a trovare una risposta certa al come i labirinti siano apparsi ai quattro angoli della terra, in culture così diverse che certamente non erano in contatto fra loro. 
Il mistero rimane …

mercoledì 9 aprile 2014

Curiosità: Labirinti e Dedali

Il Labirinto originario, preistorico, cretese, romano e medioevale è unicursale, cioè formato da un unica via che, procedendo dall'ingresso verso il Centro, si avviluppa e si avvolge avvicinandosi e allontanandosi dalla meta, alla quale comunque giunge senza possibilità di errore.
Disegni di Labirinti risalenti a migliaia di anni fa sono stati scoperti in quasi ogni parte del mondo e solo all'inizio del XV secolo fecero la loro comparsa i Dedali. I più antichi risalgono al Rinascimento italiano e più tardi, all'epoca barocca e rococò, divengono percorsi fra siepi con l’unico scopo del divertimento.
Labirinti e Dedali sono simili eppure profondamente diversi praticamente e concettualmente, quindi non solo nella loro costruzione, ma anche e soprattutto per il loro significato simbolico.
Il Labirinto presenta un percorso estremamente tortuoso, che appare inutile a chi non coglie chiaramente la sua essenza. In esso, contrariamente al Dedalo, il cammino termina nel centro, meta ben visibile fin dall’inizio; esiste solo la scelta iniziale: restare fuori o entrare e camminare fino alla meta, lontana eppure così vicina. 
E' una via lunga, ma senza bivi, incroci o vicoli ciechi, senza necessità di scelte; non c’è destra o sinistra, solo avanti e indietro. Una volta giunti al Centro, dopo una ragionevole sosta (meditativa), si ripercorrere lo stesso itinerario in senso inverso per tornare al punto di partenza. Un Dedalo ha invece molti itinerari possibili: tratti ciechi, incroci e biforcazioni obbligano ad effettuare continue scelte. 
Mentre i Labirinti possono essere delimitati da una striscia d’erba, da ciottoli o da un disegno sul pavimento rimanendo sempre completamente a vista, le siepi che delimitano i cammini dei Dedali sono abbastanza alte da impedire la visione laterale ed i continui cambi di direzione fanno perdere l’orientamento. Ci si smarrisce facilmente, ritornando più volte negli stessi luoghi, pur essendoci un solo percorso che porta all'uscita.
Da questa differenza essenziale nel modo di procedere risulta lampante che i Labirinti facilitano il rilassamento, la concentrazione e la meditazione, non richiedendo alcuna attenzione per raggiungere la meta, ed è giusto percorrerli con la giusta lentezza.
Al contrario la ricerca della via d’uscita dai Dedali, sia per i più semplici che per quelli estremamente intricati, richiede concentrazione e attenzione ed è vissuta come uno svago.
giardino dell’Oasi Olimpia Relais (foto scattata subito dopo la piantumazione)
Questo da me progettato è un ampliamento e adattamento del disegno dei labirinti classici come quello di Cnosso, rappresentato anche su monete risalenti al IV sec. a.C..
Il percorso unidirezionale è delimitato da basse siepi di bosso (Buxus pumila) con inserti di evonimo giapponese (Evonymus japonicus) ed ha uno sviluppo di 250m per cui per raggiungere il centro e tornare all'uscita si percorre mezzo chilometro.
Prossimamente pubblicherò foto, piantine e altre immagini relative a labirinti di tutte le epoche. Al di là del loro fascino intrinseco, meraviglia il fatto che vari di essi possano essere così simili nella loro struttura, pur essendo stati realizzati a migliaia di chilometri di distanza fra loro molti secoli fa. 
Ovviamente, dove non c'è certezza c'è anche speculazione e quindi la presenza di un labirinto in un certo luogo ha dato la stura ad una ridda di ipotesi o spiegazioni più o meno verosimili.
Trovo i dedali meno interessanti in quanto, al di là della loro bellezza quando si trovano nei giardini di epoca barocca, sono solo un esercizio per la mente (talvolta) o un semplice passatempo. 

domenica 6 aprile 2014

Escursionismo: aggiornamenti Camminata dei 23 Casali e 100km (o 68km)

Camminata dei 23 Casali
Come per le precedenti edizioni con partenza da Sant'Agata, è stato richiesto al Comune di concedere ai partecipanti la possibilità di parcheggiare gratuitamente negli spazi di pertinenza della Scuola Media a via Reola. Confidando nella disponibilità del Comune sono certo che la richiesta sarà accolta, ma per sicurezza controllate su www.giovis.com prima di partire da casa.
100km (o 68km) su www.maratrail.com
Siamo ormai a soli due mesi dalla nostra passeggiata e chi non pensa di fare il pendolare fra casa sua e Agerola dovrebbe cominciare a prenotare il suo alloggio.
Anche quest’anno la nostra base a Bomerano sarà presso l’Hotel Due Torri  (tel. 081 8791257 * E-mail: info@hotelleduetorri.it) e Agriturismo Nonna Martina  (Tel/fax 081 8731495 - mobile 339 2724829).
Ricordandovi che ognuno è comunque libero di prenotare in altri posti, suggerisco a tutti i partecipanti di non ridursi all'ultimo momento … si tratta del ponte della Festa della Repubblica.

sabato 5 aprile 2014

Altri mondi: musei e sorprese

Sono un instancabile ed entusiasta visitatore dei musei di qualunque tipo, basta che siano ben strutturati e organizzati. Anche quelli più piccoli, seppur monotematici o strettamente legati al territorio possono riservare interessanti e piacevoli sorprese. Certo si deve avere un minimo di curiosità, voglia di apprendere e predisposizione ad addentrarsi in campi fino a quel momento inesplorati o totalmente sconosciuti. 
Tutte attitudini che gioverebbero a chiunque.
Ho visitato musei aerospaziali, archeologici, etnologici, navali, antropologici, militari, di scienze naturali, di tecnologia, del mare, di arte moderna e arte antica; sono entrato in sottomarini, mulini ad acqua e a vento, miniere, grotte naturali, catacombe, e non c’è stata volta che non abbia arricchito il mio bagaglio culturale, la mia esperienza e soprattutto la mia capacità di giudizio, nel senso di valutazione ed, in linea di massima, apprezzamento.
Se è normale rimanere incantati nel vedere per la prima volta un bel quadro o un’area archeologica o semplicemente il mare o la neve, vedere cose simili con maggior frequenza non ne diminuisce il valore facendole sembrare tutte uguali, al contrario contribuisce in modo sostanziale a valutazioni più attente e a convincersi sempre di più che la perfezione non esiste. Anche le cose più belle, pur apparendo affascinanti, saranno paragonate ad altre che per certi aspetti le eguagliano o in qualche particolare le superano.
Ciò può essere senz’altro condizionato dalla nostra memoria in quanto gli infaticabili visitatori di musei che, parafrasando un aforisma relativo ai viaggiatori, “hanno visto più di quanto ricordino, e ricordano più di quanto hanno visto”. E’ comunque indiscutibile che la quantità migliora la loro capacità di giudizio.
Lo spunto per questa breve discettazione me l’ha fornito il ritrovamento (finalmente) della cartella con le foto scattate al Louvre nel 2012, ed in particolare quelle di questa statua originalissima, se non altro per essere fra le poche sopravvissuta quasi intatta per circa 4300 anni (che non dimostra assolutamente).
 
La statua di Ebih-Il, nu-banda (alabastro, lapislazzuli, conchiglie e bitume) è infatti datata 2330-2250 a.C. e proviene da Tempio di Ishtar di Mari (città sumera). Pensate che sono dovuti passare quasi 4000 anni prima che varie “culture occidentali” raggiungessero livelli espressivi vagamente simili … . 
Fra le tante opere affascinanti ed straordinarie viste al Louvre, questa è quella che più mi colpì e sorprese (la dovreste vedere dal vero). 
Qui http://www.giovistravels.com/12parigi/12paris14louvre.htm trovate una serie di foto delle opere più originali o particolari che sono riuscito a fotografare nonostante la luce scarsa, i riflessi e i tanti altri visitatori. Altre ancora saranno pubblicate a breve.
Per inciso, passai l’intera giornata al Louvre senza visitare gli ultimi due piani (ci feci solo un velocissimo giro dopo che gli altoparlanti cominciarono ad invitare ad uscire). Non ho assolutamente rimpianto di non essere andato a vedere Lisa e aver dato solo un fugace sguardo alla Nike.
Se avrete occasione di andarci, vi consiglio di girare fra le sale, visitare le collezioni meno famose e soprattutto di non sottovalutate ciò che non conoscete. 
Se quelle opere sono esposte al Louvre, ci sarà pure un buon motivo!

martedì 1 aprile 2014

Escursionismo: camminare con criterio, consapevolezza e serendipity

“… per godere appieno di una camminata di qualsiasi lunghezza e impegno, a prescindere dall'ambiente nel quale si sviluppa, si deve procedere con apertura mentale e con la giusta concentrazione non solo sull'avanzamento, ma anche su tutto ciò che ci circonda perché l’insolito, il bello, lo straordinario sono sempre a portata di mano, di occhio o di orecchio e non si deve perdere l’occasione di goderne in quanto sono spesso situazioni pressoché irripetibili.”
Così concludevo l’articolo Alzati e Cammina (Escursioni e Serendipity) scritto per l'edizione 2007 de L'Arte della Felicità - Incontri e Conversazioni. (link al testo completo http://www.giovis.com/serendipity.htm).
Tralasciando ora tutta la parte strettamente correlata al termine Serendipity (origine, evoluzione del significato del vocabolo ed esempi) vorrei ritornare su quella che definisco applicazione della Serendipity all'escursionismo, già trattata nel summenzionato articolo.
A volte si va in escursione avendo precisi obiettivi o destinazioni, ma il vero camminatore parte senza sapere esattamente l’itinerario che seguirà. Come i veri viaggiatori, spesso non cerca qualcosa di specifico, ma è attento a quei particolari che possano presentarsi come indizi di mirabolanti scoperte.
Per fare un paragone inusuale i veri camminatori sono simili a chi si dedica allo shopping di qualità e ciò non significa assolutamente comprare gli oggetti più costosi. Quante volte si legge di persone che hanno comprato una tela d’autore a prezzo di crosta in un mercatino dell’usato. Hanno utilizzato la loro abilità di serendipitist per cogliere i particolari, datare un pezzo, valutare una copertina … accorgersi di oggetti fuori posto, probabilmente mal classificati e peggio valutati dai venditori fra i tanti pezzi di modernariato, cartoline, stampe e libri, memorabilia, vinili e chi più ne ha più ne metta. Pensate a quante persone hanno avuto quel quadro fra le mani e alle tante in più che gli hanno appena dedicato uno sguardo fugace.
Non fate come quelli che sì e no guardano dove mettono i piedi e passano tutto il tempo a parlare di calcio, politica, lavoro e guai vari perdendosi i panorami, gli odori e i suoni.
Se in un campo di fiori gialli vedete un puntino azzurro o rosso, andate ad osservare più da vicino per capire di cosa si tratti. Pur apprezzando i panorami e le viste d’insieme sono i particolari che riservano le migliori sorprese. Non sempre prezioso è sinonimo di costoso (per esempio un bel ricordo).
Applicate il vostro senso critico per dedurre, ma sforzatevi di abdurre (Sherlock Holmes docet). 
Il camminatore consapevole eleva il livello della sua esperienza prestando attenzione all'insolito, alle piante, oggetti, animali apparentemente fuori posto, quelli che non ti aspetti in quel luogo in quel momento. Sabato scorso sono andato a Jeranto a cercare una specifica orchidea, ne ho trovate altre. Se mi fossi concentrato solo su quella che cercavo non le avrei viste.
E si deve anche prestare la giusta attenzione ai sentieri o semplici tracce che vediamo dipartirsi dal nostro itinerario. Se non conosciuti, il camminatore attento cercherà di valutare se sono tuttora percorsi, da chi e con che frequenza. Se non sono segnati in mappa (molto probabile) ipotizzerà varie possibili destinazioni e se fra esse ve ne è qualcuna non troppo distante, andrà a verificare e così facendo scoprirà un collegamento con un altro sentiero, un punto panoramico, una grotta, una sorgente o … niente. Ma in quest’ultimo caso è plausibile pensare che non è stato abbastanza attento. Ogni traccia ha una sua ragione d’essere, forse triviale, ma certamente esiste un motivo che ha spinto qualcuno a percorrerla.
Questo è un altro dei tanti motivi per cui è opportuno aggiungere almeno mezz'ora, ma meglio un’ora, al tempo previsto per una escursione. Minuti da spendere in soste, esplorazioni, valutazioni, ricerche.
Camminate, osservate e pensate ad libitum, non potrà farvi che bene - in tutti i sensi - ma senza mai dimenticare lo spirito critico e soprattutto il buonsenso.