“… per godere appieno di una camminata di qualsiasi lunghezza e impegno, a prescindere dall'ambiente nel quale si sviluppa, si deve procedere con apertura mentale e con la giusta concentrazione non solo sull'avanzamento, ma anche su tutto ciò che ci circonda perché l’insolito, il bello, lo straordinario sono sempre a portata di mano, di occhio o di orecchio e non si deve perdere l’occasione di goderne in quanto sono spesso situazioni pressoché irripetibili.”
Così concludevo
l’articolo Alzati e Cammina (Escursioni e Serendipity) scritto per l'edizione 2007 de L'Arte della Felicità - Incontri e Conversazioni. (link al testo
completo http://www.giovis.com/serendipity.htm).
Tralasciando ora
tutta la parte strettamente correlata al termine Serendipity (origine,
evoluzione del significato del vocabolo ed esempi) vorrei ritornare su quella
che definisco applicazione della Serendipity all'escursionismo, già trattata
nel summenzionato articolo.
A volte si va in
escursione avendo precisi obiettivi o destinazioni, ma il vero camminatore
parte senza sapere esattamente l’itinerario che seguirà. Come i veri
viaggiatori, spesso non cerca qualcosa di specifico, ma è attento a quei
particolari che possano presentarsi come indizi di mirabolanti scoperte.
Per fare un
paragone inusuale i veri camminatori sono simili a chi si dedica allo shopping
di qualità e ciò non significa assolutamente comprare gli oggetti più costosi.
Quante volte si legge di persone che hanno comprato una tela d’autore a prezzo
di crosta in un mercatino dell’usato. Hanno utilizzato la loro abilità di
serendipitist per cogliere i particolari, datare un pezzo, valutare una copertina
… accorgersi di oggetti fuori posto, probabilmente mal classificati e peggio valutati
dai venditori fra i tanti pezzi di modernariato, cartoline, stampe e libri,
memorabilia, vinili e chi più ne ha più ne metta. Pensate a quante persone hanno avuto quel quadro fra le mani e alle tante in più che gli
hanno appena dedicato uno sguardo fugace.
Non fate come
quelli che sì e no guardano dove mettono i piedi e passano tutto il tempo a
parlare di calcio, politica, lavoro e guai vari perdendosi i panorami, gli
odori e i suoni.
Se in un campo di fiori
gialli vedete un puntino azzurro o rosso, andate ad osservare più da vicino per
capire di cosa si tratti. Pur apprezzando i panorami e le viste d’insieme sono
i particolari che riservano le migliori sorprese. Non sempre prezioso è
sinonimo di costoso (per esempio un bel ricordo).
Applicate il vostro
senso critico per dedurre, ma sforzatevi di abdurre (Sherlock Holmes docet).
Il camminatore
consapevole eleva il livello della sua esperienza prestando attenzione all'insolito,
alle piante, oggetti, animali apparentemente fuori posto, quelli che non ti
aspetti in quel luogo in quel momento. Sabato scorso sono andato a Jeranto a
cercare una specifica orchidea, ne ho trovate altre. Se mi fossi concentrato
solo su quella che cercavo non le avrei viste.
E si deve anche prestare
la giusta attenzione ai sentieri o semplici tracce che vediamo dipartirsi dal
nostro itinerario. Se non conosciuti, il camminatore attento cercherà di
valutare se sono tuttora percorsi, da chi e con che frequenza. Se non sono segnati in
mappa (molto probabile) ipotizzerà varie possibili destinazioni e se fra esse
ve ne è qualcuna non troppo distante, andrà a verificare e così facendo
scoprirà un collegamento con un altro sentiero, un punto panoramico, una grotta,
una sorgente o … niente. Ma in quest’ultimo caso è plausibile pensare che non è
stato abbastanza attento. Ogni traccia ha una sua ragione d’essere, forse
triviale, ma certamente esiste un motivo che ha spinto qualcuno a percorrerla.
Questo è un altro
dei tanti motivi per cui è opportuno aggiungere almeno mezz'ora, ma meglio
un’ora, al tempo previsto per una escursione. Minuti da spendere in soste, esplorazioni,
valutazioni, ricerche.
Camminate, osservate e pensate ad libitum, non potrà farvi che bene - in tutti i sensi - ma senza mai dimenticare lo spirito critico e soprattutto il buonsenso.
Nessun commento:
Posta un commento