Dando un’occhiata ai documentari proposti nella pagina dell’ottimo Lascia stare i santi (già recensito nel post precedente) mi avevano colpito due titoli, già originali di per sé e anche molto ben quotati (7,8 e 7.6 su IMDb e 87 e 93% su RT); scorrendo alcune scene del secondo per valutare la qualità del video ed avere conferma della sostanza, sono incappato nella citazione delle due commedie ceche di Milos Forman che ottennero la candidatura all’Oscar (ultime regie in patria prima di emigrare negli USA), che quindi ho provveduto a recuperare.
- The Pervert's Guide to Cinema (Sophie
Fiennes, UK, 2006)
- The Pervert's Guide to
Ideology (Sophie Fiennes, UK, 2012)
Anche se
ufficialmente vengono categorizzati come documentari, io li definirei video-saggi,
fra filosofia e psicoanalisi del cinema. Le considerazioni sono enunciate dallo
stesso Slavoj Zizek, filosofo e psicoanalista sloveno autore e interprete
del lungo monologo che nel primo lavoro si alterna a un centinaio di scene di
una quarantina di film, con particolare attenzione ad alcuni di Hitchcock,
Lynch, Tarkovskij e Bergman (dei quali appaiono numerose
clip) ma vengono presi in considerazione anche i fratelli Marx, Chaplin,
un insolito cartoon del 1935 della Disney e altri. L’attenzione è
rivolta soprattutto ai rapporti di potere, sesso, erotismo e all’analisi del
linguaggio cinematografico, proponendo capovolgimenti delle interpretazioni più
comune e immediate e facendo numerosi riferimenti alle teorie freudiane. Forse
perché (relativamente) più facilmente comprensibili e pratici, ho trovato molto
più interessanti i commenti filosofici che non quelli psicoanalitici.
Nel secondo, l’analisi
si concentra su temi più generali e universali quali (fra gli altri) religioni
e dittature, quindi controllo e manipolazione delle masse, utilizzando come
esempi un minor numero di spezzoni di film. Più volte la regista Fiennes
utilizza so schermo nero e ci si concentra solo sulla voce di Zizek che
invece, quando appare in scena, attira l’attenzione per la sua particolarissima
parlata e gestualità. Altra curiosità (valida per entrambi i video-saggi) e
quella di riprendere il filosofo negli stessi set dei film, o almeno
ricostruiti quanto più fedelmente possibile. Tutti e due sono molto interessanti,
ma per essere apprezzati e godibili è indispensabile conoscere almeno parte
della materia, vale a dire o essere discreti cinefili (che dovrebbero conoscere
buona parte dei film citati) o avere discrete basi nel campo della filosofia
e/o psicoanalisi (p.e. id, ego e super-ego).
- Loves of a Blonde (Milos Forman, Cze, 1965)
- The Firemen's Ball (Milos
Forman, Cze, 1967)
Si tratta di due
commedie (entrambe candidate Oscar), più leggere che drammatiche, senz’altro palesemente satiriche. Milos
Forman prende sottilmente in giro la società ceca dell’epoca, imbrigliata fra
i suoi falsi perbenismi e burocrazia, attaccamento alle tradizioni e voglia di
modernità.
Il soggetto del
primo, come intuibile dal titolo, è legato ad una ragazza che viene corteggiata
prima da riservisti non proprio giovanissimi e poi da un giovane musicista di
Praga. Praticamente il film in poco meno di un’ora e mezza propone solo due
situazioni; nella prima tutto ruota attorno ad una festa organizzata per far
incontrare le ragazze nubili della cittadina con dei riservisti, inviati lì nel
tentativo di riequilibrare la popolazione a gran prevalenza femminile e nella
seconda la scena è di tema completamente diverso in casa del ragazzo praghese
con i fantastici battibecchi fra e con i genitori.
Il secondo è invece interamente ambientato a margine di una movimentatissima festa in onore di un pompiere in pensione, per consegnarli un premio alla carriera. I quasi incapaci membri del comitato organizzatore avranno il loro bel da fare per portare a conclusione la serata da ballo, fra piccoli furti, intoppi vari e la gestione di un disorganizzatissimo concorso di bellezza.
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