Fra essi c’è un candidato Oscar (di animazione) unanimemente lodato eppure poco preso in considerazione, il più recente film di Sean Baker (quello di Tangerine e The Florida Project) e una commedia drammatica culinaria in costume ambientata in piena Rivoluzione Francese, ma le vere rarità sono un film indiano con rating altissimo e uno indonesiano da non disprezzare assolutamente!
Maanaadu (Venkat Prabhu, 2021, Ind)
Grandissimo
successo di critica e di pubblico (8,8 su IMDb, il budget di produzione fu
coperto con gli incassi dei soli primi 4 giorni) per questo film girato in lingua
Tamil e non nei più comuni idiomi Hindi o Bengali. Colonna sonora galoppante che
richiama i ritmi bollywoodiani (ma c’è una sola coreografia all’inizio) e che
risulta perfetta per il montaggio rapido di questa thriller politico che ruota
attorno ad un time loop quasi senza fine. Prima il protagonista e poi il suo
antagonista si rendono conto della situazione e dopo un po’ anche di come
cercare di controllarla. Il ciclo temporale viene riavvolto decine di volte
riprendendo sempre da momenti diversi, con uno che tenta di impedire un
attentato e l’altro che deve contrastarlo per portare a termine il progetto
criminale. Qui e là sono inseriti vari combattimenti in stile kung fu, frequenti
ralenti e inseguimenti. Non mancano le sorprese sia nel campo dei veri ruoli
dei vari personaggi, sia in quello degli avvenimenti apparentemente fortuiti. Con
stile, recitazione e ambiente tipicamente indiani moderni Maanaadu
risulta una piacevole e mai noiosa commedia d’azione che non ha nulla da
invidiare ai blockbuster occidentali, senz’altro consigliata.
The Mitchells vs the Machines (Michael Rianda, Jeff Rowe, 2021, USA)
Vari siti lo
davano come possibile outsider per l’Oscar, ma alla fine Disney ha prevalso su
questa produzione Sony, già pronta nel 2020 ma poi distribuita da Netflix solo
nel 2021 (sembra non sia mai arrivata in sala in Europa). Classica famiglia
americana da cartoon, padre sovrappeso che pensa di sapere tutto, madre saggia
che fa il possibile per sanare gli inevitabili dissidi, due figli con le loro
passioni e i problemi dell’età, l’immancabile cane (strabico). La palese satira
(al di là delle solite convenzioni sociali) si focalizza soprattutto sull’iper-connettività
e quindi con i problemi derivanti dall’uso di laptop, cellulari, wi-fi,
YouTube, Instagram, AI e via discorrendo ma sottolinea anche quanto siano
indispensabili i cacciavite a stella! Uno dei quei cartoon che strizzano l’occhio
anche agli adulti, specialmente quelli che, volenti o nolenti, utilizzano
quotidianamente le reti e si trovano ad affrontare i più disparati problemi nei
momenti meno opportuni. Consigliato, di gran lunga più gradevole e arguto di Encanto
(Oscar 2022).
Red Rocket (Sean Baker, 2021, USA)
Questo regista newyorkese
propone ancora una volta protagonisti e situazioni familiari / sociali
particolari. Fermo restando che degli ultimi tre suoi film (quelli generalmente
molto apprezzati) il migliore e certamente più sorprendente è Tangerine
(2013, girato con iPhone5), in questo propone personaggi poco convenzionali anche se
ben diversi dai trans protagonisti del suddetto. Dopo anni di assenza, una star
del porno torna in Texas e chiede ospitalità a sua moglie, che vive con la
madre. In realtà è un povero diavolo senza un soldo (inizialmente molto mal
accolto dalle due donne) che cerca di rimettersi in sesto con molta buona
volontà, in parte ci riesce ma gli imprevisti sono dietro l’angolo. Anche gli altri
comprimari sono personaggi molto particolari eppure credibili, dalla famiglia
di spacciatori, ai finti veterani, ai falsi puritani, … questa è America! Tutti
ben descritti, guardando (ascoltando) la versione originale si apprezzano anche
i vari modi di parlare che gli stessi protagonisti sottolineano prendendo in
giro l’attore che ha acquisito l’accento californiano, per non parlare dello
slang degli afroamericani. Non all’altezza dei precedenti (l’altro è The Florida
Project, 2017, Nomination Oscar per Willem Dafoe) ma senz’altro interessante,
ben scritto e diretto da Sean Baker.
Photocopier (Wregas
Bhanuteja, 2021, Idn)
Primo film indonesiano
che vedo … piacevole sorpresa per modernità della storia (applicabile a quasi
qualunque paese occidentale) per come è girato e per come è interpretato. Dopo
una serie di corti presentati e premiati anche a Cannes, Berlino e al Sundance,
questo è stato il primo lungometraggio di questo regista sceneggiatore non
ancora trentenne nato e formatosi a Jakarta. In breve, la storia tratta della
ricerca della verità da parte di una universitaria che perdita la borsa di
studio a causa di sue foto apparse online mentre è palesemente ubriaca. In un
paese nel quale l’alcool è per lo più ufficialmente bandito, il fatto viene
considerato un disonore per la facoltà e anche per la famiglia. Ma chi l’ha
fatta ubriacare e perché? Riuscirà a scoprire i colpevoli e a farli condannare?
Affronta così temi quali maschilismo e potere economico, religione, posizione
sociale e prevaricazione della polizia. Interessante film drammatico-investigativo
(quasi crime) che apre una finestra sull’Indonesia moderna non turistica.
Délicieux (Éric Besnard, 2021, Fra)
Storia molto
campata in aria, poco credibile eppure piacevole da seguire se ci si concentra
solo sulla scenografia, i costumi, gli utensili da cucina e la preparazione di
dolci e pietanze. E sì, perché, come si può intuire dal titolo, il tema
centrale è il cibo. Bella fotografia che spesso rimanda alla pittura classica
delle nature morte e delle cucine ben fornite.
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