giovedì 31 marzo 2022

Microrec. 91-95: film del 2021, mediamente più che buoni ma poco conosciuti

Fra essi c’è un candidato Oscar (di animazione) unanimemente lodato eppure poco preso in considerazione, il più recente film di Sean Baker (quello di Tangerine e The Florida Project) e una commedia drammatica culinaria in costume ambientata in piena Rivoluzione Francese, ma le vere rarità sono un film indiano con rating altissimo e uno indonesiano da non disprezzare assolutamente!

 
Maanaadu (Venkat Prabhu, 2021, Ind)

Grandissimo successo di critica e di pubblico (8,8 su IMDb, il budget di produzione fu coperto con gli incassi dei soli primi 4 giorni) per questo film girato in lingua Tamil e non nei più comuni idiomi Hindi o Bengali. Colonna sonora galoppante che richiama i ritmi bollywoodiani (ma c’è una sola coreografia all’inizio) e che risulta perfetta per il montaggio rapido di questa thriller politico che ruota attorno ad un time loop quasi senza fine. Prima il protagonista e poi il suo antagonista si rendono conto della situazione e dopo un po’ anche di come cercare di controllarla. Il ciclo temporale viene riavvolto decine di volte riprendendo sempre da momenti diversi, con uno che tenta di impedire un attentato e l’altro che deve contrastarlo per portare a termine il progetto criminale. Qui e là sono inseriti vari combattimenti in stile kung fu, frequenti ralenti e inseguimenti. Non mancano le sorprese sia nel campo dei veri ruoli dei vari personaggi, sia in quello degli avvenimenti apparentemente fortuiti. Con stile, recitazione e ambiente tipicamente indiani moderni Maanaadu risulta una piacevole e mai noiosa commedia d’azione che non ha nulla da invidiare ai blockbuster occidentali, senz’altro consigliata.

The Mitchells vs the Machines (Michael Rianda, Jeff Rowe, 2021, USA)

Vari siti lo davano come possibile outsider per l’Oscar, ma alla fine Disney ha prevalso su questa produzione Sony, già pronta nel 2020 ma poi distribuita da Netflix solo nel 2021 (sembra non sia mai arrivata in sala in Europa). Classica famiglia americana da cartoon, padre sovrappeso che pensa di sapere tutto, madre saggia che fa il possibile per sanare gli inevitabili dissidi, due figli con le loro passioni e i problemi dell’età, l’immancabile cane (strabico). La palese satira (al di là delle solite convenzioni sociali) si focalizza soprattutto sull’iper-connettività e quindi con i problemi derivanti dall’uso di laptop, cellulari, wi-fi, YouTube, Instagram, AI e via discorrendo ma sottolinea anche quanto siano indispensabili i cacciavite a stella! Uno dei quei cartoon che strizzano l’occhio anche agli adulti, specialmente quelli che, volenti o nolenti, utilizzano quotidianamente le reti e si trovano ad affrontare i più disparati problemi nei momenti meno opportuni. Consigliato, di gran lunga più gradevole e arguto di Encanto (Oscar 2022).

  
Red Rocket (Sean Baker, 2021, USA)

Questo regista newyorkese propone ancora una volta protagonisti e situazioni familiari / sociali particolari. Fermo restando che degli ultimi tre suoi film (quelli generalmente molto apprezzati) il migliore e certamente più sorprendente è Tangerine (2013, girato con iPhone5), in questo propone personaggi poco convenzionali anche se ben diversi dai trans protagonisti del suddetto. Dopo anni di assenza, una star del porno torna in Texas e chiede ospitalità a sua moglie, che vive con la madre. In realtà è un povero diavolo senza un soldo (inizialmente molto mal accolto dalle due donne) che cerca di rimettersi in sesto con molta buona volontà, in parte ci riesce ma gli imprevisti sono dietro l’angolo. Anche gli altri comprimari sono personaggi molto particolari eppure credibili, dalla famiglia di spacciatori, ai finti veterani, ai falsi puritani, … questa è America! Tutti ben descritti, guardando (ascoltando) la versione originale si apprezzano anche i vari modi di parlare che gli stessi protagonisti sottolineano prendendo in giro l’attore che ha acquisito l’accento californiano, per non parlare dello slang degli afroamericani. Non all’altezza dei precedenti (l’altro è The Florida Project, 2017, Nomination Oscar per Willem Dafoe) ma senz’altro interessante, ben scritto e diretto da Sean Baker.

Photocopier (Wregas Bhanuteja, 2021, Idn)

Primo film indonesiano che vedo … piacevole sorpresa per modernità della storia (applicabile a quasi qualunque paese occidentale) per come è girato e per come è interpretato. Dopo una serie di corti presentati e premiati anche a Cannes, Berlino e al Sundance, questo è stato il primo lungometraggio di questo regista sceneggiatore non ancora trentenne nato e formatosi a Jakarta. In breve, la storia tratta della ricerca della verità da parte di una universitaria che perdita la borsa di studio a causa di sue foto apparse online mentre è palesemente ubriaca. In un paese nel quale l’alcool è per lo più ufficialmente bandito, il fatto viene considerato un disonore per la facoltà e anche per la famiglia. Ma chi l’ha fatta ubriacare e perché? Riuscirà a scoprire i colpevoli e a farli condannare? Affronta così temi quali maschilismo e potere economico, religione, posizione sociale e prevaricazione della polizia. Interessante film drammatico-investigativo (quasi crime) che apre una finestra sull’Indonesia moderna non turistica.

Délicieux (Éric Besnard, 2021, Fra)

Storia molto campata in aria, poco credibile eppure piacevole da seguire se ci si concentra solo sulla scenografia, i costumi, gli utensili da cucina e la preparazione di dolci e pietanze. E sì, perché, come si può intuire dal titolo, il tema centrale è il cibo. Bella fotografia che spesso rimanda alla pittura classica delle nature morte e delle cucine ben fornite.

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