Secondo gruppo delle commedie dark i cui titoli li ho recuperati dalla lista: 70 Hilarious Dark Comedy. Questi si sono rivelati mediamente molto migliori dei primi 5, dei quali sono uno mi era piaciuto; qui solo uno non mi è piaciuto … il più noto e quotato.
Office Space (Mike Judge,
1999, USA)
Arguta e
originale commedia sarcastica, ambientata in un tipico ufficio americano, di
quelli enormi e sovraffollati, con i dipendenti chiusi nei classici separé (nel
film “cubicoli”) dai quali ogni tanto si vede sporgere una testa. Perfettamente
azzeccati i dialoghi (più che altro monologhi) fra il capufficio e la vittima
di turno, così come le interviste dei due esperti che devono scegliere quelli di
cui l’azienda può fare a meno. Anche le scene al fast food sono indovinate e
senza alcuna esagerazione. Film indipendente senza grandi nomi e, a maggior
merito, l’unica star (Jennifer Aniston) ricopre ruolo secondario e non
da vamp. Senz’altro il migliore e più divertente di questa cinquina, con
personaggi ben delineati e molte sorprese non banali. Da vedere, non si può
raccontare … consigliato.
American Psycho (Mary Harron, 2000, USA)
Originale thriller che vede nei panni del protagonista il sempre convincente Christian Bale. Un executive newyorkese di successo vive una doppia vita, una di tipo maniacale, l’altra tendente al disturbato. Ben descritto il personaggio e quelli che gli ruotano attorno. Completa il quadro una buona sceneggiatura condita con qualche inaspettato twist. In vari punti rischia di cadere troppo nello splatter, ma in sostanza riesce a non esagerare. Merita una visione da parte degli appassionati del genere.
Adaptation (Spike Jonze, 2002, USA)
L’idea di fondo
mi è parsa geniale, la combinazione di un libro (saggio/romanzo) reale difficile
da sceneggiare, in un film con sceneggiatura altrettanto difficile da mettere
insieme visto che fra i protagonisti ci sono l’autrice Susan Orlean
(interpretata da Meryl Streep) e il soggetto della sua inchiesta John
Laroche (Chris Cooper). Inoltre, il vero protagonista è Charlie
Kaufman uno dei due gemelli sceneggiatori (Nicholas Cage) che è
anche il vero sceneggiatore di questo film. Come se non bastasse, c’è una scena
sul set di Being John Malkovich, film diretto da Spike Jonze
tre anni prima. The Orchid Thief (Il ladro di orchidee) fu
scritto dalla scrittrice e giornalista americana Susan Orlean che nel
1995 si era interessata di questa strana storia vedeva coinvolti un fanatico
ricercatore di orchidee e vari Seminole (nativi americani) trattandone poi
ampiamente su The New Yorker. Detto dell’intreccio, mi è sembrata troppo
caricato il modo in cui viene presentato il protagonista, mentre ho trovato
ottima l’interpretazione di Chris Cooper (Oscar non protagonista); da
notare che ci furono anche 3 Nomination per Nicholas Cage protagonista, Meryl
Streep non protagonista e Charlie Kaufman (nel film interpretato da Cage)
per la sceneggiatura.
Election (Alexander Payne, 1999, USA)
C’è un po’ di
tutto in questa commedia, soprattutto manie tipicamente americane che trovano
terreno fertile in ambiente scolastico, ma non la solita trama trita e ritrita.
L’ambizione e l’arrivismo la fanno da padrone, lasciando in secondo piano l’immancabile
riferimento al bullismo e alle diversità. Buone le interpretazioni dei giovani,
meno quella degli attori più navigati, a cominciare da Matthew Broderick.
Nomination Oscar ad Alexander Payne come co-sceneggiatore, nella stessa
categoria ne ha poi vinti 2 (Sideways e The Descendants);
da sottolineare che per i suddetti film ottenne anche le Nomination come
regista, così come per il successivo ottimo Nebraska (2013). Un
regista che produce poco (9 film in quasi 30 anni) ma da tenere d’occhio per la
buona qualità media.
Fight Club (David
Fincher, 1999, USA)
Troppa voce
narrante, inutile violenza, sceneggiatura assolutamente poco plausibile; non
capisco proprio come possa essere all’11° posto fra i migliori film di sempre
su IMDb, con un incredibile 8,8; i più saggi critici di RT lo fermano solo al
79% di recensioni sufficienti e addirittura nell’ancor più bilanciato Metascore
scende a 66 (ancora troppo secondo me). Supponendo che lo conoscano quasi tutti,
mi limito ad esporre il mio deciso dissenso con “la critica”. Il più deludente
del gruppo, anche per essere tanto lodato (dagli altri).
Nessun commento:
Posta un commento