I due di oltrecortina sono quasi all’opposto, il thriller inglese del 1960 è un cult, dei due americani uno è incompleto e l’altro unisce in un musical 3 storie dark/fantasy.
The Return (Andrey Zvyagintsev, Rus, 2003)
Primo dei soli 5 lungometraggi di Andrey Zvyagintsev; girato con budget ridotto e cast striminzito, ottenne grande successo a Cannes aggiudicandosi ben 5 premi. Così, da un giorno all’altro, il regista divenne cineasta russo di punta ed i suoi due film più recenti (Leviathan e Loveless) ottennero la Nomination Oscar come miglio film straniero nel 2015 e 2018. Penso che nessuno metta in dubbio la sua abilità dietro la macchina da presa ma, almeno nei 3 film che ho visto (i due succitati, oltre questo), affronta problematiche sociali e familiari abbastanza deprimenti e drammatiche, coinvolgendo spesso minori. In questo caso la storia si sviluppa in meno di una settimana, a partire dal ritorno di un uomo assente da casa da 12 anni, senza dare notizie di sé. Moglie e suocera sembrano impassibili ma i due figli adolescenti (di carattere molto diverso) vivranno con lui un rapporto molto tormentato, che diventa quasi esplosivo nel corso di un viaggio dei 3 in zona remota. I personaggi li ho trovati insopportabili e ben interpretati, e proprio per questo disagio veramente lo spettatore non sa per chi parteggiare. Da guardare, duro ed essenziale, ma ben realizzato. Chi lo apprezzerà dovrebbe guardare anche i due candidati Oscar, dei quali il regista fu anche sceneggiatore.
Phantom of the Paradise (Brian De Palma, USA, 1974)
Nel suo primo periodo, subito dopo Sisters, Brian De Palma scrisse e diresse questo geniale e umoristico musical dark, combinando le storie di Faust, fantasma dell’Opera e Frankenstein. Cast privo di grandi nomi se non per quello di Paul Williams, che tuttavia è molto più noto e apprezzato come compositore (1 Oscar e 4 Nomination, fra le quali quella per questo film) e solo raramente lo si vede nelle vesti di attore … forse questa è la sua interpretazione più luna e più nota. Non essendo particolarmente amante dei musical, trovo che ci siano troppe canzoni proposte per intero che rallentano il ritmo, ma fra l’una e l’altra le azioni sono rapidissime, molto ben montate, spesso facendo anche uso della partizione dello schermo. I set (sia del film che del musical che si porta in scena) sono ben realizzati e coloratissimi, così come alcuni costumi; nell’intreccio della trama si trovano elementi classici romantici, ma anche da thriller, crime, musical, commedia e fantasy. Prodotto leggero e scoppiettante, molto ben realizzato, … un’ora e mezza ben spesa.
Peeping
Tom (Michael Powell, UK, 1960)
Il titolo (sinonimo
di voyeur in inglese, to peep significa guardare di nascosto) ha
origine dalla popolare leggenda di Lady Godiva (realmente esistita nell’XI
secolo), la nobildonna che per convincere il marito ad abbassare le tasse,
cavalcò nuda per le strade della città. Era stato emesso un bando che imponeva
di restare in casa con porte e finestre chiuse nel giorno dell’annunciata
cavalcata, ma Tom (un sarto) la spiò di nascosto. Questo fu il secondo film
diretto di nuovo solo da Powell dopo i 16 co-diretti con Emeric
Pressburger, coppia nota come The Archers. Nonostante il titolo, il
film è in effetti molto poco voyeuristico spostando quasi tutta l’attenzione
sull’aspetto psicologico di un serial killer. Un suo innamoramento riuscirà a
salvarlo? Questo intreccio di crime e thriller, in parte legato a foto osé e a
un set cinematografico, rappresentò un prodotto abbastanza diverso dai soliti e
per questo divenne un cult.
Mimino (Georgiy Daneliya, URSS, 1977)
Altra più che buona commedia quasi grottesca georgiana, il che conferma che la cinematografia di questa ex repubblica sovietiche ha solide basi, in particolare in questo genere nel quale si rappresentano sempre le rivalità degli abitanti con i vicini armeni e, fino allo sgretolamento dell’URSS, una certa avversione verso il potere di Mosca. Mimino è il nome di un pilota di elicottero in servizio regolare fra vari paesini sperduti e quindi trasporta non solo persone ma anche pecore e mucche (vedi poster!). Ambendo a diventare pilota di aerei di linea, parte per Mosca e lungo la strada avrà a che fare con una serie incredibile di personaggi unici ed eventi imprevedibili. Di ottimo ritmo e pieno di vere sorprese, merita la visione … ovviamente humor di stile sovietico.
My
Best Friend's Birthday (Quentin Tarantino, USA, 1987)
Avendo guardato con piacere Pulp Fiction pochi giorni fa, ho deciso di recuperare ciò che resta del suo misterioso primo film. Misterioso poiché si conoscono solo 36 minuti di una ipotetica ora e mezza; alcuni danno per dispersa la rimanente parte, altri dicono che in effetti non fu mai girata. Dovrebbe essere quindi chiaro che si tratta di una pura curiosità, adatta solo ai fan di Tarantino che in questo caso interpreta una parte percentualmente più rilevante delle altre nei film successivi, limitate a poche scene. Tuttavia già si nota la sua mania delle citazioni fra ciò che si intravede proiettato e i tanti poster, per la maggior parte di B-movies. Molto è basato sui dialoghi e situazioni al limite del demenziale e, qualunque sia la causa della mancanza dell’altra ora, si vede che le scene sono spesso slegate per mancanza di filo conduttore. Puro sfizio da cinefilo!
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