Seder-Masochism (Nina Paley, USA, 2018)
Secondo lungometraggio di Nina Paley, di nuovo a sfondo religioso e anche in questo caso in senso critico e ironico. Se nel primo (Sita Sings the Blues, 2008) si riferì all'induismo trattando degli avvenimenti del poema epico Ramayana (che lasciò intendere pochi conoscano a fondo per essere lungo con trama articolata e una miriade di protagonisti), in questo tratta del seder, la cena rituale che gli ebrei tengono in occasione della cosiddetta Pasqua ebraica. Il film viene presentato come un’intervista della regista (sotto forma di una capretta) che intervista suo padre (rappresentato come Dio) parlando sia di religione che della vita personale e dei loro rapporti familiari. Per la maggior parte del tempo, però, rivisitano in maniera critica e sincera la narrazione dell’esodo dall’Egitto come proposto dalla Haggādāh, versione rabbinica dell’Esodo sostanzialmente simile a quella del libro dell’Antico Testamento. Se una seppur minima conoscenza di Mosè e del suo bastone, delle piaghe d’Egitto, dell’apertura delle acque, delle tavole del Decalogo, la manna, eccetera consente di apprezzarlo meglio, in ogni caso è possibile seguire facilmente l'azione la narrazione. Questa è proposta in stile musical sia con semplici disegni, spesso replicati e che si muovono a ritmo, sia con altre tecniche che vanno dalla stop-motion con ricami, al collage di foto, a breve inserti di filmati di cronaca reale, L’ultima cena (di Juan de Juanes, metà XVI sec., esposta al Prado) con personaggi animati e parlanti, tante diverse rappresentazioni della Grande Madre che ballano con animazione semplice ma fluida.
Colonna sonora molto ricca e varia, con particolare attenzione ai testi il che giustifica che di alcuni brani si ascolta una sola frase; si va dal Gospel al Rhythm and Blues, dal Rock al Pop e, in quanto a interpreti, da Louis Armstrong ai Beatles, da Gene Kelly ai Led Zeppelin, da Gloria Gaynor a Herb Alpert, da cori bulgari a musica tradizionale ebrea.
Tanto per dare un'idea, ecco il trailer:
La poliedrica artista scrive, disegna e
monta i suoi film riuscendo così a produrre ottimi lavori con cifre ridicole ...
per questo film IMDb riporta un budget di 20.000 dollari! C’è da aggiungere, ed è cosa non da
poco, che Nina Paley è fautrice della Free Culture e pubblica i
suoi lavori in rete già alla prima uscita sottolineando che cede i diritti e
invita a guardare e diffondere liberamente i suoi filmati, per ognunoo dei
quali esiste specifico sito. Da questa pagina è possibile scaricare Seder-Masochism in qualità fino a 4K e accedere a tante altre
informazioni.
Más vampiros en La Habana (Juan Padrón, Cuba, 2003)
Sequel di Vampiros en La Habana (1985) e come quello pieno di riferimenti politici e storici, alla stregua di un film di propaganda seppur in questo caso l’ironia è chiara. Nel primo la questione era ristretta allo scontro fra varie etnie di vampiri con il gruppo di Chicago diretto da Al Tapone mentre quello di New York si chiama Capa Nostra, i componenti di quello tedesco hanno i baffetti alla Hitler, gli italiani la classica coppola siciliana, ... e così via. Ogni gang ha il suo accento caratteristico e si accentuano anche le varie parlate latine, mentre tutti i locali esaltano la caratteristica cadenza cubana. Qui si ritrova molto di ciò, ma sono passati più di 10 anni e siamo in piena seconda guerra mondiale e quindi fra i protagonisti appaiono Hitler e Mussolini (ovviamente i cattivi), spie russe, soldati, scagnozzi di Batista e tanti cubani che invece continuano a suonare, cantare e ballare. Cala molto nel finale ma resta comunque divertente e originale.
La Trilogia marsigliese di Marcel Pagnol
Marius (Alexander Korda, Fra, 1931)
Fanny (Marc Allégret, Fra, 1932)
Cesar (Marcel Pagnol, Fra, 1936)
Marcel Pagnol fu commediografo famosissimo in Francia e la gente si precipitava al teatro al solo sapere che si trattasse di un suo lavoro. I primi due lavori della trilogia contavano già un paio d’anni sui palcoscenici teatrali prima di essere adattati per il cinema, la sceneggiatura del terzo fu scritta direttamente per il grande schermo e l’autore volle dirigerlo personalmente.
L’origine teatrale della storia, specialmente per Marius e Fanny, è ben evidente, con pochi personaggi che parlano tanto, sempre in ambienti limitati, e sono in stretta continuità … il terzo si svolge quasi 20 anni più tardi e quindi compare un nuovo personaggio (e ovviamente interprete), vale a dire il figlio di Marius e Fanny.
Si tratta di tre commedie drammatiche che si svolgono presso le banchine del porto di Marsiglia dove Cesar gestisce il Bar de la Marine con suo figlio Marius, lì davanti Fanny e sua madre Honorine vendono pesce e frutti di mare, a poca distanza c’è il negozio del ricco vedovo Panisse, velaio. Questi sono i personaggi principali ai quali si affiancano 3 avventori fissi del bar e pochi altri secondari, ognuno con un mestiere e carattere diverso, regolarmente deriso a turno dagli altri che quindi inventano storie e maldicenze apparentemente bonarie, in pratica un bel gruppo di bugiardi matricolati anche se in molti casi sono convinti di mentire a fin di bene, se non altro per evitare guai peggiori.
I personaggi, con le loro personalità molto varie, sono ben descritti e nei loro conflitti amichevoli (seppur accompagnati da terribili minacce) danno luogo a situazioni indubbiamente divertenti per quanto reali. Parallelamente si sviluppano i drammi amorosi, ma anche questi vengono proposti in modo abbastanza ironico. C’è da sottolineare che, anche se in un primo momento i produttori del primo film della trilogia (Marius) avevano in mente di scritturare attori cinematografici di grido, una volta guardata la commedia al teatro decisero di scritturare l’intera compagnia e quindi per quasi tutti loro, attori navigati e apprezzati, tecnicamente si trattò di un esordio.
Questi film meritano senz’altro una visione ma, per apprezzarli appieno, è importante guardarli tutti e tre e nel giusto ordine.
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