Continuando il viaggio in Francia ho guardato altri due
lungometraggi (sonori) di Epstein e un programma di 4 suoi corti,
seguiti da tre film di Marcel L'Herbier (altro notevole regista dell’avant-garde
degli anni ’20); ho concluso il tema francese con un film di Genina che
vede la diva di allora Louise Brooks quale protagonista. Infine, ho
completato la decina con 3 film russi di due registi che, con Eisenstein
e Vertov, furono i pilastri del cinema sovietico non solo come autori ma
anche come teorici, le cui idee in merito a riprese e montaggio sono state alla
base della cinematografia moderna.
L'or des mers (Jean
Epstein, Fra, 1932)
L'homme à l'Hispano (Jean
Epstein, Fra, 1933)
Le Tempestaire (Jean
Epstein, Fra, 1947) e altri 3 corti (1927-30-31)
Il primo è quasi una parabola, ambientato in un piccolo e
desolato villaggio di pescatori della Bretagna, con molti temi simili a quelli
dei corti: onde, vento, povertà, fari, pesca, soccorso in mare, …; a volte
incluso nei documentari pur avendo una ben precisa trama, fu girato muto ma
successivamente sonorizzato.
L'homme à l'Hispano si
svolge invece in tutt’altro ambiente, quello della ricca élite francese, fra
Parigi e (soprattutto) Biarritz, ed è di genere indefinibile … fra dramma,
commedia romantica e affari, adattato da un romanzo di Pierre Frondaie
dallo stesso Epstein. Fu il primo vero sonoro del regista, piacevole e
ben interpretato anche ben diverso dai muti di avant-garde.
L'inhumaine (Marcel
L'Herbier, Fra, 1924)
Feu Mathias Pascal
(Marcel L'Herbier, Fra, 1926)
L' Αrgent
(Marcel L'Herbier, Fra, 1928)
L'Herbier fu il quarto cineasta di spicco degli anni ’20
francesi, insieme con Gance, Epstein e Dulac. Quelli che
ho guardato sono i più famosi, penso giustificatamente. Sono tutti e tre molto
ben messi in scena anche se hanno molto poco in comune. L'inhumaine è
quello che cinematograficamente ho preferito per tecnica e scenografie fra espressionismo
tedesco e cubismo, ma la sceneggiatura è troppo fantasiosa e pretestuosa. Il
secondo è ovviamente basato sull’omonimo romanzo di Pirandello e, come spesso
accade per gli adattamenti cinematografici, non è fedelissimo all’opera
originale.
L' Αrgent è il più “violento” dei tre, con personaggi
molto aggressivi, tutti mossi quasi esclusivamente dall’adorazione per il
denaro. Migliore dei tre per rating IMDb, mi sono piaciute le interpretazioni e
anche il montaggio.
Prix de beauté
(Augusto Genina, Fra, 1930)
Primo film in Francia dell’italiano Genina, con la
diva/antidiva americana Louise Brooks (pessimo il suo rapporto con Hollywood),
con sceneggiatura di René Clair e G. W. Pabst che l’aveva diretta
negli altri suoi due film europei: Diario di una donna perduta e Il
vaso di Pandora (aka Lulù), entrambi del 1929. Inizia come una commedia
romantica, si trasforma in dramma e termina come crime. Miss Europa
(titolo italiano) si lascia guardare ma da tutti questi grandi nomi ci si
sarebbe aspettato di più.
Secondo la legge (Lev
Kuleshov, URSS, 1926)
La fine di San Pietroburgo (Vsevolod
Pudovkin, URSS, 1927)
Tempeste sull'Asia (Vsevolod
Pudovkin, URSS, 1928)
Se Eisenstein è indubbiamente il più conosciuto
regista sovietico degli anni ’20 (La corazzata Potëmkin, 1925 e Ottobre,
1928), a livello di tecnica, innovazione e teoria cinematografica Kuleshov
e Pudovkin non sono certamente da meno. Stranamente, Secondo la
legge è un adattamento del racconto The Unexpected (1906,
di Jack London), è ambientato sulle rive dello Yukon in Alaska e conta
su soli 5 personaggi (cercatori d’oro) che ben presto diventano tre.
Svolgendosi per lo più nella rustica baracca e nelle immediate vicinanze ha una
struttura quasi teatrale, piena di tensioni. Il finale è da vera short story,
inaspettato, come anticipato anche dal titolo.
Al contrario, i due film di Pudovkin sono ciò che
chiunque si sarebbe aspettato … film quasi di sola propaganda, il primo più che
dichiaratamente visto che fu prodotto in occasione del decennale della Rivoluzione.
Le trame sono quindi scontate e, in parte, esagerate, ma la tecnica,
specialmente quella dei rapidi montaggi è senz’altro di altissimo livello.
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