Entrereste da soli in un bosco come questo mostrato nelle foto in basso (Golubinjak, Croazia), oltretutto sapendo che è quasi del tutto privo di sentieri? Uno di quei boschi nei quali nessuna persona sana di mente (che significa?) si sarebbe mai avventurato da solo?
Molti sono i pregi della Corsa di Orientamento (Orienteering) … attività sportiva all’aperto e per lo più in ambiente naturale, uso di doti mentali più che fisiche, cimentarsi sugli stessi terreni di gara percorsi dai campioni, pur non avendo arbitri in campo nessuno litiga e ognuno si fa carico dei propri errori e quindi decide se parlarne con altri concorrenti, amici o sconosciuti che siano, discutere delle proprie scelte o semplicemente prendersela a ridere, “piangere sulle proprie miserie” (idiozie più o meno gravi commesse) casomai litigando con la carta di gara.
In merito a ciò ricordo due episodi esemplari, entrambi avvenuti al termine di gare internazionali. Quello che è rimasto più impresso nella mente è uno che ha valso ad un orientista portoghese il soprannome che vergogna! Lo vedemmo camminare lentamente nell’arena (l’area al lato dell’arrivo, es. sotto a sx)), intento a osservare la carta, si fermava riguardava la carta e diceva “Que vergonha!” poi alzava gli occhi al cielo, faceva pochi passi, riguardava la carta e ripeteva “Que vergonha!”, sempre ad alta voce e, questo sì, senza vergogna. L’altro caso è in parte simile, ma il protagonista fu un atleta spagnolo di buon livello che dopo essere passato a scaricare i dati e poi per il ristoro, appena giunto dove era accampato con i suoi amici, sbatté la mappa (forse una come quella sotto a dx?) a terra gridando ¡Cabròn!, ovviamente riferito a sé stesso. Cosa avevano mai combinato i due? Non si sa, ma gli aneddoti evidenziano che ogni orientista, atleta di punta che ambisca al successo o amatore che non avrebbe mai vinto, si rende conto degli errori commessi e incolpa solo sé stesso. L’esperienza dimostra che nessuno è esente da sbagli e che la gara perfetta non esiste.
Ricordo che una volta in Slovenia, eravamo rimasti in pochi in attesa della partenza, sul fondo di una classica dolina carsica (una profonda depressione), in un bosco tanto fitto da far sembrare quasi fosse notte, un collega commentò: “Certo dobbiamo essere strani per stare qui da soli, in un posto come questo!”, ed aveva certamente ragione, ma stranezza non è sinonimo di stupidità.
Molto strani … certamente è quello che pensano le persone che ci spiano dalle finestre o dall'uscio di casa quando andiamo a correre nei centri storici di paesini sperduti in aree montane o rurali. I residenti abituati a vedere sempre le stesse (relativamente poche) facce, si vedono davanti un numero enorme di persone di tutte le età (soprattutto ultracinquantenni e chiaramente stranieri) che indossano divise colorate e spesso sgargianti, di fogge per loro inconcepibili o addirittura scandalose. Gli sguardi, specialmente di quelli più avanti con l’età, sono uno spettacolo ma più che significativi … fra lo sbalordito e il riprovevole.
Che volete? noi Orientisti, ci divertiamo così!
Ciao Giovanni ho letto più di una volta l articolo molto bello solo chi ha vissuto certe esperienze in giro fra tanti posti in Italia ed alcuni in Europa può capire grazie sempre Costantino
RispondiEliminaGrazie a te e agli altri che si sono fidati di me e mi hanno seguito in giro per Italia e anche oltreconfine, inclusi i genitori che mi hanno affidato i loro figli, all'epoca adolescenti.
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